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Diga del Vanoi: Consorzio del Brenta avvia confronto sul progetto. Informativa in Consiglio provinciale a Trento

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Si riapre il dibattito tra Bellunese e Trentino, dopo la comunicazione di queste ore del Consorzio, agli Enti coinvolti. Solo mercoledì, il Consiglio provinciale di Trento, ha approvato all’unanimità la risoluzione sul tema dell’acqua. La Provincia di Belluno conferma il suo no. A Trento, si riapre il confronto in aula sul progetto


 

NordEst – In questi giorni, il Consorzio del Brenta ha comunicato ufficialmente  l’avvio del confronto pubblico, proprio quando si pensava che l’iter si fosse fermato. Il piano è stato finanziato dal Ministero dell’agricoltura con quasi un milione di euro. A febbraio il consiglio provinciale di Trento, aveva approvato all’unanimità una mozione di Manica, emendata dall’assessora Zanotelli, che impegnava la giunta a ribadire al Veneto la propria contrarietà alla diga. Una posizione da difendere anche con “azioni giudiziarie”. Getta acqua sul fuoco della polemica con il Veneto l’assessora Giulia Zanotelli secondo cui Il consorzio del Brenta ha concluso l’iter di progettazione come atto dovuto, visto il finanziamento da un milione di euro arrivato dal Ministero delle infrastrutture.

Informativa urgente

Durante i lavori del Consiglio provinciale, il capogruppo dem Alessio Manica ha preannunciato che chiederà un’informativa urgente all’aula del presidente Fugatti, perché sulla stampa si parla della diga del Vanoi e dell’avvio della fase di dibattito pubblico per procedere con la realizzazione dell’opera. Quindi, ha aggiunto Manica, considerata la prima mozione approvata in questa legislatura, con cui è stato detto no unanime alla diga idroelettrica per il suo impatto ambientale in territorio trentino, da parte della Giunta è indispensabile avere informazioni, come del resto prevede la legge sugli appalti.

Procedono infatti i piani, 15 giorni agli Enti coinvolti, per il parere – con varie ipotesi per il bacino -, difficile valutare. Il consorzio della Bassa che la vuole realizzare, per irrigare i campi della pianura e per produrre elettricità, non si ferma e tra le carte progettuali presenta anche il quadro dei rischi, in caso di emergenza, sono pesantissimi. I maggiori danni causati dall’onda di piena sarebbero nella piana di Fonzaso, il Corlo sarebbe cancellato. Il progetto, prevede la realizzazione di un bacino da 33 milioni di metri cubi – in pratica, tre volte quello della val Schener – con un invaso nei comuni di Canal San Bovo e Cinte Tesino al confine con Lamon. Nel progetto della diga del Vanoi preoccupa il rischio idrogeologico in quella valle così stretta (e soggetta a periodiche frane) e un’alterazione del microclima, come già avvenne in passato.

Il confronto in Consiglio provinciale

I lavori d’Aula del pomeriggio di giovedì, hanno visto l’informativa dell’assessora Giulia Zanotelli sulla diga sul Vanoi che era stata richiesta dal capogruppo del Pd Alessio Manica e il relativo dibattito. Zanotelli: verifiche in atto. Posizione di Giunta, è quella della scorsa legislatura I lavori nel pomeriggio sono ripresi con l’informativa sulla diga sul Vanoi richiesta in mattinata dal capogruppo dem Alessio Manica.

L’assessora Giulia Zanotelli ha dichiarato che, stante le informazioni che a oggi sono in possesso della Giunta, pare che secondo quando prevede la normativa rispetto a queste forme progettuali sia stato comunicato dal Consorzio Brenta l’avvio del confronto pubblico sull’opera. Ad oggi, ha aggiunto, non si hanno ulteriori elementi da dare, evidenziando che ci si sta muovendo per capire lo stato dell’arte in seguito all’avvio dell’iter da parte del Consorzio del Brenta. L’Aula, ha rimarcato poi, conosce già la posizione della Giunta sull’oggetto, non da oggi ma dalla scorsa legislatura, con serie di note inviate dall’assessore Tonina e di procedimenti tecnici e richieste già discussi e spiegati quando l’Aula votò all’unanimità la mozione per esprimere parere contrario all’opera, avanzando una serie di elementi collegati alla parte della difesa idrogeologica e della sicurezza del territorio.

Zanotelli ha quindi ribadito che la Giunta sta cercando di capire lo stato delle cose per poi proseguire con gli impegni presi con l’approvazione della mozione già citata, che fu emendata dalla stessa Giunta rinforzando anche qualche passaggio. Ha quindi citato gli interventi di Manica e Brunet sul tema e aggiunto che, al di là che del fatto che si sa che si tratta di una procedura avviata dal Consorzio di bonifica del Brenta prevista per opere di questo tipo come obbligo di legge, per il resto si sta raccogliendo gli elementi per comprendere lo stato delle cose. L’assessora ha infine ricordato che la progettazione è finanziata sul fronte del Pnrr dal Ministero dell’Agricoltura e che la Provincia di Trento ha intrapreso dalla scorsa legislatura una serie di verifiche (ha in questo senso ricordato il diniego agli accessi agli atti ricevuto). L’impegno preso in Aula rimane costante, ha assicurato.

