La vaccinazione obbligatoria era stata introdotta con una legge approvata a febbraio, che aveva reso l’Austria il primo paese occidentale a imporre un obbligo vaccinale per buona parte della popolazione. La sospensione, ha detto il governo, «ha effetto immediato». La legge prevedeva una prima fase di informazione della popolazione, in modo da dare il tempo ai non vaccinati di provvedere, e una seconda fase in cui le autorità avrebbero cominciato a comminare sanzioni. Questa seconda fase sarebbe dovuta iniziare il 15 marzo, con controlli a campione fatti dalle forze dell’ordine, ma la decisione del governo austriaco ne ha bloccato la partenza.
Rispetto a quando la legge era stata proposta, lo scorso dicembre, la situazione dei contagi nel paese è sensibilmente migliorata e la gran parte delle restrizioni dal 5 marzo era stata eliminata. Per questo motivo nelle scorse settimane il governo aveva formato una commissione composta da scienziati e giuristi con il compito di valutare se la vaccinazione obbligatoria fosse ancora una misura necessaria e proporzionata rispetto all’andamento della pandemia. L’8 marzo la commissione ha riferito al governo di ritenere che non ci sia bisogno di un obbligo vaccinale in Austria al momento.