Nel pomeriggio di mercoledì, è stato trovato l’accordo tra l’assessore Mario Tonina e la minoranza che ha permesso al ddl 81 in materia idroelettrica di ottenere il via libera verso l’approvazione. Molte le perplessità sollevate dalle minoranze durante la discussione in aula, a cominciare dal mancato coinvolgimento dei territori su un provvedimento così importante. L’ex governatore Ugo Rossi: “Tonina si fermi e costruisca un’alleanza per difendere le piccole centrali”
Trento – Trovata la sintesi grazie ad una serie di emendamenti (a prima firma Manica, Marini, Coppola e Tonina) che introducono il partenariato pubblico privato per le concessioni; l’obbligo per le società che partecipano alle gare di minimizzare gli effetti sull’ambiente; la moratoria sulle domande di nuove concessioni per gli impianti di media potenza fino all’approvazione del Piano per le acque; la formazione delle comunità energetiche e forme di partecipazione dei cittadini sulla valutazione degli effetti della legge. Conclusa nel tardo pomeriggio di mercoledì la discussione generale, mentre giovedì mattina ci dovrebbe essere il ritiro di buona parte dei 214 ordini del giorno ostruzionistici.
Il disegno di legge Tonina
Il confronto in Consiglio provinciale
Coppola: la privatizzazione dell’acqua incide anche sulla sicurezza.
E’ poi ripresa la discussione generale sul ddl 81 di Mario Tonina con l’intervento di Lucia Coppola (Misto – Europa Verde), la quale ha sottolineato l’importanza sociale dell’acqua. Patrimonio messo a rischio dalle logiche di mercato e dalla proliferazione delle centraline idroelettriche. L’esponente verde ha detto che con l’introduzione della Bolkestein mette in dubbio il principio dell’acqua come bene pubblico e porta anche rischi alla sicurezza, come testimonia la privatizzazione dei controlli. Così come rischioso, per le concessioni, è il sistema della migliore offerta economica, quando si dovrebbe guardare soprattutto ai criteri ambientali. A dieci anni dal referendum sull’acqua pubblica, ha ricordato, i risultati sono stati pochi, anzi la privatizzazione è andata avanti con maggiore forza e prevale la logica del mercato e delle concorrenza. Al punto che alla Camera è stato depositato un ddl per riportare l’acqua sotto il controllo pubblico, trasformando tutte le società di gestione dal diritto a quello pubblico. Inoltre, è peggiorata la situazione delle reti (in Trentino si disperde il 20% contro il 40% nazionale) e la bolletta è aumentata del 90%. C’è poi da chiedersi se effettivamente servono tutte le concessioni che verranno rinnovate. La consigliera ha presentato un odg che impegna la Giunta a acquistare tutti gli impianti del nostro territorio che avrebbe un costo stimato di 400 milioni e, in subordine, di porre al primo posto, per il rinnovo, la qualità ambientale.
Zanella: si doveva prendere tempo.
Paolo Zanella (Futura) ha ricordato che serve un impegno etico sull’acqua che è un bene sempre più raro. Inoltre, in questo momento si sta mettendo in dubbio la bontà della privatizzazione dei tutti i beni, mentre, al contrario, noi stiamo mettendo a gara l’ oro bianco del nostro territorio, dimenticando, tra l’altro, che siamo una realtà autonoma. La legge sulle grandi derivazioni, ha continuato, è stata fatta nonostante la scelta contraria dell’Alto Adige, Valle d’Aosta e regioni ordinarie. Inoltre, rispetto a Bolzano che ha una società tutta pubblica, ha sottolineato Zanella, noi ne abbiamo una mista e ci siamo mostrati proni alle richieste statali e europee di allinearci al mercato. Secondo Zanella si è dimenticata la complessità del problema e che altre nazioni europee hanno rinnovato le concessioni senza andare a gara nonostante le lettere di messa in mora di Bruxelles. Per l’esponente di Futura, quindi, si sarebbe potuta trovare una via trentina, invece si è scelto di fare semplicemente i “compiti a casa”. Il ddl 81, ha ricordato, è arrivato in commissione in tempi talmente stretti che hanno suscitato le proteste da parte degli stessi auditi. Una fretta eccessiva e priva di ragionamenti politici.
