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‘Primiero Green’, la Condotta Slow Food locale è “allarmata per l’aumento dell’uso di sostanze chimiche sui terreni”

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Per questo Slow Food ha scritto alle amministrazioni di Primiero Vanoi chiedendo una soluzione urgente. I Comuni di Imèr, Mezzano e Siror, proprio in seguito alle pressioni giunte nella primavera del 2015 da tanti cittadini allarmati dall’uso di sostanze chimiche sui prati da parte degli allevatori, hanno deliberato nei mesi scorsi divieti in merito. Ecco la lettera integrale della Condotta

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>Sabato 25 giugno Carlo Petrini (fondatore Slow Food) a Feltre

Primiero (Trento) – La Condotta Slow Food di Primiero è allarmata per l’aumento dell’uso di sostanze chimiche sui terreni, anche in un luogo non interessato da colture intensive come le nostre valli. I danni alla salute prodotti da queste sostanze sono documentati da molti studi. È preoccupante la recente decisione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della Commissione Europea di fare un passo indietro nel considerare l’utilizzo del glifosato – tra gli erbicidi e i diserbanti il principio attivo più usato al mondo – un prodotto sicuro.

Solo un anno fa l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) lo aveva dichiarato un probabile cancerogeno per l’uomo. La nostra Condotta ha quindi nel 2015 redatto, e condiviso con una serie di associazioni che ne sono co-firmatarie, il documento “Considera un’ombrellifera”, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione dei cittadini e delle ammistrazioni comunali su tre diverse situazioni in cui a Primiero (ma non solo) si verifica l’uso di queste sostanze chimiche dannose:  i diserbi con dissecanti selettivi che alcuni allevatori locali praticano in primavera su prati infestati da ombrellifere, fenomeno principalmente causato da concimazioni eccessive o mal eseguite;  il sistematico diserbo dei cigli delle strade eseguito delle amministrazioni pubbliche, con il dichiarato utilizzo da parte del Servizio Gestione strade della Provincia Autonoma di Trento di prodotti di sintesi derivati dal glisofato.

Simili prodotti vengono utilizzati anche dalle amministrazioni comunali per lo stesso scopo; il diserbo totale di aree verdi per sostituire il prato stabile con distese di coloratissimi e fotogenici fiori esotici, putroppo totalmente sterili. Oltre 1,4 milioni di persone in Europa, un numero senza precedenti, ha firmato una petizione che chiede alla Commissione Europea di applicare il “principio di precauzione”, per ottenere il bando cautelativo di questa sostanza finché non sarà provata la sua sicurezza. Purtroppo tale sforzo non è stato sufficiente. Alcune realtà hanno tuttavia già rinunciato all’uso del glifosato. In Danimarca l’uso dei glifosati (p.es. il prodotto Roundup della Monsanto) è vietato già dal 2003.

In Alto Adige è stato vietato nel 2015 l’utilizzo del glifosato su tutte le aree pubbliche ed anche su aree private da parte di enti pubblici, istituzioni ed associazioni. Il Comune di Rovereto ha deliberato nel 2015 di vietare l’uso del glifosato e di prodotti contenenti tale principio attivo da parte dei propri dipendenti e delle ditte affidatarie del Comune che operano sul territorio comunale. Analogo provvedimento hanno adottato i Comuni di Mezzolombardo e Lavis.

I Comuni di Imer, Mezzano e Siror, proprio in seguito alle pressioni giunte nella primavera del 2015 da tanti cittadini allarmati dall’uso di sostanze chimiche sui prati da parte degli allevatori, hanno deliberato nei mesi scorsi divieti in merito. Il Comune di Imer, che afferma di non utilizzare da anni fitofarmaci su tutto il territorio comunale, con nota del 9 giugno 2016 ha inoltre invitato il Servizio Gestione Strade della PAT a non utilizzare prodotti diserbanti contenenti il principio attivo glifosato nei tratti di strada provinciale ricadenti nel territorio comunale. Infine, appare sempre più evidente la necessità di rendere concreta e coerente la strategia territoriale Green Way Primiero, affinchè la valle possa risultare credibile ai sempre più numerosi turisti attenti e sensibili ai temi ambientali.

