Dopo le 23 mila firme di quest’estate per dire no al depotenziamento dell’ospedale di Tione, a palazzo Trentini è stata la volta di 14.175 firme in calce a una petizione per il potenziamento dell’ospedale San Lorenzo di Borgo
Trento – Lo stato d’animo davvero teso della popolazione che risiede in Bassa Valsugana è stato rappresentato al presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, dal presidente della Comunità di valle, Sandro Dandrea, che guida anche il Consiglio per la salute da cui è partita l’iniziativa della raccolta firme.
Con lui sono scesi a Trento tredici primi cittadini in fascia tricolore, i consiglieri provinciali Avanzo e Passamani, l’assessore di Comunità Olivieri a rappresentare la vicinanza delle Giudicarie.
“Queste firme sono state raccolte in 21 Comuni nel giro di due settimane – ha spiegato Dandrea. – S’è trattato di una petizione davvero spontanea, senza alcuna matrice politica, perché qui c’è davvero l’intera valle indignata per lo stato deplorevole dell’ospedale di Borgo. La Valsugana è terreno utile per gli esperimenti, da noi hanno chiuso per la prima volta un punto nascite ed ora si è passati alla chiusura totale delle sale operatorie nelle ore notturne e nei fine settimana. Il reparto di chirurgia stesso chiude il sabato e la domenica, i pazienti vengono trasferiti in medicina”.
Una situazione non più tollerabile, secondo l’unanime denuncia degli amministratori locali. Uno di loro raccontava di essersi fatta carico come municipio del trasporto in automobile di pazienti fino a Trento, per la fruizione di ordinarissimi servizi sanitari in campo ginecologico.
“La Provincia sembra non capire che il nostro territorio è davvero stanco. Qui è stato chiuso il tribunale, è stata depotenziata l’Agenzia per le entrate, non c’è la risorsa turistica e l’edilizia è ferma. Abbiamo già avuto la pessima esperienza dell’inquinamento industriale – ha continuato Dandrea – tra l’altro con promesse di equi indennizzi cui per ora non è seguito nulla. Noi vogliamo che si creda di più e si investa nelle potenzialità che pure in Bassa Valsugana ci sono. Tornando al campo sanitario, non possiamo accettare di essere considerati bacino d’utenza del Not: qui siamo distanti da Trento, a un cittadino del Tesino occorre un’ora e mezza per raggiungere oggi il Santa Chiara. Vogliamo far morire le periferie? Attenzione, io dico che se i sindaci abbandonano per impotenza il Consiglio per la salute, allora la politica dichiara fallimento e sarà direttamente la gente a farsi protagonista della difesa dei propri diritti”.
Dorigatti ha raccolto il messaggio: “Le vostre fasce tricolori rappresentano un peso politico molto forte. Sono d’accordo – ha detto il presidente dell’assemblea legislativa – sul fatto che le istituzioni debbano farsi carico di trovare soluzioni. Io dico che devono farlo attraverso il dialogo e la concertazione, per quanto ci sia chi la considera un metodo vecchio e superato. I diritti sono uguali per tutti, deve essere assicurata dignità alle persone e non devono esserci cittadini di serie A e di serie B a seconda di dove vivono. Ci rendiamo tutti conto che la partita della sanità è complessa, basti pensare anche all’agitazione in atto della categoria dei medici. Il governo provinciale e l’assessore competente non hanno comunque mai inteso chiudere ospedali e sono impegnati a trovare soluzioni gestionali coerenti con i bisogni e le aspettative dei cittadini. Cercheremo di contribuire tutti a questo percorso”.
La petizione depositata chiede:
un centro ambulatoriale ostetrico-ginecologico e un percorso pre e post-parto per la valle;
una soluzione per il servizio di chirurgia d’urgenza nelle ore notturne e nei fine settimana, che garantisca lo standard di sicurezza minimo e necessario e l’attrattività del reparto per il trattamento delle patologie non così gravi da richiedere il trattamento in centri di livello superiore;
il completamento della pianta organica nel reparto di ortopedia;
il potenziamento del pronto soccorso di Borgo , con medicalizzazione, al bisogno, delle ambulanze;
la sostituzione del personale cessato, in particolare quellodi anestesia e rianimazione;
la ristrutturazione in tempi certi dell’ospedale;
un piano sanitario provinciale che realizzi la rete ospedaliera trentina;
l’applicazione del metodo della concertazione con il territorio;
un confronto presso la sede della Comunità di valle tra Consiglio per la salute, assessora provinciale alla salute e presidente della Provincia per sottoscrivere i punti di cui sopra.