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Mondiali 2014, uscita Italia costa cara: dal PIL al lavoro

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Lo afferma la Coldiretti che ha fatto i conti sugli effetti dell’eliminazione dell’Italia giunta dopo la bruciante sconfitta contro l’Uruguay

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Venezia – ​L’uscita degli azzurri dai Mondiali costa cara al Paese in termini di immagine del Made in Italy sul mercato internazionale ma anche a livello economico tra mancati introiti, occasioni di crescita perse e incassi sfumati con effetti sulla crescita del Pil e sui livelli di disoccupazione.

Il ritorno anticipato a casa e la pessima performance di Balotelli & company – rileva la Coldiretti – hanno tolto importante chance per le imprese nazionali che si confrontano quotidianamente sui mercati esteri dove la spinta favorevole sulla domanda di prodotti nazionali deve essere colta per valorizzare le qualità offerte dal sistema economico.

Basta fare il confronto con l’ultima vittoria mondiale dell’Italia, quella del 2006 in Germania. L’anno successivo al trionfo azzurro l’economia nazionale – precisa la Coldiretti – è cresciuta in modo sostenuto con un aumento record del 4,1 per cento del Pil a valori correnti mentre il numero di disoccupati è diminuito del 10 per cento. Nel 2007 – continua la Coldiretti – si è anche verificato un incremento delle vendite nazionali all’estero del 10 per cento e a beneficiarne maggiormente sono stati i prodotti simbolo del Made in Italy nel mondo come i prodotti artistici e culturali, che hanno fatto registrare un aumento record del 30 per cento, le automobili che sono cresciute del 16 per cento così come i macchinari, i cibi e le bevande con una performance positiva del 9 per cento, oltre a scarpe e articoli in cuoio (+6 per cento), secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat.

Va registrato infine – rileva la Coldiretti – un aumento 2,36 milioni di stranieri che sono venuti in Italia in vacanza nell’anno successivo la memorabile vittoria che significa in termini percentuali un +3,5 per cento.

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