Bortolussi: “Allargare l’impiego di alcuni ammortizzatori sociali anche ai lavoratori autonomi che, almeno in parte, dovranno pagarseli”
Venezia – I lavoratori dipendenti battono il popolo delle partite Iva 5 a 0. E’ questo il risultato che emerge da una analisi realizzata dall’Ufficio studi della CGIA che ha messo a confronto le possibilità consentite a queste due categorie di lavoratori di accedere alla platea degli ammortizzatori sociali previsti attualmente dal nostro stato sociale.
Ebbene, se nella stragrande maggioranza dei casi ai dipendenti è consentito di accedere alternativamente a tutte e cinque le principali misure di sostegno al reddito messe a disposizione dal nostro welfare (cassa integrazione in deroga, cassa integrazione ordinaria, cassa integrazione straordinaria, mobilità e Aspi), agli autonomi, invece, questa possibilità è sempre preclusa.
“E’ chiaro che con questa comparazione/provocazione – esordisce il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – abbiamo voluto mettere in evidenza una cosa: la precarietà nel mondo del lavoro si annida soprattutto tra il popolo delle partite Iva. Detto ciò, la questione non va affrontata mettendo gli uni contro gli altri, ipotizzando di togliere alcune garanzie ai lavoratori dipendenti per darle agli autonomi, ma allargando l’impiego di alcuni ammortizzatori sociali anche a questi ultimi che, almeno in parte, dovranno pagarseli”.
Il popolo dei lavoratori autonomi e delle partite Iva, ricorda la CGIA, è composto da oltre 3 milioni e mezzo di persone. Esso è composto da poco più di 2.100.000 imprenditori individuali, da circa 959.000 professionisti e da poco più di 442.000 ditte individuali che beneficiano di un regime fiscale di vantaggio (vale a dire il cosiddetto regime dei minimi).
“Grazie al taglio dell’ Irpef – conclude Bortolussi – a partire dal prossimo mese di maggio il Governo aumenterà le buste paga dei lavoratori dipendenti a basso reddito di circa 80 euro al mese. Una misura importantissima che noi abbiamo salutato positivamente. Ora, l’Esecutivo intervenga anche a favore degli autonomi che mai come in questi ultimi anni di crisi economica hanno patito le pene dell’inferno. E’ vero che il Premier Renzi ha promesso la riduzione dei premi Inail e il taglio del 10 per cento sia dell’Irap sia dei costi dell’energia elettrica. Questi benefici, però, interesseranno soprattutto le medie e grandi imprese e solo in minima parte le micro”.