Indagini della Squadra mobile su tre uomini di 68, 57 e 33 anni
Trento – La Squadra mobile della Questura di Trento, coordinata dalla Procura della Repubblica, ha eseguito 3 misure cautelari, di cui due dell’allontanamento dalla casa familiare ed una del divieto di avvicinamento alla vittima, a carico di altrettanti soggetti, di cui uno italiano di 68 anni e due stranieri, rispettivamente l’uno tunisino di 57 anni e l’altro macedone di 33 anni, tutti residenti a Trento. In uno dei tre casi sottoposti all’attenzione degli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Trento, la vittima è stata una donna di 91 anni. Le indagini sono state avviate allorché la figlia della donna ha deciso di sporgere denuncia contro il fratello, autore di una serie di comportamenti vessatori nei confronti della madre ultranovantenne che provocavano alla’anziana un forte stato di ansia e malessere psicologico.
L’uomo, sebbene economicamente autosufficiente, ha incessantemente incalzato l’anziana madre con continue richieste di denaro, arrivando fino a sottrarle la carta di credito, qualora non fossero state esaudite le sue richieste di soldi. L’uomo è stato allontanato dalla casa familiare. In un altro caso un cittadino tunisino di 67 anni, autore di ripetute azioni violente nei confronti della moglie, anche in presenza dei figli all’epoca dei fatti minorenni. Dalle audizioni della vittima nonché di altri testimoni è emerso che fin dal 2001 l’uomo si è reso protagonista di comportamenti violenti nei confronti della moglie. Anche lui è stato colpito da un provvedimento di allontanamento dall’abitazione.
Destinatario di un provvedimenti di divieto di avvicinamento alla moglie è stato invece un cittadino macedone da anni residente a Trento. Dalle indagini è emerso che l’uomo avesse più volte costretto la donna ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà. Inoltre, avesse vessato la coniuge anche con maltrattamenti di tipo psicologico, insultandola per il suo aspetto fisico e costringendola a vere e proprie limitazioni della libertà personale, consistite in controlli assillanti dei suoi movimenti e frequentazioni nonché dei contatti telefonici.
L’epilogo della condotta vessatoria è avvenuto alla metà del mese di ottobre allorché l’uomo è andato dai suoceri riferendogli che quando si fosse separato dalla figlia, l’avrebbe uccisa. A questo punto la donna, venuta a sapere di quanto proferito dal marito si è decisa ad allontanarsi con i figli da casa, trovando la forza di denunciare gli abusi.