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Acqua ed Energia: dopo le polemiche sull’investimento Acsm fuori Trentino, si punta sulla ‘Comunità energetica’

Il 22 marzo è la Giornata dell’acqua: è tempo di riflessioni e di progetti. Come avvenuto anche per altre precedenti iniziative di Acsm (Azienda elettrica di Primiero)  nel Bellunese, nei mesi scorsi, ha fatto molto discutere la scelta degli amministratori locali, di investire i fondi del gruppo in un’operazione di acquisizione societaria per la realizzazione di un campo fotovoltaico su suolo agricolo in provincia di Vercelli, con potenza di circa 15 MW e quota di 2,5 milioni di euro. Ma oggi, accantonato l’idrogeno, si punta sulla Comunità energetica. In Italia sono più di 100


 

Primiero (Trento) – Meglio tardi che mai, si potrebbe dire, visto che in Italia esistono già diversi esempi di comunità energetiche operative da tempo, nonostante gli ostacoli normativi che non hanno agevolato il loro avvio. Finalmente però, oggi anche il territorio ‘green’ di Primiero ai piedi delle Dolomiti trentine, si muove su questa innovativa strada, grazie alle importanti risorse idriche presenti nel territorio, in un periodo non facile a causa della crisi in corso. Il Trentino invita alla massima attenzione  così come hanno fatto nei giorni scorsi Alto Adige e Veneto.

Quali attori di una comunità energetica

Solitamente, la comunità può essere costituita da persone fisiche, PMI, enti locali, comprese le amministrazioni comunali. Ha come obiettivo principale quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai suoi azionisti o membri e alle aree locali in cui opera.

Semplificando molto il suo funzionamento – la materia è infatti molto complicata -, la comunità di energia rinnovabile è, a sua volta, un’estensione dell’autoconsumo collettivo a livello di distretto/vicinato. Prevede la partecipazione su base volontaria di soggetti molteplici, che attraverso la sottoscrizione di un contratto collettivo costituiscono un soggetto giuridico diventando solitamente azionisti o membri della comunità costituita.

Sono previste, inoltre, le comunità energetiche dei cittadini (Cec) che costituiscono un’estensione del concetto comunità di energia. Diversamente dalle Cer, le Cec, secondo la normativa comunitaria, sono sempre entità legali la cui partecipazione è a base volontaria, a prescindere dalle declinazioni delle direttive nei singoli stati membri, non devono necessariamente prevedere l’uso di fonti di energia rinnovabile e non sono soggette a vincoli di prossimità presso le fonti dell’energia condivisa.

Il progetto a Primiero di Acsm e Fbk

Diga Schenèr Primiero/Sovramonte [ph Acsm]

Il nuovo progetto locale – informa Acsm – si propone di sostenere la creazione di una nuova comunità energetica rinnovabile (Cer) nella Valle di Primiero. Tra i 18 partner europei di Communitas figurano anche Acsm e Fondazione Bruno Kessler (Fbk) tramite il Centro Sustainable Energy.

“Una Cer – spiega Luca Gionata di Fbk – consiste in un’associazione tra vari ambiti che includono cittadini, attività, pubbliche amministrazioni locali e piccole/medie imprese che decidono di unire le proprie forze con l’obiettivo di produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale. Al momento in Italia siamo agli ultimi passi per il definitivo recepimento delle due direttive europee inerenti la tematica”.

Il progetto Communitas intende diventare un punto di riferimento nel sostenere la creazione, il funzionamento e l’espansione delle Cer a livello europeo, guidando al contempo un cambiamento di paradigma. “L’obiettivo di Communitas – aggiunge Diego Viesi, ricercatore di FBK – è quello di consentire ai membri della Cer non solo di auto-consumare la propria energia rinnovabile ma anche di avere una posizione aggregata nei mercato dell’energia ed esplorare servizi ausiliari utilizzando diversi asset energetici o profili di carico della comunità”.

Simone Canteri, direttore di Acsm conferma: “In questo territorio, Acsm sostiene Communitas con il ruolo di facilitatore del processo di avvio della Cer e sarà un potenziale regista una volta che la comunità sarà avviata. Il progetto rappresenta quindi una grande opportunità per passare dalle sperimentazioni all’avvio formale di questa nuova avventura per il territorio del Primiero”. Accanto ad Acsm. un ruolo fondamentale lo avrà anche il Centro per le Energie Sostenibili della Fondazione Bruno Kessler.

“All’interno del Centro – sottolinea infine Luigi Crema, Direttore del Centro Sustainable Energy – riteniamo che le comunità energetiche siano uno strumento estremamente efficace per dare nuovo impulso alla promozione delle fonti rinnovabili”. