Sindacati, è emergenza incidenti, garantire diritto essenziale
NordEst – Sicurezza: il cuore del lavoro’, è lo slogan che quest’anno accompagna la festa del Primo maggio. Una giornata che Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di dedicare, appunto, al tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Ad ospitare la manifestazione nazionale è la città di Prato con il corteo dei lavoratori e il comizio dei tre leader sindacali, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.
Gli infortuni sul lavoro tornano a crescere, rimarca la Cgil in occasione della Giornata internazionale per la salute e la sicurezza sul lavoro: “Siamo di fronte ad una emergenza” che va affrontata mettendo in campo “una strategia nazionale e interdisciplinare”.
Sicurezza e salute sul lavoro “sono diritti essenziali in tutti i Paesi del mondo. Non si può e non si deve morire di lavoro”, afferma Furlan.
Questo tema “deve diventare una priorità per il prossimo Governo”, sottolinea Barbagallo, e “bisogna intensificare i controlli e diffondere la cultura della prevenzione”.
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1 maggio: Osservatorio Indipendente, 220 morti sul lavoro – Dal 1 gennaio 2018 ad oggi sono 220 i morti sui luoghi di lavoro in Italia con un più 10% rispetto al 30 aprile del 2017 quando erano 198. Dieci anni fa alla stessa data erano 174, +21%. Sono i dati forniti dall’Osservatorio Indipendente di Bologna, fondato dieci anni da Carlo Soricelli, “pensionato metalmeccanico”. “Domani ci sarà poco da festeggiare – afferma – indossate qualcosa di nero, domani non è una Festa, non può esserci una Festa dei lavoratori se ogni anno oltre mille famiglie portano il lutto per la morte per infortunio di un proprio caro. Un primo maggio di morte per i lavoratori, numeri spaventosi che continuano a crescere da dieci anni, da quando il 1° gennaio 2008 aprii l’Osservatorio e dopo aver constatato che non c’era nessuno che monitorava in tempo reale le vittime d’infortunio”. Secondo Soricelli “c’è un incredibile aumento del 22% di morti sui luoghi di lavoro in edilizia rispetto ai primi 4 mesi del 2017. Non possono esserci differenze tra i morti sul lavoro, noi monitoriamo tutti quelli che muoiono lavorando, qualsiasi lavoro svolgono, e non ci interessa se dispongono di assicurazioni diverse da quelle dell’Inail, che non ne hanno nessuno o se sono anziani schiacciati dal trattore”. Ai primi posti di questa triste classifica la Lombardia con 27 morti: Milano (8), Bergamo (2), Brescia (3), Como (1), Cremona (2), Lecco (), Lodi (1), Mantova (5), Monza Brianza (2), Pavia (1), Sondrio (2), Varese (=), il Veneto con 24 e la Campania con 17.