Il testo approderà in Consiglio il prossimo 9 aprile. Approvato dalla Terza commissione, presieduta da Vanessa Masè (la Civica) il ddl 19 dell’assessore Gottardi in materia di residenzialità lavorativa. Il parere favorevole è arrivato con 4 sì e 3 astensioni, dopo l’audizione di Cgil, Cisl e Uil. Lunedì pomeriggio si erano svolte le altre audizioni, sentiti i rappresentanti delle professioni e il Cal
Trento – Le audizioni. I sindacati: serve chiarezza sui criteri. I lavori di oggi si sono aperti con l’audizione dei rappresentanti dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil. Manuela Faggioni Sella, intervenuta per la Cgil e per il sindacato inquilini Sunia, ha espresso alcune preoccupazioni rispetto all’uso come foresteria di alberghi dismessi. Ha chiesto massima chiarezza sulle definizione e sui criteri (tra cui il numero di anni per cui devono essere stati fermi gli hotel in questione) perché non possano esserci utilizzi distorti degli hotel. La preoccupazione è che il progetto si trasformi in un costo imputabile ai lavoratori, ha aggiunto: ci sono contratti infatti che prevedono vitto e alloggio per i dipendenti a carico dei datori di lavoro e altri contratti che non entrano nello specifico. Non si vorrebbe, ha detto, che quella che parte come una buona idea si traduca in un aggravio dei costi per i lavoratori, l’alloggio sia a carico dei datori di lavoro. Faggioni Sella ha chiesto che la soluzione sia temporanea, che non si trasformi in qualcosa che limita il diritto dei lavoratori a trasferire sul territorio la loro famiglia, qualora lo desiderassero. E che sia questa solo una delle soluzioni per le politiche abitative che devono essere tante e differenziate e che questa degli alberghi dismessi sia una soluzione tampone, temporanea: questi gli auspici della sindacalista. La ristrutturazione, ha concluso, dovrebbe rimanere a carico del proprietario dell’immobile.
Michele Bezzi ha espresso la convinzione che serva un intervento a favore dei lavoratori stagionali, si è detto favorevole all’impianto della legge. La situazione deve però essere temporanea, ha aggiunto esprimendo alcune preoccupazioni, non può essere la soluzione al problema casa. Per il segretario della Cisl bisogna strutturare il passaggio con chiarezza e sicurezza per evitare distorsioni e il passaggio deve essere temporaneo e inserito in un contesto di politiche per la casa sull’housing sociale e sulle abitazioni private. Vanno coinvolti Comuni e Comunità di valle, ha aggiunto.
Walter Kaswalder (Patt) ha portato l’esempio di Carbonare di Folgaria, ci sono diversi alberghi chiusi da 10 anni: piuttosto che lasciare un disastro del genere è meglio intervenire, ha affermato. Ha affermato la necessità di un ragionamento contro il degrado, sulla riconversione degli hotel chiusi da più di 10 anni: in questo modo si troverebbero persone che ci vanno a vivere tutto l’anno e si riqualificherebbe la zona. Il ragionamento per il consigliere deve essere svolto di zona in zona.
Ha risposto Faggioni Sella che ha rimarcato il “no” al turistico del sindacato: quello che manca è il residenziale per i trentini e per chi viene in Trentino a lavorare. Importante, nel caso di Carbonare, per la sindacalista, è la destinazione d’uso residenziale, non turistica e l’attrattività della zona in termini di occupazione, alloggio, servizi. Benvenga, ha confermato Bezzi, una riflessione con gli enti locali della zona, l’importante è che non si parli di alloggi turistici, serve residenzialità.
Roberto Stanchina (Campobase) ha invitato a non andare fuori tema. Si parla di foresterie a uso temporaneo, ha dichiarato, e il tema tale deve rimanere, poi c’è un tema relativo all’attrattività dei luoghi. Se a Carbonare si interviene con il co-housing qualcuno investirà in servizi, aprirà una famiglia cooperativa, ma questo non è il tema. Non bisogna focalizzarsi per Stanchina su alcuni settori lavorativi: c’è estremo bisogno di temporaneità anche per il settore sanitario, una temporaneità ponte verso una stabilità, un’ancora di salvezza. Serve però poi una politica che consenta di trovare una soluzione di residenzialità definitiva. Ha concluso ricordando che il modo di abitare oggi è diverso da quello di un tempo, che si deve lavorare su un nuovo modello di proposta e di affitto.
