Federalismo fiscale per arginare la "voglia di fuga" dei comuni referendari e per colmare il gap esistente tra le regioni a statuto ordinario e quelle a statuto speciale, non disgiunto dall'accordo denominato Intesa, il Patto di Castel Ivano, meglio conosciuto come accordo Galan – Dellai, per la cooperazione tra i territori di confine della regione Veneto e della Provincia Autonoma di Trento. Questo, in buona sostanza, è il leit motif che anima la chiacchierata con l'Assessore della regione Veneto Oscar De Bona che, come è sua consuetudine, non si sottrae alle domande sui temi caldi che caratterizzano la scena politico – amministrativa attuale. Già Presidente della Provincia di Belluno per tre mandati, dal 1990 al 2004, nel 1994 Oscar De Bona ha dato vita al movimento autonomista L'intesa Dolomitica (LID) e, nel 2005, è entrato a far parte della Giunta della Regione Veneto come assessore alle politiche dei Flussi migratori, Funzioni amministrative della Provincia di Belluno, Trasporti a fune, Affari legali e Contenzioso. Personalità forte e di indubbio spessore politico e amministrativo, commendatore della Repubblica dal 2000, unisce al carisma l'amore per la propria terra e la sua gente, le tradizioni e la cultura di una terra povera, dai valori semplici e profondamente radicati. Deciso e pragmatico, l'Assessore De Bona delinea la "ricetta" per la cura dei mali che affliggono i territori della montagna bellunese, ma non solo, che, tuttavia, mai potranno trovare definitiva guarigione senza l'introduzione di quel federalismo fiscale che colmi le distanze tra la regione Veneto e le contermini realtà a Statuto Speciale.
Assessore, autonomia o federalismo fiscale?
"Partiamo dal federalismo fiscale. Perché non c'è più tempo per parlare: bisogna agire. Adesso servono solo azioni incisive capaci di arginare il forte malcontento, in taluni casi sfociato nelle richieste referendarie di passare in altra regione a statuto speciale, con il rischio di smembrare i territori provinciali e regionale. Le disparità esistenti tra il Veneto, in particolare la provincia di Belluno, e Trento, Bolzano e Friuli Venezia Giulia sono intollerabili. Esiste infatti una grande sperequazione tra il cittadino veneto che ha a disposizione 2.246 euro pro capite e quello delle autonomie speciali che possono contare su cifre del doppio, in alcuni casi del triplo, maggiori. Ma non solo Regioni speciali: la Calabria, ad esempio, riceve il doppio del Veneto per ogni suo residente e le Comunità montane della Campania ottengono dallo Stato addirittura quattro volte tanto rispetto a quelle venete".
Come sta agendo la Regione Veneto per arginare questo suo handicap?
"Per parte nostra, oltre alla legge regionale 30 che concede contributi in tre anni per circa 200 mila euro a ciascuno dei Comuni montani, è stato attivato il progetto denominato Intesa per la cooperazione tra i territori di confine della Regione Veneto e della Provincia autonoma di Trento. Il documento è stato sottoscritto il 4 luglio dell'anno scorso a Recoaro Terme dal governatore Giancarlo Galan e dal presidente Lorenzo Dellai. In questo ambito stiamo procedendo speditamente per ridurre le disparità e le disuguaglianze tra i comuni dei due territori limitrofi, riducendo così l'impatto dei fenomeni dello spopolamento, dell'invecchiamento e dell'abbandono delle aree agricole".
Si tratta del cosiddetto Patto Galan-Dellai o Accordo di Castel Ivano. Quali i risultati ha prodotto finora?
"Dopo numerosi incontri che si sono susseguiti in questi mesi per predisporre le basi d'azione e le bozze dei programmi, l'ultimo atto in termini temporali è stato compiuto il 18 giugno a Palazzo Balbi, sede della Giunta veneta. Le due delegazioni guidate dai presidenti Giancarlo Galan e Lorenzo Dellai hanno approvato il programma triennale di interventi e hanno dato il via ai bandi delle opere pubbliche da eseguire. Tutti i progetti, che rientrano nei tre macrosettori relativi a infrastrutture, servizi pubblici e sviluppo economico, dovranno avere carattere transfrontaliero. Le tipologie dovranno comunque essere in grado di sviluppare sinergie e collaborazioni tra i territori trentini e veneti, con l'obiettivo di incidere nel miglioramento della qualità della vita delle popolazioni confinanti. I progetti predisposti saranno fatti rientrare in parametri che assegneranno loro punteggi suddivisi in tre fasce in base al grado di difficoltà delle amministrazioni locali. Pertanto è previsto che i Comuni con minori finanze possano chiedere la partecipazione all'investimento pari al 5 per cento, a quelli di categoria media con il 10 per cento e ai più "floridi" con il 20 per cento".
Quali interventi si andranno a compiere?
"Si tratta di tutti progetti integrati. Sono previsti quelli concernenti l'infrastruttura primaria del territorio: acquedotti, depuratori, strade, connessione alla rete informatica in banda larga e altro. Ci sono poi i progetti per la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse ambientali e di identità del territorio e quelli per la realizzazione di opere finalizzate allo sviluppo economico e alla valorizzazione turistica e culturale, con particolare riferimento alle piste ciclabili. Inoltre sono
considerati gli investimenti di edilizia sostenibile per le strutture che forniscono i servizi pubblici. In altre parole, l'Intesa ha lo scopo di disciplinare il migliore esercizio delle funzioni amministrative per lo sviluppo locale, la sanità, la cultura, l'alta formazione, l'istruzione, le infrastrutture e le reti di trasporto attraverso progetti integrati e condivisi. Ma serve anche per valorizzare i prodotti tipici di qualità e operare al fine di mantenere il commercio e i multiservizi nei piccoli paesi delle aree disagiate di montagna".
Dal punto di vista tecnico e organizzativo com'è costituito il "Patto Galan-Dellai"?
"L'Intesa tra Veneto e Trentino ha il suo braccio operativo nella Commissione tecnico-politica costituita nel dicembre scorso. Il presidente Galan ha conferito a me l'incarico di coordinarla per quel che riguarda il Veneto. Lo stesso ruolo per Trento è stato assegnato a Gianluca Gian Luca Salvatori. Questa Commissione coinvolge 32 comuni veneti e 29 trentini ai quali è riservato il compito di individuare i criteri di metodo per attivare quanto prima la procedura per realizzare i primi progetti di infrastrutture che inizieranno già quest'anno, anche in considerazione del fatto che la legislatura trentina scadrà in autunno. Si tratterà di iniziative di spessore il cui ammontare di spesa rientri tra i 500 mila e 5 milioni di euro. Le proposte di intervento dovranno essere presentate nelle rispettive Regione e Provincia di appartenenza a partire dal 7 luglio e non oltre il 1. settembre 2008".