Dai regali al cenone, ecco come ridurre il nostro impatto sul Pianeta
NordEst – Dall’albero di Natale con i relativi addobbi alle confezioni regalo, dallo shopping festivo al cenone. Dal Wwf arrivano 10 ‘regole’ green, pochi gesti, semplici, che moltiplicati per oltre 60 milioni di italiani, alleggeriscono il nostro ‘peso’ sul Pianeta.
Il dilemma dell’albero – La cosa migliore è addobbare piante che già possediamo o acquistare un sempreverde nostrano (ginepro, corbezzolo, agrume) che ben si adatta ai nostri ambienti. Se vogliamo l’abete, acquistiamolo presso un vivaio locale, controllando la provenienza e la presenza di un idoneo pane di terra e radici vitali. Trattiamolo con cura e dopo le feste trasferiamolo in un vaso più grande, posizionato in una zona fresca e umida del terrazzo o del giardino.
I più creativi potranno optare per un albero ‘fai da te’ con materiali di riciclo o di recupero. Per gli addobbi, scegliamo decorazioni di vetro, legno, oppure di pasta di sale colorata, magari da realizzare con i bambini. Un’altra soluzione è la frutta secca, il marzapane o catenelle di popcorn che, trascorso il Natale, potremo mettere sul terrazzo per rifocillare gli uccelli infreddoliti.
Luminarie ‘salva-clima’ – Sostituiamo quelle a incandescenza con i led. Hanno un costo maggiore, compensato però dal risparmio in bolletta (fino all’80% meno energia delle vecchie lampadine) e dalla durata. Sono inoltre più sicure in quanto generano poco calore, minimizzando il rischio di incendi dovuti al surriscaldamento. Per l’esterno, esistono luminarie dotate di un pannello fotovoltaico: con un’ora di Sole illuminano fino a 10 ore.
L’esempio si serve a tavola – Per rispettare l’ambiente anche a Natale, proviamo un menù biologico, con prodotti locali, di stagione e poca carne.
Il cenone green – Nella scelta del pesce da mettere in tavola concentriamoci sul fresco proveniente da pesca locale e artigianale a ‘miglio zero’. Ma il regalo migliore che potremmo fare al Pianeta è senz’altro una cena vegetariana con ingredienti locali e di stagione (broccoli romaneschi, porri, rape, ravanelli) possibilmente da agricoltura biologica.
No al Natale ‘sprecone’ – Vista l’abbondanza che caratterizza le feste, i rifiuti aumentano del 30%. Riduciamo quindi gli sprechi a tavola: stiamo attenti a conservare bene quello che acquistiamo e a non buttare quello che avanza. Evitiamo le stoviglie in plastica usa e getta, se abbiamo davvero tanti ospiti optiamo per quelle in bioplastica, carta o bambù che possono essere smaltite (anche sporche) con gli scarti alimentari.
Sì shopping, no auto – Per gli acquisti natalizi, meglio spostarsi con bici o mezzi pubblici: meno stress e minor impatto ambientale. Se proprio non possiamo fare a meno dell’automobile, una buona lista aiuta ad ottimizzare gli spostamenti; condividiamo l’uscita per i regali.
Impacchetta i regali in modo originale – L’ideale sarebbe non incartare i regali, ma così svanisce l’effetto sorpresa. Un buon compromesso potrebbe essere preferire la carta di recupero (giornali, spartiti musicali, fumetti ma anche tessuti) o riciclata. Evitiamo quella metallizzata che non è riciclabile. Infine, per decorare il pacco, rafia, corda, bastoncini di spezie, al posto dei nastri di plastica.
Niente regali dal traffico illegale di specie – Scialli di shahtoosh, gioielli di carapace di tartaruga o denti di squalo, pelli e artigli di grandi felini, ossa di cetacei intarsiate, zanne e pelli di elefante, coralli e conchiglie sono solo alcuni esempi di prodotti da evitare. Non regaliamo animali esotici privi della certificazione Cites (che ne regola il commercio internazionale) e senza aver appurato l’effettiva disponibilità ad accudirli nel rispetto delle loro specifiche esigenze.
Scegli regali solidali – Grazie alla Campagna #standupforforest si potrà regalare a una persona che amiamo, un albero delle foreste del mondo.
Natale fuori porta? Non scordarti la natura – Se non dobbiamo andare oltreoceano, scegliamo di viaggiare in treno. Una volta arrivati a destinazione meglio andare a piedi o optare per la bici. Scegliamo strutture ben integrate nel contesto naturale e che favoriscano lo sviluppo reale delle popolazioni locali. Tutto si muove tramite app: niente biglietti su carta ma scaricati sul cellulare. E facciamo attenzione ai menù tipici: in certi Paesi si possono trovare pinne di squalo, carne di balena, bushmeat (letteralmente ‘cibo di foresta’ derivante da animali selvatici).