La discussione generale. L’assessore Gottardi ha ricordato che alcuni temi possono essere affrontati con potenziali modifiche lavorative proposte prima dell’Aula. Ha parlato del ddl come di un primo passo che non risolve le politiche per la casa né le problematiche delle famiglie. È stato chiarito che dove c’è stagionalità viene garantito l’alloggio, ha aggiunto riferendosi alle preoccupazioni espresse dai sindacati. Il ddl è in materia urbanistica, ha ribadito. Sulle foresterie agricole e sulle richieste di non porle in aree di pregio ha invitato a guardare lo strumento di pianificazione per verificare che tutte le aree dove sono pensate queste foresterie agricole sono di pregio: se inserisce il limite non si possono collocare. Ha preannunciato che probabilmente si riformulerà prima dell’Aula, per renderla più chiara, la prima parte dell’articolo 4 che disciplina le modalità con cui si può intervenire temporaneamente con comunicazione su strutture esistenti. Una prima garanzia anche per il Comune per l’assessore: il timore che c’era nella formulazione precedente era che il privato intervenisse sulla struttura mettendo il Comune in un cuneo da cui era difficile uscire. I Comuni, ha proseguito, hanno proposto di poter fare una variante semplificata anche qualora il Comune pianificasse una destinazione diversa da quella della residenzialità temporanea. Difficile per Gottardi pensare che ci possa essere un’attività speculativa: si parla di strutture che non vanno a sovvertire la proposta turistica della località. Ancora, non si risolve con questo ddl tutti i problemi di tutti i lavoratori stagionali, ha ricordato l’assessore. Si è chiarito al Cal, ha aggiunto, che quello della residenza non è un tema, perché il Tulps dice che la residenza va data a chi la chiede dove la chiede, il Comune è obbligato alle verifiche ex post.
Stanchina è tornato sulla questione delle aree agricole di pregio: c’è un rischio di perdere il controllo del territorio, si rischia di andare incontro a una serie di questioni legate ad esempio al fatto che ci sarà qualcuno che non vorrà smantellare quanto costruito. Ha parlato di una difficoltà reale nel controllo: si rischia di dare un via libera a tutti con dopo una difficoltà a controllare, si rischia che il famoso provvisorio all’italiana diventi definitivo. Fondamentale poi per il consigliere parlare di fideiussioni da richiedere a chi fa opere libere in questo senso. Sulla residenza: i controlli ci sono e devono essere fatti, si deve però essere in grado di farli, ci sono Comuni che non hanno il personale. Ha ricordato il tema dell’allacciamento fognario per le foresterie in campagna con la necessità che il luogo sia igienicamente a posto. Non si gestisca la problematica solo per dire di aver dato una risposta immediata, quando si è fatta una legge è difficile tornare indietro, ha auspicato Stanchina.
Alessio Manica (Pd) ha detto che saranno utili affinamenti al ddl. Sulle foresterie agricole si è detto preoccupato per la delicatezza paesaggistica rispetto a ciò che si vedrà sorgere: un immobilone calato sulle aree agricole. Ha fatto l’esempio di Aldeno con il fiorire di depositi in campagna. Manica ha auspicato un allacciamento all’acqua per queste strutture e si è detto tranquillizzato dalle affermazioni del dirigente Giovanni Gardelli che è intervenuto ricordando che non si tratta di hobbisti, ma di agricoltori professionisti, di insediamenti in aree veramente grandi che presuppongono un’infrastrutturazione dell’area. Ci si aspetta, ha dichiarato Gardelli, che questi container-case mobili presuppongano un allacciamento e che quindi siano posti in prossimità dei sottoservizi, non in mezzo alla campagna. Sempre Manica si è detto d’accordo sulla questione delle fideiussioni. Bene per il consigliere che si definisca bene il tema della temporaneità, la variante semplificata, anche se forse però va chiarita la questione dei 10 anni.
