Tutelare al massimo i minori coinvolti nei procedimenti giudiziari, secondo un approccio integrato e multidisciplinare: punta a questo l’Accordo di Programma che era stato approvato nei giorni scorsi dall’esecutivo provinciale e perfezionato lo scorso 15 marzo
Trento – L’atto, il primo di questo tipo operativo sul territorio del Trentino, è il risultato di un impegno congiunto e di una intensa collaborazione tra l’Autorità Giudiziaria, i Servizi sociali delle Comunità e dei Comuni di Trento e Rovereto, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari e la Provincia autonoma di Trento, coinvolta per l’ambito socio-assistenziale, socio sanitario e dell’istruzione, con lo scopo di garantire ai minori una tutela efficace, anche in considerazione delle novità conseguenti all’attuazione della riforma Cartabia.
Sono intervenuti il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, la presidente della Prima Sezione civile della Corte d’Appello di Trento, Anna Maria Creazzo, il presidente del Consiglio delle Autonomie Locali Paride Gianmoena, l’assessore alla salute, politiche sociali e cooperazione Mario Tonina, la direttrice per l’Integrazione socio sanitaria di Apss Elena Bravi, nonché il presidente della Corte d’Appello di Trento Eugenio Gramola.
L’Accordo di Programma. Alla luce delle modifiche organizzative e giuridiche introdotte dalla Riforma Cartabia, la prima Sezione Civile della Corte d’Appello di Trento, avuto riguardo alle complessità dei procedimenti giudiziari che coinvolgono minorenni, ha avviato Tavoli di confronto tra le istituzioni e le professionalità chiamate ad intervenire in tali procedimenti, allo scopo di creare un canale di comunicazione che consenta di stabilire un efficace e collaborativo dialogo tra i Soggetti coinvolti.
Il lavoro dei Tavoli, svolto nella consapevolezza della necessità di un approccio integrato e multidisciplinare per poter introdurre effettivi cambiamenti nella qualità della conduzione dei procedimenti in oggetto, ha avuto come esito la sottoscrizione di un Accordo di Programma. Il principio ispiratore dell’Accordo è la centralità del minore e la sua tutela, a sostegno di una condizione di benessere e di valorizzazione dei suoi legami familiari. L’Accordo ha lo scopo di strutturare uno stabile confronto interistituzionale, volto all’individuazione di forme e paradigmi di cooperazioni efficaci tra i diversi Soggetti coinvolti, al fine di addivenire, in una successiva fase di lavoro, ad una definizione operativa della collaborazione tra Magistratura e Servizi.
Il presidente della Corte d’Appello, Eugenio Gramola ha aperto i lavori e affermato che “la tutela dei minori riveste un ruolo sempre più importante; sono il nostro futuro e se non garantiamo la loro tutela dalla violenza e da altri fattori negativi che possono influire sul loro sviluppo psichico-fisico abbiamo fatto un pessimo lavoro. Il fatto che si stia riuscendo a fare sinergie tra sociale e sanitario apporta notevoli benefici per tutta la comunità e una reale tutela dei minorenni. Da parte mia rivolgo l’augurio di poter lavorare insieme tra le istituzioni a lungo, in modo sereno, proficuo ed efficace per un periodo sempre maggiore; senza illuderci di essere arrivati alla risoluzione definitiva del problema, ma con l’obiettivo di cercare di migliorare sempre più e creare sinergie sempre migliori e più salde in merito alla tutela dei minori”.
La conferenza è stata quindi introdotta dalla presidente della Prima sezione civile della Corte d’Appello, Anna Maria Creazzo, la quale ha spiegato che: “Quando il giudizio coinvolge i ragazzi il tema è tutto l’opposto della contabilità e della prevedibilità, diventa la comprensione e l’accoglienza delle loro paure, delle loro ansie, il tenere conto dei desideri, aspirazioni, dei loro sogni, per ricostruire attorno a loro rispetto, comprensione, contenimento affettivo, capacità educativa. Per soddisfare le esigenze dei ragazzi che incontriamo nelle nostre aule, abbiamo bisogno di un coro. Da queste riflessioni è nata la nostra proposta, con cui abbiamo chiesto, ferma la differenza dei piani istituzionali e delle funzioni, di aprire fra noi un confronto per migliorare, a favore dei ragazzi, la nostra necessaria collaborazione e che oggi, con le norme introdotte dalla riforma Cartabia, ha trovato nuovo riconoscimento e una più rigorosa disciplina. Con l’Accordo sottoscritto, le istituzioni interessate si impegnano, attraverso lo strumento dei tavoli operativi, a trovare le modalità più efficaci di collaborazione per far sì che ogni Giudice che deve decidere della vita di un ragazzo abbia una comprensione approfondita oltre che della sua situazione giuridica, anche di quella psicologica, sociale, emotiva, fisica e cognitiva.
