Nei piatti degli studenti pastasciutta e hamburger, ma per i figli di nove famiglie inadempienti il menù si limita a pane e acqua. Accade a Montecchio Maggiore, nel Vicentino. Il motivo: i genitori non avevano pagato la retta della mensa. Se i nove piccoli alunni, due italiani e sette stranieri, hanno mangiato qualcosa di più è grazie ai loro compagni che hanno diviso il pasto con loro: pasta alla zucca, hamburger, insalata e frutta.
"Le famiglie erano state avvisate" si difende l’amministrazione comunale. "Se avessimo immaginato avremmo fatto una raccolta di fondi" ribatte la preside della scuola.
I problemi hanno inizio quando la neogiunta insediata a giugno scopre un buco di oltre 150 mila euro nella gestione della mensa scolastica. Gli accertamenti portano a galla mancati pagamenti della retta per quattro anni scolastici, dal 2005 al 2009.
Le famiglie morose sono inizialmente 52, ma dopo gli avvisi e le raccomandate, in nove, sette straniere e due italiane, continuano a non pagare. "Se entro il 15 marzo non avranno regolarizzato gli insoluti, il servizio mensa verrà sospeso" annuncia l’amministrazione comunale.
Detto, fatto. Seduti come ogni giorno ai tavoli della mensa, i figli delle famiglie insolventi, inconsapevoli di quanto stava accadendo alle loro spalle, si ritrovano nel piatto solo un pezzo di pane.
"Lo trovo dispregiativo" afferma amareggiata al Corriere della Sera la preside della scuola Anna Maria Lucantoni. Ma l’assessore all’Istruzione e alle politiche sociali della giunta di centrodestra Barbara Venturi dice: “Non è giusto non pagare le rette per rispetto di chi ha problemi economici e le versa”. E poi precisa: “Non era un tozzo di pane, ma panini imbottiti al prosciutto e al formaggio per quelli che non mangiano carne di maiale”.