Zanella ha però detto che c’è stata una disponibilità al confronto da parte dell’assessore e la legge uscirà alla fine migliorata.
Sul tema delle medie concessioni idroelettriche, ha detto ancora Zanella, solo l’Alto Adige ha fatto una norma ma anche in questo caso a Trento si sono fatti diligentemente i compiti prevedendo la gara. Anche se è stata accettata la costituzione di comunità energetiche e le tutele sulle municipalizzate, che attenuano l’impatto del ricorso alle gare. Grazie alle proposte della minoranza, compreso l’obbligo di valutazione delle tutele ambientali e la moratoria fino al piano delle acque, la norma esce migliorata anche se si poteva evitare di legiferare su un tema strategico per il territorio senza avere una linea politica chiara.
Rossi: Tonina si fermi e costruisca un’alleanza per difendere le piccole centrali.
Ugo Rossi (Azione) ha affermato che questo ddl rappresenta un esempio significativo di come governare dovrebbe andare al di là del mero recepimento delle esigenze della burocrazia di mettersi al riparo da possibili conseguenze. La proposta Tonina, secondo il consigliere di Azione, non ha nulla di politico, ma segue una logica puramente amministrativa alla quale si è allineato anche il Cal. Governare, ha continuato Rossi, significa assumersi dei rischi soprattutto su un tema come quello dell’idroelettrico centrale e su un bene due volte pubblico, perché è di tutti e di riversa sulle piccole comunità. Non si capiscono, secondo Rossi, i motivi di fondo di questa legge. E ha ricordato che Fugatti, in marzo, ha detto al ministro Giorgetti che il Trentino ha l’esigenza di allinearsi alle concessioni di tutte le altre realtà e di auspicare una proroga per le grandi centrali idroelettriche basandosi sul fatto che l’acqua e un bene pubblico, che servono investimenti e si deve far correre l’economia. Quindi, sulle grandi si chiede una proroga mentre sulle piccole si legifera per fare le gare senza un perché politico. Se si pensa, ha aggiunto l’esponente di Azione, che i piccoli impianti devono rimanere ai comuni non si deve fare una legge che introduce la concorrenza. La scelta della Giunta è solo amministrativa, per mettersi a posto con la Bolkestein, e non politica. Invece, si dovrebbe andare con altre regioni a Roma per dire che si tratta di un’assurdità. Come testimonia il fatto che si mettono nella legge limiti alla concorrenza a favore dei piccoli comuni e piccoli concessionari che probabilmente verranno impugnati. Perciò Rossi ha chiesto a Tonina di fermarsi e di fare un supplemento di riflessione su questa legge.
Ossanna: legge difficile, ma la Pat deve legiferare autonomamente.
Lorenzo Ossanna (Patt) ha detto che non si può prescindere dal fatto che la Provincia deve poter legiferare in proprio su un tema centrale come l’idroelettrico senza attendere lo Stato o l’Europa. In più ci sono concessioni scadute da otto anni e quindi società che non hanno certezze sul futuro. La legge Tonina vuole dare una risposta a queste realtà. Va però, secondo Ossanna, difeso il diritto dei comuni di gestire questo bene pubblico e che il ddl in discussione non tutela completamente. La preoccupazione è che i comuni non siano del tutto garantiti anche se, con un emendamento, viene riconosciuta la tutela degli investimenti fatti dai municipi trentini, così come sono importanti le moratorie, le proroghe delle concessioni e i l’aumento dei canoni ambientali.
Job: in Trentino i corsi d’acqua sono rispettati.
Ivano Iob (Lega), presidente della Terza commissione, ha sottolineato le difficoltà dell’iter del ddl e ha auspicato un accordo con la minoranza per far passare la norma. Il consigliere leghista ha poi ricordato che il rilascio dei deflussi minimi vitali sono rispettati in Trentino e ha ricordato che lo Stato stimolando la proliferazione delle centraline ne ha causato la proliferazione eccessiva. Ma, ha concluso, a fronte delle scadenze delle concessioni la legge va fatta anche a favore dei piccoli comuni.
