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Arsenico oltre i limiti in Trentino, Il Vanoi si mobilita: in arrivo il dearsenificatore

Arsenico nell’acqua – In Trentino non c’è nessun allarme arsenico nell’acqua potabile. Il nuovo limite di 20 microgrammi per litro, stabilito il 28 ottobre 2010 dalla Commissione Europea, è superato oggi a passo Gobbera (Canal San Bovo) con riferimento all’acquedotto di una piccola frazione che conta un centinaio di persone. L’amministrazione comunale tranquillizza però i residenti poichè in questa località si stanno definendo gli interventi da adottare.

Nel comune di Frassilongo i lavori per l’abbattimento dei valori di arsenico sono stati ultimati e sono attualmente in corso le procedure di collaudo dell’acquedotto. Va ribadito però che si tratta di arsenico di origine geologica.
La concentrazione di arsenico in questi acquedotti raggiunge un valore di circa 40 microgrammi per litro, molto più alto del limite europeo fissato a 10. In passato però erano state concesse delle deroghe, in considerazione del fatto che si tratta di una presenza naturale. Una presenza che secondo il Ministero della salute non comporta rischi per l’uomo. L’Unione Europea, che in passato aveva sposato questa linea, ha respinto la terza richiesta di deroga. Il diniego porta la data del 28 ottobre scorso ma non è ancora stato trasmesso alle amministrazioni interessate.

La situazione a Trento –
L’assessore comunale all’Ambiente di Trento Michelangelo Marchesi si riserva di approfondire la questione. "La presenza di arsenico in questi acquedotti – viene ribadito – non supera mai i valori di 20 microgrammi per litro previsti dall’Unione. Tra le principali fonti di approvvigionamento dell’acquedotto di Trento la presa di Cantanghel e quella di Ponte Alto. L’opera di presa Cantanghel eroga mediamente 80 litri di acqua al secondo, mentre da Ponte Alto sgorgano 50 l/s medi.

Entrambe le fonti presentano dei valori di arsenico di origine geologica, quindi naturale, con valori medi compresi tra 11 e 15 microgrammi per litro, con punte che arrivano al massimo a 17 microgrammi per litro, dunque già al di sotto dai valori previsti dall’unione. Dolomiti Reti, la società che gestisce l’acquedotto, ha intrapreso da anni iniziative volte a trattare l’acqua proveniente dalle due opere di presa, progettando e realizzando sofisticati impianti di trattamento che abbattono il contenuto di arsenico presente. Gli investimenti messi in opera ammontano a euro 2.550.000 per gli impianti e gli edifici per l’abbattimento della percentuale di arsenicoÿ e a euro 1.387.000 per opere accessorie connesse a queste operazioni".

Vanoi, il sindaco tranquillizza –
Nel comune di Canal S. Bovo il problema della concentrazione di arsenico nell’acqua potabile superiore ai limiti Ue (31.6 contro quello nuovo comunitario di 10) riguarda esclusivamente l’adduzione che serve la frazione di Gobbera e non l’intero centro abitato. Lo ha detto il sindaco Mariuccia Cemin chiarendo che "il problema riguarda solo l’uso potabile e quindi non, ad esempio, l’acqua utilizzata per lavarsi o per la pulizia".

"Oggi abbiamo passato una mattinata infernale perché siamo stati subissati di telefonate e richieste di chiarimenti – prosegue il sindaco -. Preciso che la canalizzazione interessa poco meno di 100 residenti sui 1.650 complessivi del Comune. Fino ad oggi esiste una deroga sui paramenti relativi alla presenza di Arsenico (l’attuale limite è di 50) – evidenzia il sindaco – e quindi la nostra concentrazione appariva regolare.

Si tratta ora di dare attuazione piena al progetto esecutivo, peraltro già in appalto, per la realizzazione di una nuova condotta che colleghi l’acquedotto per la Gobbera con quello generale di Canal S.Bovo. Nei tempi stretti, se necessario, ci attrezzeremo per distribuire l’acqua per alimenti con dei mezzi".