Rinunciare all’uso di erbicidi su tutto il territorio potrebbe veramente rappresentare una scelta da esibire e raccontare come esempio concreto di sostenibilità, a fianco delle energie 100% rinnovabili e di tutto il resto. Alla luce di queste considerazioni invitiamo le Amministrazioni comunali di Primiero e Vanoi a:

1) valutare i gravosi costi da sostenere da parte delle Amministrazioni Comunali per: adempiere alle procedure affinchè i proprio operai possano continuare ad usare i suddetti prodotti erbicidi (visto che il libero utilizzo di tali prodotti non è più ammesso dallo scorso novembre ed i corsi per il rilascio ed il rinnovo dell’apposito patentino sono ora obbligatori); per acquistare le attrezzature, per la revisione periodica obbligatoria di tali attrezzature, per l’acquisto dei prodotti diserbanti;

2) vietare l’utilizzo di erbicidi sul suolo pubblico, ai margini di strade e piazze, ricercando modalità alternative per contenere la crescita di erbe (eliminazione meccanica, pirodiserbo…), anche indagando presso altre Amministrazioni pubbliche che hanno esperienze in questo campo;

3) evitare il diserbo totale di aree prative;

4) vietare l’utilizzo di prodotti erbicidi su tutto il territorio comunale, anche da parte di allevatori e agricoltori. Inoltre si chiede di portare a conoscenza alla scrivente Associazione: − la natura dei prodotti utilizzati a fini di diserbo dagli operatori comunali o dalle ditte private che eseguono queste operazioni (denominazione commerciale e principi attivi presenti nel prodotto) − l’esatta quantità di prodotti utilizzati nel corso di un anno a fini di diserbo dagli operatori comunali o dalle ditte private che eseguono queste operazioni − le zone e i periodi dove la pratica del diserbo viene eseguita dagli operatori comunali o dalle ditte private che eseguono queste operazioni”.

Condotta Slow Food Primiero

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3 Replies to “‘Primiero Green’, la Condotta Slow Food locale è “allarmata per l’aumento dell’uso di sostanze chimiche sui terreni”

  1. Sentite gli allevatori su questa cosa…Sentite qualche esperto. Meglio sentire sempre tutte le campane prima di fare allarmismi e populismo.

  2. Complimenti a Slow Food, ottima presa di posizione. Non possiamo predicare green ed agire black o brown…come volete!

    Abbiamo scoperto di avere un tesoro nell’energia idroelettrica – che esiste da una vita -, ma non siamo in grado come valle di avere un ‘misero’ distributore di gpl o metano…30 km per la prima stazione. Però abbiamo le bici e le auto elettriche, ma giriamo con i mezzi a gasolio e benzina e gli autobus pure, anche nel Parco.

    Pensate solo a San Martino di castrozza, blasonata località turistica, senza nemmeno un distributore di carburante…

    E non parliamo di green nel fondovalle… meditiamo!

  3. La posizione di Slow food è encomiabile. La salute pubblica non può essere un problema marginale da considerare solo se qualche associazione/persona sensibile solleva il caso. Si cerca di rilanciare turisticamente la valle anche attraverso un’immagine naturalistica, in cui l’ambiente assume un ruolo determinante. Ma l’ambiente è fatto, oltre che di prati e strade oggetto del documento della condotta slow food, anche di aria e di acqua che rappresentano due elementi su cui c’è un’attenzione generalizzata da parte della gente.
    Aria con qualche problema in particolari periodi dell’anno (soprattutto nel fondovalle) e acque superficiali talvolta inquinate da reflui zootecnici non rappresentano certo un bel biglietto da visita. Anche questo è un problema di salute pubblica che dev’essere seriamente affrontato.

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