NordEst

Il Governo fa retromarcia: slitta al 2011 il taglio delle poltrone

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Rinviati i tagli – Il taglio delle poltrone può attendere, almeno fino al 2011. Comuni e Province, per il momento, non vedranno abbattersi la scure governativa sugli organici di giunte e consigli. La norma prevista in Finanziaria é destinata infatti a subire una frenata con un decreto che arriva al Consiglio dei ministri e che rinvia al prossimo anno le ‘grandi manovre’ per rendere più snelli e meno costosi gli enti locali.

L’attacco del PD –
Il Pd replica: ennesimo "bluff" La sforbiciata agli scranni degli amministratori era una delle misure su cui il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, aveva puntato negli ultimi mesi. Lo strumento legislativo in cui, in un primo tempo, sembrava dover prendere corpo la cosiddetta Carta delle Autonomie, un disegno di legge contenente una rosa di misure per alleggerire l’architettura della politica locale.

Tra queste, anche la riduzione di consiglieri e assessori. La Carta aveva avuto il via libera del Cdm il 19 novembre. "Taglieremo 50mila poltrone", disse in quell’occasione Calderoli. Poi, durante i lavori della Finanziaria, era stato lo stesso ministro dell’Economia, Tremonti, ad annunciare l’intenzione di far confluire in Finanziaria "una norma molto forte" su questo tema. E così è stato.

La manovra ha in effetti recepito queste disposizioni, prevedendo per i comuni la riduzione di un quarto dei consiglieri e di un quinto degli assessori mentre per le province sarebbe dovuta scattare un diminuzione del 20% degli assessori.

Conti alla mano –
Guardando per esempio ai comuni, le grandi città con più di un milione di abitanti si sarebbero viste decurtare ben 13 consiglieri: da 61 a 48. Se invece si parla di assessori, la riduzione maggiore avrebbe riguardato gli enti tra 30.000 e i 250.000 abitanti, con 4 assessori in meno. Ma il nuovo dl congela tutto fino al 2011, facendo slittare anche la soppressione del difensore civico e delle circoscrizioni comunali.

Novità in vista anche per le indennità dei consiglieri regionali: non potranno superare quelle dei parlamentari. Un tetto che sarà definito dopo il primo rinnovo del consiglio regionale successivo all’entrata in vigore del decreto. L’idea di uno stop era stata negli ultimi giorni oggetto di un approfondimento da parte dello stesso Calderoli. L’Upi a nome delle province aveva chiesto, sotto finanziaria, di stralciare i tagli. E l’idea di un un rinvio non dispiacerebbe neppure all’Anci, che però aspetta di vedere il testo del dl prima di commentare.

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