Il presidente Zaia “Non saremo spettatori inerti dell’affossamento del modello veneto”
Venezia – La Regione Veneto presenta ricorso contro la legge sulla ‘Buona scuola’. La Giunta regionale ha dato mandato alla propria Avvocatura di impugnare la riforma del governo Renzi perché lesiva dell’autonomia amministrativa della Regione.
Tre i profili di incostituzionalità della legge 107/2013 argomentati nelle sette pagine del ricorso avanzato dalla Giunta regionale:
1) La riforma affida al ministero dell’Istruzione il compito di definire l’offerta formativa dei percorsi di istruzione e di formazione professionale, espropriando la regione di un compito che la Costituzione le affida in competenza esclusiva;
2) La ‘Buona scuola’ affida agli Uffici scolastici regionali , emanazione diretta del Ministero, e non più alle Regioni il dimensionamento della rete scolastica (cioè stabilire l’ampiezza degli ambiti territoriali in funzione della popolazione scolastica, del numero degli istituti e delle particolari caratteristiche del territorio), creando così una possibile sovrapposizione di competenze programmatorie tra Ministero e Regioni;
3) infine, molteplici e puntuali indicazioni contenute nella riforma governativa “determinano – si legge nell’impugnativa – una fitta rete di interferenze con la competenza esclusiva regionale in materia di istruzione e formazione professionale e potenzialmente attribuiscono allo Stato competenza ad adottare non solo norme di principio ma anche disposizioni di dettaglio in materia di istruzione”.
“La cosiddetta riforma sulla ‘Buona scuola – commenta il presidente Zaia – marginalizza, anzi cancella il ruolo della Regione, vanificandone quei compiti programmatori e di gestione che la Costituzione le ha affidato, al fine di una attenta e aderente conoscenza del territorio e delle sue esigenze. Chiediamo ai giudici della Consulta di fare chiarezza nel pasticciato provvedimento governativo: non accettiamo il ruolo di spettatori inerti dell’affossamento di sistemi collaudati di istruzione e formazione come quello veneto, dove la Regione ha investito sinora importanti risorse in sostituzione dello Stato, riuscendo a garantire apprezzati livelli di qualità e di inserimento occupazionale”.