Per Daniele Biada (FdI) va bene la temporaneità, ma bisogna risolvere il problema dei lavoratori dando dignità a chi viene a lavorare in Trentino. Serve poi per il consigliere una cura del territorio che passa anche per il recupero di un immobile dismesso. Bisogna per Biada permettere di ampliare depositi e realizzare immobili che siano dedicati alla ricettività agricola per evitare in futuro di fare questi alloggi. Nelle valli agricole sarebbe comunque bello ci fosse qualche albergo dismesso da utilizzare in prima battuta prima di pensare alla riconversione dei depositi, ha aggiunto. Quindi si è detto favorevole al ddl e ha auspicato ancora maggiore flessibilità sui limiti temporali (ad esempio quello dei 180 giorni).
Roberto Paccher (Lega) ha sottolineato che gli alberghi sono dismessi perché non rendono, se non si fa qualcosa nessuno andrà a riconvertirli dal punto di vista commerciale e turistico, rimarranno ecomostri. Con questo ddl si pongono per il consigliere le condizioni per il riutilizzo di alberghi non utilizzati che non sono più appetibili dal punto di vista turistico. Bisogna semplificare il più possibile, ha aggiunto: bene qualsiasi destinazione, bisogna rivitalizzare queste strutture e superare il degrado.
Eleonora Angeli (Noi Trentino per Fugatti presidente) ha detto di appoggiare il ddl. Si è detta un po’ perplessa sul vincolo dei giorni. È quindi tornata sulla questione dei professionisti sanitari e ha chiesto di intervenire sul tema in tempi brevi perché è un’emergenza.
Manica ha rimarcato la differenza tra la gestione degli ecomostri e questa norma che non interverrà certo sugli ecomostri. Questi ultimi vanno affrontati, ma attraverso un percorso pianificatorio. Stanchina ha ricordato che la richiesta è, soprattutto nel caso degli alloggi temporanei per l’agricoltura, di qualche accorgimento che dia la possibilità di intervenire nei casi dove si va oltre a quello che prevede la legge: non si vogliono vedere in Trentino lavoratori che vengono messi a dormire in cassoni. Si deve per Stanchina intervenire con una legge che risolve il problema e lo fa in modo chiaro.
Gottardi ha espresso nuovamente la disponibilità a migliorie prima dell’Aula e ha rimarcato il passaggio fatto nel recepire le istanze dei Comuni. Ha ricordato lo stralcio dell’articolo 12 della variazione di bilancio e l’ha definito un’occasione per rispondere alle esigenze dei Comuni con qualcosa che in esso non era previsto.
Masè ha ricordato infine che ci si trova davanti a una norma urbanistica. La norma è stata affinata, ha aggiunto, rispetto a quella contenuta nella variazione di bilancio, e ha detto di aver apprezzato il punto di incontro che è emerso nelle audizioni sul fatto che si tratti di una situazione temporanea pensata per garantire la dignità delle persone all’interno delle necessità degli imprenditori e delle aziende.
Dichiarazioni di voto e parere: la Commissione licenzia il ddl. Manica e Stanchina hanno motivato il voto di astensione con la breve tempistica a disposizione e in relazione al fatto che l’assessore si è detto disponibile a ragionamenti verso l’Aula. Anche per Lucia Coppola (Verdi e Sinistra) l’astensione è prodromica agli emendamenti.
Dopo il voto favorevole sull’articolato (sì a tutti i 5 articoli del ddl con 4 voti favorevoli e 3 astensioni), la Commissione ha espresso parere favorevole sul ddl 19 con 4 sì (Angeli-in sostituzione di Brunet-, Biada, Masè, Paccher) e 3 astensioni (Coppola, Manica-in sostituzione di Calzà-, Stanchina). Il ddl arriverà in Aula in aprile.