Incontro al Viminale tra il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, il ministro per gli Affari regionali Erika Stefani e i governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia
NordEst – L’annuncio arriva al termine di un incontro al Viminale: entro questa settimana il ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, riceverà un documento di sintesi che fotograferà lo stato dell’arte sulle procedure di autonomia avviate da Lombardia, Veneto e Emilia Romagna. La notizia imprime una brusca accelerazione a un’andatura che in questi giorni pareva essere in stallo, soprattutto dopo il posticipo del 15 febbraio. Non è un caso poi, secondo molti addetti ai lavori, che la novità sia arrivata dopo un incontro al Ministero dell’Interno, tutto in chiave leghista, a cui hanno preso parte Salvini, il ministro degli Affari Regionali Erika Stefani e i governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia.
Il titolare del Viminale e vicepremier, è stato precisato in una nota, discuterà il documento di sintesi finale con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e con l’altro vicepremier Luigi Di Maio. “Applicheremo quanto previsto dalla Costituzione”, hanno ribadito al termine della riunione Stefani e i governatori Fontana e Zaia. Soddisfatto Salvini, secondo il quale “stiamo vivendo un momento storico: lo dimostrano le altre Regioni che hanno avanzato richiesta di autonomia. Pensiamo a Liguria, Piemonte, Campania, Toscana, Umbria e Marche. È una richiesta di buona amministrazione e di spesa trasparente che si sta diffondendo in tutto il Paese”.
Il ministro Stefani, durante un’audizione in Commissione bicamerale per gli Affari Regionali, è tornata a chiarire che “il tema centrale nelle modalità di approvazione dell’intesa riguarda il rapporto con il Parlamento”. A questo punto, ha sottolineato, “la questione che si pone di fronte a noi è con quale modalità possa essere coinvolto il Parlamento nella formazione dell’atto, e prima che lo stesso sia sottoposto all’intesa, in modo da garantire una partecipazione consapevole e responsabile delle assemblee legislative”. Il tutto non senza tornare sulla salvaguardia delle prestazioni in tutto il Paese, “che sarà mio obiettivo salvaguardare nel percorso relativo all’applicazione dell’articolo 116 terzo comma della Costituzione”.
Diversi i toni del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che si dice convinto che l’autonomia differenziata non favorirà una migliore gestione delle risorse, almeno per chi ne è sprovvisto. “Ci sono fatti gravi, come il primo accordo tra il Veneto e il governo che prevedeva che il calcolo dei fabbisogni standard avvenisse anche in relazione al reddito delle regioni di provenienza. Altri esempi: nella bozza del febbraio 2018 c’era l’idea che se aumenta l’Iva il gettito in più resta nella Regione da cui arriva”. Anche per questo, ha avvisato, “siamo pronti a mettere in piedi un Vietnam istituzionale e costituzionale a ogni passaggio sull’autonomia differenziata, che sarà oggetto di valutazione della Corte Costituzionale”.
Cauto il presidente dell’Ordine dei Medici Filippo Anelli, per il quale “se l’autonomia significa provare a trovare flessibilità e dare efficienza, sicuramente rappresenta una buona risposta; se significa invece frantumare il servizio sanitario nazionale in tanti servizi regionali allora torniamo indietro nella storia”.
M5S, polemica in tv
Intanto il deputato bellunese Federico d’Incà ha strappato in diretta tv il dossier contro l’autonomia che creerebbe “cittadini di serie A e di serie B”, attribuito al Movimento 5 Stelle. Ospite di una trasmissione dell’emittente ‘Rete Veneta’, D’Incà, da sempre favorevole al percorso avviato dal Veneto, si è fatto consegnare dal conduttore il plico, negando che sia un documento di fonte parlamentare pentastellata e davanti alle telecamere ne ha fatto carta straccia.
“Ecco come si fa – ha detto il deputato, strappando i fogli – perchè sono cazzate scritte da qualcuno per poterci dare delle colpe”. “Qualcuno del Sud – ha aggiunto – ha preparato e fatto girare questo foglietto. Io con loro ho discusso, e comunque nell’accordo per il nostro Governo c’è scritto che l’autonomia si fa, e si farà”.
Kompatscher eletto alla guida della Regione Trentino Alto Adige. Il Presidente del Consiglio regionale, Roberto Paccher, ha proclamato mercoledì pomeriggio Arno Kompatscher Presidente della Regione. Dopo la conclusione della discussione in merito alle dichiarazioni programmatiche, iniziate nella tarda mattinata, lo scrutinio segreto ha visto l’elezione di Arno Kompatscher con 41 voti. 14 preferenze sono andate al candidato proposto dai Verdi, Manfred Vallazza (che aveva già dichiarato di non essere disponibile all’incarico), 1 voto per Filippo Degasperi. 9 schede bianche e 3 nulle. Il Presidente Kompatscher, presa posizione sul suo scranno, ha dichiarato di voler utilizzare il tempo a disposizione per lavorare a favore della popolazione e ha detto di voler gettare le basi per poter permettere al Consiglio regionale e alla Giunta regionale di poter svolgere il proprio lavoro. Via libera anche alla nuova Giunta, dopo le polemiche, sei il numero totale: Presidente Arno Kompatscher, Vicepresidenti Maurizio Fugatti e Waltraud Deeg. Assessori Manfred Vallazza (ladino), Claudio Cia e Giorgio Leonardi. Thomas Widmann si dimette da Vicepresidente del Consiglio regionale. Eletto al suo posto il Presidente del Consiglio provinciale, Josef Noggler. >Il confronto in aula