Paccher: poco serio monopolizzare le sedute d’Aula per articoli di stampa. Roberto Paccher (Lega) ha detto inusuale e poco serio monopolizzare le sedute d’Aula per un articolo e chiedere alla Giunta di fare un’informativa su una cosa che anche l’assessore ha acquisito dai giornali. Ha attirato l’attenzione su due elementi: il no della Pat e il fatto che l’articolo è uscito oggi sulla stampa. Se l’informativa serve per avere risposte farla oggi, posto che la posizione di Giunta
non è cambiata, quale approfondimento può portare? ha chiesto Paccher. L’informativa dovrebbe informare il Consiglio, l’assessore non sa niente perché la notizia è uscita oggi, si starà in Aula a condividere cose che già si sanno. Ha chiesto al presidente Soini se sia opportuno discutere di questa informativa.

Coppola: non una diga, ma spartiacque tra progetti dannosi e buonsenso. Lucia Coppola (Verdi e Sinistra) è entrata nel merito: purtroppo di legge gli elementi ci sono perché il progetto della diga è pronto e se sembrava che tutto si fosse fermato dall’elenco delle opere prioritarie del Veneto è chiaro che non è così e che l’opera è divenuta ora prioritaria. Ha ricordato le coordinate dell’opera e i tempi, la scadenza di 15 giorni per gli enti per indicare quale è la posizione sul progetto stanziato dal Pnrr. Per la consigliera visto ci sono tutte le carte in tavola e, visto che il progetto è a scavalco tra Veneto e Trentino, il Trentino ha titolo ad allarmarsi per lo stato delle cose. L’interesse delle persone che abitano la zona e la paura sono grandi, ha aggiunto; la diga è in fase di costruzione con materiali altamente inquinanti con scarsissimi approfondimenti sulla sicurezza. Di Vajont ce ne è già stato uno, bisogna essere molto attenti a come ci si muove in questi ambiti, ha dichiarato. Ha parlato di erosione delle coste e di modifica del territorio. Ha citato poi il comunicato fatto dalla sua forza politica che dice che la diga non serve a trattenere le acque, ma è spartiacque tra progetti dannosi e buonsenso, nonostante l’esistenza conclamata di alternative per la gestione dell’acqua. Per Coppola il progetto è scellerato: dispiace constatare che il dibattito politico su certi temi valga così poco, ha proseguito e ha chiesto all’assessore Zanotelli di tenere alta la guardia e di tutelare il corso d’acqua e le persone che vivono lì.

Brunet: il “no” della Giunta è un “no” deciso.  Antonella Brunet (Lista Fugatti) ha parlato di un argomento che le sta a cuore e ricordato che ha avuto modo di constatare che il “no” espresso dalla Giunta è un “no” deciso. Ha detto di essersi interfacciata con l’assessore Zanotelli che ha confermato che il “no” detto in Aula rimane “no” e che qualora dovessero andare avanti coi progetti rimarrebbe il “no” del Trentino. Ha chiesto che ci sia sempre l’impegno perché questo “no” rimanga sempre tale. Ha ricordato le preoccupazioni dei paesi trentini e detto che i primi paesi coinvolti da una catastrofe sarebbero quelli del Veneto, dicendo di non capire perché in questo senso il Veneto si ostini a portare avanti questa idea progettuale.

Diga Vanoi come Valdastico?

Degasperi: vicenda che ricorda quella della Valdastico. Filippo Degasperi (Onda) ha dichiarato, riferendosi alle parole di Brunet, che si è capito che anche chi era tranquillo ora è allarmato. Ha sottolineato come Paccher abbia detto che le cose avvengono all’insaputa della Giunta e della maggioranza che a febbraio era tranquilla. Ne va dell’autorevolezza del Trentino, ha detto e aggiunto che evidentemente il Consorzio del Brenta lavora per appropriarsi di pezzi di territorio. La vicenda ricorda molto quella della Valdastico, ha proseguito, il “no” del Trentino, del Consiglio e degli elettori espresso per 30 anni, è divenuto in quel caso “parliamone” e poi un “mettiamoci d’accordo” e sono arrivate le ipotesi dell’uscita a Caldonazzo e poi a Rovereto. I “no” accompagnati dall’inconsapevolezza della Giunta sono un po’ fragili, ha detto ancora e ha esortato l’esecutivo a informarsi perché i giornalisti veneti sono più informati della Giunta su ciò che avviene in Trentino.