Le precisazioni della Provincia –
Le norme in vigore (art. 13 del D.Lgs n. 31 di data 2 febbraio 2001 recante: “attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate a consumo umano”) stabiliscono che il limite massimo di arsenico nell’acqua sia di 10 microgrammi per litro ma prevedono anche la possibilità che a questo parametro siano concesse delle deroghe. Il Ministero della Salute ha concesso annualmente, con decreto, le deroghe, ammettendo la distribuzione di acqua destinata al consumo umano, contenente arsenico di origine geologica, fino ad un valore massimo ammissibile di 50 microgrammi per litro.

L’autorizzazione ministeriale è sempre stata rilasciata dopo l’esame delle relazioni trasmesse dalla Provincia autonoma di Trento, nelle quali risultavano evidenziati, tra l’altro, gli stati di avanzamento dei lavori di risanamento in corso nei comuni che richiedevano la deroga, necessari a far rientrare la presenza di arsenico nei limiti stabiliti dalla norma. Al fine di poter beneficiare della deroga i comuni interessati devono dimostrare annualmente, tramite una dettagliata relazione, i piani di rientro nei parametri o esplicitare le ragioni per le quali sono in ritardo rispetto all’attuazione di questi piani; sono inoltre monitorate costantemente le acque che derivano dagli acquedotti interessati.

La Giunta provinciale (deliberazione n. 1889 di data 1 agosto 2003) con l’approvazione del piano delle opere igienico sanitarie ha previsto stanziamenti per i comuni impegnati nell’opera di eliminazione dell’inquinamento da arsenico nelle acque. Le norme prevedono anche che, al fine della concessione del terzo triennio di deroga, il Ministero della Salute debba preventivamente acquisire il parere della Commissione Europea.
In merito alle richieste di deroga temporanee inoltrate dal Ministero, per numerosi comuni italiani, la Commissione Europea ha espresso parere positivo per le richieste di deroghe che prevedono un limite di 20 microgrammi.

Oggi i comuni trentini che rientrano in questa fattispecie sono:

Trento (Laste-Cantanghel) e Fierozzo dove i limiti sono entro i 20 microgrammi come previsto dalla Commissione Europea;
Frassilongo dove il limite è di 25 microgrammi ma risulta in corso il collaudo dell’acquedotto e pertanto il problema si risolverà a brevissimo;
Canal San Bovo/Gobbera dove il limite rilevato è superiore ai 30 microgrammi; in questo comune si stanno studiando come possibili rimedi, l’applicazione sulla mandata dell’acquedotto di un dearsenificatore, come già attuato nei comuni di Tenna e Borgo Valsugana, oppure la miscelazione di più sorgenti al fine di pervenire ad un abbattimento del parametro.

  • Che cos’è l’arsenico
    Fonte Wikipedia

L’arsenico è l’elemento chimico di numero atomico 33. Il suo simbolo è As. È un semimetallo che si presenta in tre forme allotropiche diverse: gialla, nera e grigia. I suoi composti trovano impiego come pesticidi, erbicidi ed insetticidi. È inoltre usato in alcune leghe.

Caratteristiche [modifica]

Dal punto di vista chimico, l’arsenico è molto simile al suo omologo, il fosforo, al punto che lo sostituisce parzialmente in alcune reazioni biochimiche, da cui il suo effetto tossico. Scaldato, si ossida rapidamente ad ossido arsenioso, dal tipico odore agliaceo. L’arsenico ed alcuni suoi composti sublimano, passando direttamente dalla fase solida a quella gassosa.

L’arsenico elementare si trova in due diverse forme solide; gialla e grigia/metallica, le cui densità relative sono rispettivamente 1,97 e 5,73.

Applicazioni [modifica]

L’arseniato di piombo è stato usato fino a buona parte del XX secolo come pesticida sugli alberi da frutto, con gravi danni neurologici per i lavoratori che lo spargevano sulle colture e ci sono resoconti sull’uso di arseniato di rame nel XIX secolo come colorante per dolciumi.

