Apindustria Vicenza spinge per pianificare strategie di crescita innovative puntando su giovani e turismo
Vicenza – Il mandamento Area Berica di Apindustria Vicenza tira le somme sullo stato di salute dell’economia locale, all’indomani di un convegno organizzato a Lonigo dalla Cisl, che ha visto la presenza del segretario generale Raffaele Bonanni e la presentazione di un’indagine sugli aspetti economico-sociali del territorio. Anche l’Area Berica, complice la crisi, soffre in questi anni di un’emergenza lavoro, in virtù di poche certezze sul futuro che frenano ogni iniziativa e annullano, o quasi, le opportunità occupazionali.
Il bilancio delle famiglie riesce a quadrare ancora grazie al risparmio accumulato negli anni che hanno preceduto la crisi, ma adesso anche questa propensione inizia a scricchiolare. Il grave peggioramento dell’economia non ha comunque penalizzato una qualità della vita, che generalmente resta su livelli soddisfacenti.
Un discorso a parte meritano le Pmi, sulle quali a richiamare l’attenzione è il presidente mandamentale di Apindustria, Nadia Dalla Montà: «La crisi ha penalizzato le piccole industrie – spiega – ma i cittadini intervistati credono ancora che lo sviluppo possa nascere dal settore manifatturiero: è su questo che andrebbero indirizzati gli sforzi e gli interventi di sostegno».
Dopo la crisi del metalmeccanico e del tessile, secondo Dalla Montà la ricerca di un nuovo sviluppo non deve ricalcare vecchi percorsi dando vita a nuove aree industriali, tentazione ancora molto forte accentuata dalla presenza della grande arteria Valdastico sud: «Gli amministratori non devono sperperare ancora territorio – insiste – perché oramai i processi industriali richiedono altre forme per fare impresa. I processi di industrializzazione dell’ultimo ventennio, oltre che tardivi, sarebbero già obsoleti fin dall’inizio».
È necessario quindi creare opportunità anche per i giovani: «È vero che la popolazione giovanile dell’area è cresciuta in questi ultimi anni – spiega il vicepresidente Raimondo Riu – ma è dovuto al fatto che qui le case cercate dalle giovani coppie avevano, e hanno ancora, prezzi più bassi. Il problema è che spesso ci si trova davanti a quartieri dormitori, senza una socialità».
Si è parlato del turismo dell’area anche per la presenza di molte ville: «D’accordo – aggiungono i rappresentanti delle Pmi – purché si faccia seriamente. Il turismo è come un mantra che negli ultimi 15 anni è la carta da spendere in tutti i tavoli e in tutte le sedi. Se ci si crede, è ora di passare ai fatti, ma in modo serio e non improvvisato, con persone competenti e che siano professionisti di marketing territoriale. Occorre crederci e partire, superando i campanilismi. Ben venga anche un tavolo comune con le categorie economiche per lo sviluppo dell’area, purché sia produttivo e non un ennesimo alibi per non fare nulla».
Il mandamento Area Berica di Apindustria Vicenza chiede quindi una programmazione seria di nuovi modelli sviluppo, che vedano coinvolti i giovani, insieme ad amministratori locali che sappiano mettersi in discussione in un gioco di squadra, ad esempio tramite l’accorpamento dei servizi comunali, una programmazione d’area e una riduzione dei costi con maggiori benefici per i cittadini. Puntare, insomma, su un progetto di rinnovamento, che può coinvolgere anche l’Università, troppo spesso emarginata, quando invece può fare dell’Area un territorio in cui far crescere nuove eccellenze.