Olivi: il partenariato difenderà le piccole comunità.
Alessandro Olivi (Pd) ha definito la legge Tonina una delle più importanti della legislatura, perché sul terreno dell’idroelettrico l’autonomia ha saputo ricavare spazi di autogoverno decisivi. Il consigliere Pd ha aggiunto che questa legge uscirà migliore dal Consiglio a testimonianza dell’importanza del confronto e del fatto che la fretta, soprattutto si temi questi, è tutt’altro che una buona consigliera. La scelta della Giunta è stata difensiva esponendo il Trentino ad essere cavia dei principi di concorrenza. Guai, ha detto Olivi, quando l’autonomia fa leggi sulla difensiva, anche perché è più facile che scatti la scure dell’impugnativa del Governo. Gli emendamenti dell’opposizione, ha sottolineato, non sono mediazioni o concessioni, ma contributi fondamentali per migliorare una legge timorosa, troppo burocratica e forse rischiosa. L’esponente dem ha ricordato l’emendamento per l’affidamento delle nuove concessioni dei grandi impianti al partenariato pubblico – privato. Proposta che era stata bocciata in autunno in occasione della legge sulle grandi concessioni e che oggi, grazie alla perseveranza dell’opposizione, sembra essere premiata. I partenariati pubblico – privato, ha aggiunto, sono una forma innovativa perché spingono i territori a costruire forme concorrenziali che non si basino solo sul prezzo,senza perdere di vista le buone tradizioni amministrativi e garantendo le ricadute positive. Uno strumento, inoltre, per porre un argine a quella che rischia di essere una colonizzazione e per far crescere grandi gruppi locali. Le proposte dell’opposizione sono state fatte per salvaguardare i piccoli, quando invece in un primo momento il ddl si limitava ad adattarsi alle direttive europee e nazionali.
Cia: il dialogo ha pagato.
Claudio Cia (Fratelli d’Italia) ha affermato che dall’aula esce un ddl incisivo anche grazie ad un metodo, adottato anche da Job, che ha permesso di riconoscere le preoccupazioni e trovare risposte. Un lavoro di confronto che ha portato ad un risultato che deve rendere tutti fieri. Si è guardato alla bontà del provvedimento che va a garanzia dell’autonomia. Una disponibilità al dialogo che la minoranza deve riconoscere a Tonina e alla maggioranza.
Manica: i dubbi rimangono, ma è stato trovato un punto d’incontro.
Alessio Manica (Pd) ha ricordato che gli imprenditori stessi, in commissione, hanno parlato di “totem del liberismo e di integralismo di mercato” nei riguardi del ddl. La conferma che anche il mondo dell’impresa ha capito l’importanza del passaggio perché c’è il rischio che le nostre risorse finiscano i mano a grandi società cinesi o francesi. I nostri impianti sono tecnologicamente avanzati e ben gestiti e quindi è logico che facciano gola. In questo si inserisce la governance di Dolomiti Energia e Manica ha ricordato che quando si è aperto ai privati lo si è fatto per reperire risorse, ma ora non si possono lasciare i costi al pubblico e i profitti ai partner privati. Quindi è auspicabile che quelle quote tornino in mani pubbliche. Altro tema è quello della proprietà Pat dei cosiddetti beni asciutti reperendo, per l’acquisto, risorse nel sistema bancario locale. C’è quindi la necessità di una revisione complessiva di questo comparto anche approfondendo le opportunità del Recovery Fund.
La norma, ha continuato Manica, come hanno chiesto i Bim, non si sarebbe dovuta fare proprio per gli elevati rischi che implica. Vero, c’è la Bolkestein, ma c’è anche una giurisprudenza che dice che l’acqua è un bene demaniale quindi non soggetto a gara.