Alle soglie di una trasformazione davvero epocale, ovvero l’istituzione del nuovo Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie, saranno studiate modalità efficienti ed interventi utili per i minori e le famiglie che saranno poi tradotti in protocolli operativi, al fine di dare il meglio di ciascuna delle istituzioni coinvolte”.
Come messo in luce dal presidente Maurizio Fugatti: “La protezione dei diritti e del benessere dei nostri giovani è una responsabilità che tutti condividiamo e che richiede un impegno senza riserve da parte delle istituzioni e della società nel suo insieme. L’obiettivo di questo accordo è creare una task force composta dai professionisti dei vari servizi, che lavori in maniera sinergica e qualificata, all’interno di una cornice comune che permetta di scegliere il meglio per il benessere di ciascun bambino. Dobbiamo lavorare insieme e portare avanti tutte le azioni necessarie per rafforzare la cura e la protezione dei minori e per sostenere le famiglie. È essenziale promuovere una cultura della prevenzione e dell’intervento precoce, e lavorare in collaborazione con tutte le parti interessate; sono fiducioso che, lavorando insieme, possiamo fare la differenza e creare un futuro migliore per i nostri cittadini del domani”, ha concluso il presidente.
“La sottoscrizione di questo Accordo, oltre a mettere al centro il benessere di bambini e ragazzi e delle loro famiglie, impegna tutti i soggetti e le istituzioni firmatarie in un percorso di reciproca conoscenza e integrazione che ha la finalità di innalzare ulteriormente la qualità e l’efficacia degli interventi messi in campo a tutela dei minorenni e a sostegno della genitorialità fragile – ha quindi spiegato l’assessore provinciale Mario Tonina -. Il contesto delineato dalla Riforma Cartabia ha messo in luce l’esigenza di assicurare alla Magistratura la collaborazione del sistema dei Servizi territoriali, ma il fine di questo protocollo non è tanto l’individuazione di procedure, quanto la necessità di mettere al centro il minore e la sua tutela, a sostegno di una condizione di benessere e di valorizzazione dei suoi legami familiari. È importante che le Istituzioni si impegnino a fare la propria parte, lavorando alla costruzione di una rete dei servizi qualificata e orientata a sostenere la diffusione di un modello di comunità educante in cui vi è una responsabilità condivisa e diffusa da parte del mondo adulto a sostegno del benessere di bambini e ragazzi. Ecco, io credo che la rete dei servizi del Trentino, anche grazie alla speciale autonomia di cui gode il nostro territorio, saprà certamente valorizzare questo Accordo e si impegnerà a realizzare e costruire il miglior sistema possibile di protezione e cura dei minori d’età”.
La direttrice per l’Integrazione socio-sanitaria di Apss, Elena Bravi, ha a sua volta commentato che “ci troviamo ad acclamare la sottoscrizione di un accordo molto significativo, con obiettivi molto ambiziosi che riguardano la tutela delle persone in età evolutiva, in una fase delicatissima di grande fragilità, alla quale tutte le parti in causa sono chiamate a rispondere seppur in maniera differente. Oggi è stato effettuato il primo fondamentale passo, ma sarà necessario lavorare assieme per molto tempo in quanto la tutela dei minori è una partita importante, difficile, impegnativa. Dobbiamo continuare a operare in sintonia nel migliore dei modi al fine di garantire un futuro luminoso per noi e per i nostri giovani”.
Il presidente del Cal, Paride Gianmoena, ha specificato che “I Servizi sociali ogni giorno sono in prima linea, sull’intero territorio trentino, anche nelle zone più periferiche e decentrate, per assicurare un’importante funzione di accompagnamento delle famiglie in situazione di vulnerabilità. Gli interventi di tutela, ovvero gli interventi che prevedono anche il coinvolgimento dell’Autorità Giudiziaria, avvengono in situazioni caratterizzate dalla presenza di una molteplicità di problematiche, da comportamenti posti in essere dai genitori che espongono i figli a situazioni di pregiudizio e di rischio e dalla non accettazione dei percorsi proposti dal Servizi. Ed è in questi scenari che spesso vi è l’intervento della Magistratura, la quale emette provvedimenti specifici a tutela dei minorenni. Sono queste situazioni che richiedono un percorso di accompagnamento con un progetto di aiuto personalizzato, frutto di un processo di intervento integrato e partecipato, che coinvolge varie risorse, professionali e informali. La funzione di questo Accordo è proprio quella di costruire una collaborazione funzionale, che conosca e riconosca i ruoli ed i mandati di ciascun soggetto coinvolto”.
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