Dopo il question time, il Consiglio ha affrontato il secondo punto all’ordine del giorno che prevede la nomina del vicepresidente del Consiglio al posto del dimissionario Alessandro Olivi
Trento – La capogruppo del PD Sara Ferrari è intervenuta per comunicare ancora un nulla di fatto sull’individuazione di un candidato.
Alessandro Savoi (Lega) ha notato che decorsi sei mesi dalle dimissioni del collega Olivi, oggi il Consiglio è ancora sprovvisto di una figura importante come quella del vicepresidente, la cui indicazione spetta alle Minoranze: un’anomalia a suo avviso che l’ufficio di presidenza abbia una maggioranza dell’opposizione.
Alex Marini (Misto) ha suggerito di ragionare piuttosto sulla programmazione delle attività, come ad esempio sulle 7 o 8 conferenze di informazione richieste da inizio anno e rimaste lettera morta, su argomenti di massima urgenza. Questa mancanza, per Marini, non deriva dall’assenza di una vicepresidenza ma dalle carenze dell’Ufficio di presidenza. Ci si vanta di aver effettuato tagli alle spese del Consiglio, ma alla fine si sono riverberate negativamente sulle capacità di conoscenza. Ancora, si potrebbe ragionare sulla definizione di un nuovo modello di interazione istituzionale che dia maggiore valore al Consiglio provinciale e al Consiglio delle autonomie locali nelle sedute congiunte previste dai regolamenti e dalla legge. Oppure, si potrebbe fare molto per il migliore funzionamento delle Commissioni e sull’organizzazione delle audizioni e rimane la questione della pubblicazione dei verbali e il fatto che la Quarta Commissione non sia mai stata convocata sull’emergenza Covid, mentre il Comune di Rovereto ha addirittura istituito una Commissione ad hoc. Marini ha ricordato infine che c’è il problema della sostituzione, a breve, della dirigente generale che va in pensione: insomma, ci sono un sacco di cose da fare a prescindere da che ci sia o meno un vicepresidente.
Ugo Rossi (Patt) ha ricordato che il fatto che ancora oggi non ci sia un vicepresidente non impedisce all’Ufficio di Presidenza di funzionare e ha ricordato le motivazioni per le quali ancora oggi non abbiamo il sostituto di Olivi: motivazioni di natura politica e in parte istituzionali. Il presidente del Consiglio viene votato necessariamente con il contributo della minoranza e viene indicato prima degli altri ruoli, in considerazione di un ragionamento complessivo e di un accordo tra le parti. Un accordo che c’era al momento dell’elezione di Kaswalder, ma che ora si è rotto. Rossi ha rinnovato l’appello alla maggioranza “a farci capire se quel tipo di accordo possa ripristinarsi attraverso una nuova modalità di sentirsi entrambi garantiti”. Accanto a questo c’è un elemento nuovo, ha aggiunto Rossi, ovvero che pare che la maggioranza pare stia ragionando sugli assetti futuri: come possiamo eleggere un vice nel momento in cui ci sono in atto ragionamenti su avvicendamenti? Converrete sul fatto che sarebbe gradita chiarezza, ha concluso.
Alessandro Savoi è intervenuto in replica a Rossi precisando che negli anni scorsi, quando era in minoranza il suo gruppo ha sempre sostenuto il Consiglio provinciale. Da lungo tempo invece in quest’aula è in atto una battaglia contro l’attuale presidente, ma non sarà certo perché è contestato dalle minoranze che lo cambieremo. E’ noto a tutti che a maggio ci sarà la staffetta in Regione e che il consigliere Cia si dimette da assessore regionale: queste dinamiche impongono inevitabili riflessioni e avvicendamenti, ma non possiamo certo accettare che sia la minoranza a dirci cosa fare.