Manica ha poi descritto gli emendamenti Pd. Il primo ha l’obiettivo di non limitare tutto alla gara, quindi l’introduzione del partenariato che permette di non precludere le altre strade. Con altri emendamenti si volevano aumentare i canoni da riservare ai comuni anche in relazione ai danni ambientali. Proposta che l’assessore però ritiene di non approvare. Si è introdotto il tema delle comunità energetiche, quello dell’attenzione alle aziende municipalizzate. Infine, la questione importante della moratoria in vista dell’aggiornamento del Piano delle acque che può introdurre importanti novità, come accadde con quello del 2015. Nel tempo in cui si aggiorna il Piano sembra utile e saggio non staccare altre concessioni. Anche se, ha affermato Manica, è giunto il tempo di riflettere sulle dimensioni dello sfruttamento dei nostri corsi d’acqua alimentato anche da motivi finanziari. C’è poi l’ipotesi di gare per cercare partner di soci privati di minoranza, la questione delle comunità energetiche e, infine, il tema dell’idrogeno che andrebbe collegata all’idroelettrico. L’esponente dem ha detto che è stato trovato un valido punto d’incontro pur rimanendo i dubbi sulle scelte della Giunta.
Tonina: sull’ipotesi dell’uscita dei privati da Dolomiti Energia la Pat farà la sua parte.
Tonina, in replica, s’è detto soddisfatto di aver portato in Consiglio la norma sulle grandi concessioni e oggi quello sulle medie. L’assessore ha detto di aver voluto affrontare la responsabilità di affrontare un tema di questa importanza. E di essersi sentito in dovere di affrontare la questione degli impianti medi, anche se avrebbe fatto a meno, perché ci sono concessioni scadute nel lontano 2010. Non si poteva far finta di nulla e non presentare un ddl che, ha aggiunto, deve andare avanti anche perché, come ha confermato il Cal, i comuni subirebbero un danno. Quindi, si è trattato di un’assunzione di responsabilità. Sul fatto che per qualcuno si sarebbe dovuto osare di più, Tonina ha ricordato che si tratta di un tema complicato e che è soggetto a regole europee che lasciano poco spazio. Sui contenuti degli emendamenti condivisi con la minoranza, in particolare le società pubblico private Tonina ha ricordato che è stato introdotto dalla stessa Giunta e sul partenariato l’assessore ha detto, che pur condividendolo, il rischio di impugnativa c’è. Per quanto riguarda le risorse per i comuni che hanno subito danni negli anni dell’epopea dell’idroelettrico, soluzioni si potranno trovare nel protocollo di finanza locale. L’assessore ha sottolineato l’importanza delle comunità energetiche anche nei riguardi della tradizione cooperativistica del Trentino e che richiederanno un’alleanza delle realtà dell’arco alpino. In conclusione, lo sforzo del ddl è quello di sanare una situazione che rischia di peggiorare e a garanzia di investimenti, anche se è vero che il mercato dell’energia idroelettrica è stato drogato dai certificati verdi. Infine, Mario Tonina ha detto di aver dialogato con l’opposizione non perché obbligato dall’ostruzionismo, ma perché le mediazioni raggiunte sono state frutto di ponderazione e migliorano il testo. A Rossi ha ricordato, riguardo al fatto che si è trattato di una scelta solo amministrativa, che gli spazi di manovra sono molto limitati. Su Dolomiti Energia e l’ipotesi di cessione delle azioni dei privati, Tonina ha assicurato che la Pat e i comuni di Trento e Rovereto faranno la loro parte. Perché non può succedere quello che qualcuno ha fatto intendere. L’assessore, in conclusione, ha affermato che è vero che Fugatti ha chiesto al Governo la proroga di 10 anni delle concessioni e l’allineamento delle gare del 2024.
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Altre notizie in breve dal Consiglio
I capigruppo hanno deciso inoltre di dedicare l’intera giornata di martedì prossimo, 20 aprile, alla trattazione delle tre comunicazioni chieste alla Giunta dalle minoranze (in merito alla gestione dell’emergenza Covid e alle vaccinazioni, al Piano nazionale di resistenza e resilienza e al documento preliminare al Piano energetico-ambientale della Provincia 2021-2030. Il presidente del Consiglio, Kaswalder ha preannunciato che per discutere le tre informative e le relative Risoluzioni proposte i capigruppo hanno leggermente allungato i tempi in Aula (mattino 9.30-13, pomeriggio 14.30-18.30).
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