L’applicazione di maggiore pericolo per il grande pubblico è probabilmente quella del legno trattato con arsenocromato di rame ("CCA" o "Tanalith", e la maggior parte del vecchio legno "trattato a pressione"). Il legname CCA è ancora in circolazione e in uso in molti paesi, ed è stato usato in modo massiccio durante la prima metà del XX secolo per strutture portanti e rivestimenti esterni di edifici in legno, dove c’era il pericolo di marcescenza o di attacchi di insetti. Anche se questo tipo di trattamento del legno è stato proibito nella maggior parte delle nazioni dopo la comparsa di studi che dimostravano il lento rilascio di arsenico nel terreno circostante da parte del legno CCA, il rischio più grave è la combustione di legno CCA, che concentra i composti di arsenico nelle ceneri: ci sono stati casi di avvelenamento da arsenico di animali e di esseri umani per ingestione di ceneri di legno CCA (la dose letale per un uomo è di 20 grammi di cenere, circa un cucchiaio). Il legno CCA recuperato da costruzioni demolite continua tuttavia ad essere bruciato, per ignoranza, in fuochi domestici o commerciali; lo smaltimento sicuro di legno CCA continua ad essere poco praticato e ci sono preoccupazioni in alcune zone massicciamente edificate con legno trattato all’arsenico per la futura demolizione delle costruzioni.

Altri usi:

  • Vari insetticidi e fitofarmaci agricoli.
  • L’arseniuro di gallio è un importante semiconduttore, usato nei circuiti integrati. I circuiti realizzati in arseniuro di gallio sono molto più veloci (e molto più costosi) di quelli realizzati in silicio. A differenza del silicio, possono essere utilizzati nei diodi laser e nei LED per convertire direttamente l’elettricità in luce.
  • Il triossido di arsenico è stato impiegato per la cura della leucemia promielocitica acuta in pazienti resistenti alla terapia con l’acido trans-retinoico.
  • Il triossido di arsenico è impiegato in Australia come agente per la disinfestazione delle case dalle termiti.
  • È usato anche nella realizzazione di fuochi d’artificio.

Storia [modifica]

La parola arsenico è un prestito dal persiano ????? (Zarnik), che vuol dire "ornamento giallo"; Zarnik venne adottato nel greco antico nella forma arsenikon. L’arsenico era dunque conosciuto e utilizzato in Persia e in altri luoghi fin dai tempi antichi. Poiché i sintomi dell’avvelenamento da arsenico erano mal definiti, veniva usato spesso per omicidi, fino all’ideazione del test di Marsh, un test di laboratorio molto sensibile in grado di rivelarne la presenza nei tessuti.

Inizialmente come impurità presente nei minerali cupriferi ma poi scelto come allegante deliberatamente, l’arsenico già nel Calcolitico finale anatolico e poi durante l’Età del Bronzo, veniva spesso unito al rame a creare una lega con caratteristiche simili al bronzo. Si pensa che sia stato Alberto Magno il primo a isolare l’arsenico elementare, nel 1250. Nel 1649 Johann Schroeder pubblicò due diversi modi per preparare arsenico. Nell’età vittoriana, l’arsenico veniva usato come cosmetico, per migliorare la carnagione e l’aspetto del volto (il cosiddetto "pallore da arsenico"). Alcuni uomini sono morti per aver baciato donne con arsenico sulle labbra, spesso prostitute. Questo particolare veleno venne anche usato per uccidere Rasputin, anche se questi ne prendeva tre gocce ogni mattina, proprio per scongiurare un attentato del genere. I nobili della congiura dovettero: sparargli, accoltellarlo, avvelenarlo ed infine buttarlo, sembra ancora vivo nonostante tutto, nel fiume Nieva.