Manica: si è pensato di fare un atto formale? Opera pericolosa e partita storta. Alessio Manica (Pd) ha parlato delle parole di Paccher citando Goya, “il sonno della ragione genera mostri”: non è pensabile dire che la Giunta non sa. Il Consorzio di bonifica il 2 luglio ha notificato agli enti pubblici, compresa la Pat, ha aggiunto. Ad aprile il Consiglio regionale veneto ha respinto una mozione simile a quella che si è votata in Consiglio a Trento. Ci sono due dati, ha riassunto, uno politico e uno tecnico, bisogna quindi essere rapidi nel valutare le contromosse, ha detto. Non basta più sentirsi dire che l’assessore Tonina ha scritto una lettera. Ha quindi affermato che dalla Giunta si sarebbe aspettato un’indicazione dei passaggi formali che vuole assumere. Quindi le domande: la posizione trentina è stata trasmessa al Veneto in questi mesi o si è parlato solo con Zaia? Si sono approfonditi gli aspetti formali rispetto alle norme derogatorie che ci sono nelle norme del Pnrr e quanto possano impattare su quelle che si considerano prerogative statutarie per non risvegliarci tra qualche mese in un conflitto sulle
competenze? Si è pensato di fare un atto formale con l’avvocatura? Gli enti pubblici si muovono per atti, si alzi la scala dello scontro con la Regione Veneto, ha affermato poi. Ha detto che vorrebbe che gli atti del Consiglio trovassero una vigilanza, ma che invece pare ci sia una leggerezza. Quella non è un’opera solo irrealizzabile e pericolosa, ha concluso, ma è pure partita storta perché una Regione sta pensando di fare un’opera su un’altra Regione che è contraria: la difesa dovrebbe essere dura perché si tratta della difesa delle prerogative statutarie dell’autonomia. La mozione approvata ha dentro tutto, ha detto, è stata
rafforzata nel dialogo con la Giunta e va attuata.

Valduga: con una lettera come quella del 2 luglio verificare non è perdere tempo. Francesco Valduga (Campobase) ha citato la prima pagina de L’Arena di domenica che recitava “C’è il primo via libera alla bretella autostradale tra Veneto e Trentino”. Se si avesse voglia di strumentalizzare i temi partendo dagli articoli del giornale, ha detto, si sarebbe potuto chiedere un approfondimento sulla Valdastico, ma non si è fatto perché si è sempre riconosciuta la chiarezza e la coerenza della Giunta sul progetto e perché si è convenuto che se ne discuterà in settembre. Il consigliere ha parlato di una preoccupazione che dovrebbe essere trasversale perché si è di fronte a un’ipotesi che trasversalmente è stata considerata pericolosa per il territorio e che ci si è impegnati a non realizzare. Quando arriva una lettera come quella del 2 luglio, ha continuato, e quando si leggono questi articoli non si fa perdere del tempo se ci si ferma (anche poco) per allarmarsi, verificare e decidere come procedere per poi tornare agli altri argomenti in discussione. Ha parlato poi di un superamento del primato della politica: non si può ascoltare il presidente del Consiglio regionale che si lamenta di un maggiore approfondimento in Aula. Se si è convinti che i due enti siano contrari come si fa a non allarmarsi di fronte al fatto che c’è chi va avanti lo stesso? ha chiesto. Bisognerebbe essere estremamente preoccupati rispetto al non rispetto dei mandati delle istituzioni. Per Valduga serve un’azione più circostanziata e documentata rispetto all’atto di fede, non c’è dubbio sull’ascolto dell’assessora Zanotelli, ma è il minimo sindacale. Bisogna agire con percorsi documentati e documentabili perché il territorio veda rispettate le sue prerogative e le sue idee. Se poi la Regione Veneto sarà intenzionata a andare nella stessa direzione a maggior ragione ci si muoverà perché sia rispettato il primato della politica. Ha esortato gli altri consiglieri a decidere insieme, se non una risoluzione, il modo per ribadire il fermo no del Trentino. Ha detto di aspettarsi di più dalla
Giunta.

La replica della Provincia

È seguita la replica di Zanotelli durante la quale ha ribadito che gli approfondimenti sono in corso e che quando si avrà il quadro si valuterà come procedere ulteriormente. Ha ricordato la posizione di unanimità
sulla mozione e ribadito l’impegno dichiarato. Valduga ha ribattuto chiedendo all’assessora di farsi garante dal punto di vista dell’informazione nei prossimi 15 giorni: il tempo è stretto, ha affermato e ha chiesto al presidente del Consiglio Claudio Soini di tenere alta l’attenzione e l’informativa, di prevedere un percorso che consenta di avere garanzia che il tema è presidiato. Il presidente Soini ha chiesto quindi a Zanotelli di essere informato sugli sviluppi e si è impegnato afarsi tramite con i Capigruppo.

 

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