Molti volti nuovi e tante riconferme nel Consiglio
Trento – Si è tenuto a Trento, domenica 10 novembre, il 29° Congresso provinciale delle Acli trentine dal titolo: “Il coraggio della pace” con gli interventi e le relazioni del Presidente uscente Luca Oliver, delle autorità e dei rappresentanti degli enti invitati. Nel pomeriggio il dibattito, la presentazione e l’approvazione della mozione congressuale e l’elezione del nuovo Consiglio provinciale. L’apertura dei lavori è stata affidata al segretario provinciale delle ACLI trentine Joseph Valer che ha ringraziato la presidenza provinciale uscente per il lavoro svolto negli ultimi quattro anni.
Nella sua relazione, il presidente provinciale delle ACLI trentine Luca Oliver (nella foto) ha tracciato le priorità per le ACLI e per gli aclisti. Cinque i principali temi individuati, che devono essere alla base di un nuovo patto di solidarietà tra società civile, comunità economica e politica che metta al centro l’interesse collettivo e delle future generazioni. In primis, l’ambiente che deve trovare posto nelle strategie di sviluppo: innovazione, qualità dei processi e manutenzione del territorio diventano le vere chiavi del futuro delle Alpi. Il lavoro deve essere tutelato, con particolare attenzione ai più vulnerabili. Tuttavia, non possiamo limitarci a proteggere il lavoro esistente; dobbiamo anche “inventarlo” e rilanciarlo. Serve manodopera qualificata e nuove professionalità, serve rivalutare la cultura del lavoro e delle competenze, serve affrontare il tema della disaffezione al lavoro, figlio della sfiducia nel futuro, serve incentivare l’autoimprenditorialità e promuovere tutele e diritti.
Dobbiamo lavorare per un riassetto operativo della sanità integrando i servizi ospedalieri con la medicina di base, assicurando a tutti i cittadini, alle famiglie e agli anziani forme adeguate di integrazione, cura e supporto, evitando che ci siano cittadini di serie A, che possono permettersi le cure a pagamento, cittadini di serie B, che attendono pazientemente l’intervento pubblico e quelli di serie C, che addirittura rinunciano alle cure mediche. È importante rilanciare un percorso di formazione politica e sociale, basato sulla passione per le idee e l’interesse collettivo, affinché l’azione politica non si riduca a una mera gestione. Infine, l’Autonomia, questa preziosa forma di autogoverno da pensare e rilanciare come un progetto, a lungo termine, che sappia conciliare gli aspetti sociali con quelli economici, in un’ottica di sostenibilità, democrazia, responsabilità e partecipazione, per tornare ad essere modello da “esportare”, utile anche per altre realtà territoriali in crisi, nel rispetto dei diritti umani e dell’autodeterminazione dei popoli.
Presenti per i saluti istituzionali la Vice sindaca del Comune di Trento Elisabetta Bozzarelli:«Apprezzo il tema del Congresso provinciale “Il coraggio della pace” che entra nel cuore delle difficoltà del nostro tempo, ovvero della conflittualità permanente e della disumanizzazione di chi la pensa diversamente. Le ACLI, da sempre palestra di cittadinanza e schierate per l’equità sociale, per la tutela dei diritti, per la solidarietà e per la dignità del lavoro, sono un partner importante dell’amministrazione comunale».
L’aassessore provinciale Simone Marchiori, in rappresentanza della Giunta provinciale: «La pace non è qualcosa di scontato e non è qualcosa che possiamo delegare ad altri. La nostra storia ci insegna che con la nostra autonomia e il nostro spirito di solidarietà siamo riusciti a superare le conflittualità. Il messaggio che viene lanciato da questo Congresso dobbiamo farlo nostro».
Il presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini: «In democrazia non bisogna scoraggiarsi, è fondamentale lavorare per creare sinergie. Un tema che riguarda sia la società civile che la politica, due mondi che è importante collaborino tra loro per fare comunità e promuovere partecipazione».
Lette da don Cristiano Bettega le parole dell’Arcivescovo Lauro Tisiche esorta tutti gli aclisti a essere modello di mitezza. «Il mite non punta a vincere o a dividere il mondo in vincitore e vinti; il mite si apre all’altro e crea le condizioni perché l’altro possa esistere. Lavoriamo tutti per un mondo abitato dalla mitezza, per compiere passi concreti sulla via della pace». Dopo i saluti istituzionali sono state presentate tre esperienze di rete significative, che in questi anni hanno visto collaborare le ACLI con importanti realtà del territorio.
Stefano Graiff, presidente del Centro Astalli ha richiamato la necessità di sviluppare progetti che mettano al centro le persone, poiché la soglia di povertà si sta drammaticamente alzando. «Una comunità sicura è quella che sa mettere al centro la dignità di ogni essere umano, titolare di diritti sanciti dalla Costituzione. Dobbiamo rispondere con una comunità sicura, intesa come una comunità che si cura e che sa curare».
Luana Moresco, Vice presidente della Fondazione Antonio Megalizziha ringraziato le ACLI per essere stato uno dei primi enti che ha creduto nel progetto. «Siamo riusciti a formare oltre 10 mila studenti sul tema dell’Unione Europea e sui suoi valori. Siete stati un ponte che ci ha aiutato a realizzare importanti iniziative e, a distanza di anni, siete ancora un importante megafono per i valori di Antonio Megalizzi».
Antonio Trombetta, presidente Forum trentino per la pace e per i diritti umani ha ribadito come sia importante affermare il cessate il fuoco a tutte le guerre, lo stop al riarmo, l’accesso agli aiuti umanitari per tutte le persone costrette dalle guerre e dai cambiamenti climatici a vivere in pericolosi campi profughi. «Viviamo in un momento storico violento e abbiamo bisogno di parlare di pace e di costruire politiche di pace».
A chiudere i lavori della mattinata, il presidente delle Acli nazionali Emiliano Manfredonia (nella foto). Nella sua relazione è tornato sul tema della pace che dà il titolo al Congresso, puntando l’attenzione su quanto sia importante andare alle radici del conflitto, più che prendere le parti di una o dell’altra fazione. In tema di lavoro, le ACLI stanno lavorando a una proposta di “salario costituzionale”, ovvero un salario che sia adeguato sia sul piano economico che dei diritti sociali. Infine, don Cristiano Bettega, accompagnatore Vita Cristiana ACLI trentine ha concluso con un momento di preghiera invitando a una riflessione sul valore della curiosità, carburante che ci permette di andare al di là della ricerca del consenso immediato e di avere uno sguardo attento alle persone e al dettaglio.