C’è una massiccia epidemia di avvelenamento da arsenico in Bangladesh, dove si stima che circa 57 milioni di persone bevano acqua da pozzi con concentrazioni di arsenico al di sopra dei limiti massimi di 50 parti per miliardo stabiliti dall’organizzazione mondiale per la sanità; tale arsenico è di origine naturale, e viene rilasciato dai sedimenti nelle acque di falda a causa delle condizioni anossiche del sottosuolo. Queste acque sotterranee hanno cominciato ad essere utilizzate dopo l’avvio da parte di organizzazioni non governative occidentali di un grande programma di pozzi per ricavare acqua potabile, in modo da evitare l’uso di acque di superficie contaminate da batteri, ma i test sull’acqua di falda per l’arsenico non vennero effettuati. Si pensa che molti altri paesi del sudest asiatico, come Vietnam, Cambogia e Tibet, abbiano ambienti geologici sotterranei tali da provocare la stessa alta concentrazione di arsenico nelle acque sotterranee

Disponibilità [modifica]

L’Arsenopirite, nota anche come mispickel (FeSAs) è il più comune minerale di arsenico, da cui l’elemento si ricava per arrostimento: il calore fa sublimare l’arsenico, lasciando come residuo solido il solfuro ferroso. La società Rumianca, di Riccardo Gualino, nello stabilimento di Carrara Avenza fondò la sua fortuna commerciale nella lavorazione delle piriti arseniose, come precursori di prodotti da usare nell’industria bellica e negli antiparassitari.

I composti più importanti dell’arsenico sono l’arsenico bianco (il suo solfuro), il verde di Parigi (acetoarsenito di rame [Cu2(AcO)(AsO3)]) e l’arsenato di piombo. Tutti sono stati usati in passato come agrofarmaci. L’arsenico può raramente trovarsi puro in natura, ma più spesso si trova associato a argento, cobalto, nichel, ferro, antimonio o zolfo.

Oltre alle forme inorganiche summenzionate, l’arsenico si può trovare in un certo numero di composti organici nell’ambiente: una volta entrato nella catena alimentare, l’arsenico viene progressivamente metabolizzato in forme meno tossiche con un processo di metilazione.

Precauzioni ed effetti sulla salute 

L’arsenico e molti dei suoi composti sono veleni particolarmente potenti. L’arsenico uccide danneggiando in modo gravissimo il sistema digestivo ed il sistema nervoso, portando l’intossicato alla morte per shock. Composti contenenti arsenico sono cancerogeni e, in particolare, sono implicati nella patogenesi del carcinoma della vescica, nel carcinoma mammario e di alcune neoplasie dell’apparato tegumentario. Una estesa letteratura scientifica disponibile su prestigiose riviste internazionali ha ormai provato che l’esposizione cronica all’arsenico ha effetti multipli sulla salute:

  • riduce le difese antiossidanti dell’organismo, dato che l’arsenico ha una elevata affinità per i gruppi sulfidrilici delle proteine e di metaboliti endogeni come il glutatione;
  • provoca stress ossidativo direttamente nell’ambiente intracellulare, inattivando diversi enzimi coinvolti nelle reazioni di ossidoriduzione (deidrogenasi, mono-ossigenasi, ecc.);
  • interferisce pesantemente con i meccanismi endocrini regolati dagli estrogeni (da cui il sospetto che possa causari tumori alla mammella);
  • non ultimo, può attaccare direttamente i filamenti di DNA e provocarne lesioni combinate di vario tipo.

In breve:

TRENTO/In 3mila senza acqua –
Tremila abitanti senza acqua. Sono gli abitanti di Tuenno e Nanno rimasti senza acqua in seguito alla rottura di una condotta idrica. Lo ha reso noto il sindaco di Tuenno Piero Leonardi precisando che da martedì mattina i tecnici sono al lavoro per ripristinare la condotta danneggiata per consentire l’erogazione regolare dell’acqua nelle abitazioni dei 2.400 abitanti di Tuenno e dei 600 di Nanno.

Categories: NordEst
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