In regione si segnala la presenza di coltivazioni geneticamente modificate, che non rispettano nè i diritti dei cittadini, nè quelli dei coltivatori limitrofi
Friuli Venezia Giulia – In Friuli Venezia Giulia è in atto da tre anni, da parte di un gruppo di agricoltori, un tentativo forzoso di introduzione delle colture OGM. Questo senza il minimo rispetto per i diritti dei cittadini e per le produzioni agricole altrui. Ciò è inaccettabile per molteplici ragioni.
Innanzitutto gli OGM richiedono una coltura altamente intensiva anche in termini di fertilizzanti, pesticidi e diserbanti specifici, come e più dell’agricoltura industriale non-OGM, introducendo inoltre un circolo vizioso di dipendenza commerciale dalle multinazionali che ne detengono i brevetti.
Inoltre impediscono definitivamente ogni ipotesi di un’alternativa agricola e mettono a repentaglio le alternative già esistenti come le produzioni biologiche e tipiche.
Quello che oggi è invece indispensabile è partire dalla considerazione che la terra, il cibo, i semi e la biodiversità sono beni comuni prima che merci, necessari alla sopravvivenza, alla salute degli umani e dell’ecosistema, e alla riproduzione della vita. Mentre i profitti di pochi e le speculazioni del mercato non possono essere i principi cardine che determinano natura e scopi dell’agricoltura.
Infine è necessario mettere in pratica il “Principio di precauzione” introdotto dalla Dichiarazione di Rio dell’ONU, previsto dal Trattato Comunitario Europeo e dalla legislazione italiana per il quale sta a chi propone gli OGM di dimostrare con certezza la loro non-nocività per la salute e l’ecosistema, cosa che non è mai avvenuta.
Quello che sta accadendo nel territorio del Friuli Venezia Giulia lede perciò il diritto fondamentale all’autodeterminazione e alla sovranità alimentare. Lasciare che accada è un affronto intollerabile alla grande maggioranza che, in questo territorio come in Europa, rifiuta gli OGM. Maggiori informazioni sulla petizione qui.