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Verso il Trento Film Festival: “Avvicinamenti”, una rassegna di “prime visioni”

La 65^ edizione del Trento Film Festival 2017 si terrà dal 27 aprile al 7 maggio

Trento – L’avvicinamento al Trento Film Festival, quest’anno alla 65esima edizione in programma dal 27 aprile al 7 maggio, è segnato da una serie di anteprime, di film che in questi giorni sono arrivati o stanno per arrivare nelle sale italiane. Proprio “Avvicinamenti” è il titolo della rassegna che ha preso il via nelle scorse settimane con “Monte” dell’iraniano Amir Naderi tra l’altro girato, per buona parte, in Alto Adige, ai piedi del Latemar. In tutto 8 “pellicole”, una a settimana, fino al 18 aprile, tra lungometraggi di fiction e documentari.

E come ormai da tradizione ed evoluzione, nel corso del tempo, del festival, le storie raccontate spaziano, per temi e argomenti. Certo, la montagna c’entra, eccome, ma anche gli spazi infiniti, si tratti di quelli islandesi come dei deserti mongoli, ma pure l’attualità non può mancare, in primis quella del fenomeno migratorio.

La prossima proposta, a Trento, è  in programma il 14 marzo (“Passeri”), alle 21, al cinema “Astra” di corso Buonarroti (biglietto a 5euro). “Avvicinamenti” proseguirà marzo, il 21 e il 28 marzo, ad aprile appuntamento il 4, l’11 e il 18.

Con “Passeri” , 1 ora e 39 minuti, siamo invece in Islanda, terra alla quale il Trento Film Festival dedicherà quest’anno ampio spazio. E’ il secondo lungometraggio di Runar Runarsson dopo l’esordio con “Volcano” e la candidatura all’Oscar per uno dei suoi corti. E’ un racconto di formazione con protagonista il sedicenne Ari, costretto a lasciare la capitale Reykjavik a causa della partenza della madre per un lavoro in Uganda. Andrà a vivere con il padre alcolista nel paesino dove ha passato l’infanzia. Qui incontrerà Lara, cercando di crescere in una realtà difficile e abbrutita. Presentato alla 40esima edizione del Toronto Film Festival, “in Passeri – come ha sottolineato la critica – il fascino della terra nordica e delle sue scenografie distese ai piedi dei vulcani rivela, strada facendo, il suo volto nascosto e drammatico”.

“Passeri parla del passaggio all’età adulta di un ragazzo che attraversa un periodo di transizione – ha dichiarato il regista – ma anche della relazione padre-figlio, di integrazione, del ritorno alle origini, di mascolinità, di amore, perdita e perdono. Se nel mio film ci sono alcuni passaggi che possono essere scioccanti, la mia intenzione non è quella di impressionare gratuitamente ma di far provare la bellezza che ne segue. E’ un errore lasciar pensare allo spettatore che tutto è bello e luminoso come succede nelle produzioni hollywoodiane o che la vita è un inferno senza speranze come in alcune pellicole d’essai. Nessuna delle due opzioni è corretta, perché nella vita, quando si cade, ci si rialza e il sole splende di nuovo. C’è sempre speranza, non bisogna mai perderla”.

Redazione:
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