Nel maggio 2013 nel Veneto è stato raggiunto il picco massimo della crisi, con 10 mila fallimenti di aziende
Venezia – “La fotografia dettagliata fornita dal Rapporto di Veneto Lavoro ci mostra che nel maggio 2013 nel Veneto è stato raggiunto il picco massimo della crisi: 10 mila sono stati i fallimenti di aziende e i numeri sulla cassa integrazione e sui licenziamenti sono stati i peggiori della nostra storia. Tuttavia, continuano a tenere i settori agroalimentare e vitivinicolo, mentre è in sofferenza lo sport system che è uno dei settori di punta della nostra economia. I dati del rapporto annuale ci permettono di fare precise politiche sul lavoro nel Veneto, augurandoci che i segnali di minima ripresa che si scorge all’orizzonte sia continuativa”.
Così l’Assessore regionale al lavoro Elena Donazzan ha commentato il Rapporto 2014 sul mercato del lavoro nel Veneto, curato da Veneto Lavoro, dal titolo “Discesa finita?” Crisi al sesto anno: assottigliati ancora posti di lavoro e risorse imprenditoriali, presentato stamani nella sede della Giunta regionale a Palazzo Balbi.
“Come Regione vogliamo che questa discesa termini – ha detto – che ci sia lavoro, che ci sia impresa, che ci siano investimenti e che le risorse pubbliche sulla cassa integrazione siano utilizzate al meglio”.
In relazione alla cassa integrazione, Donazzan ha aggiunto: “è necessario diversificare lo strumento CIG a seconda del tipo di crisi aziendale. Ci sono aziende che chiudono e quindi l’ammortizzatore sociale serve ad accompagnare il lavoratore. Invece ci sono aziende che possono riprendere e, conseguentemente, la cassa integrazione va trasformata nell’abbattimento del costo del lavoro. Non possiamo più permetterci il lusso – ha concluso – di mettere persone in CIG e obbligarle a non lavorare. E poi ci sono le aziende ‘drivers’ quelle che funzionano bene e che vanno aiutate perché trascinano le altre anche nella creazione di nuovi posti di lavoro”.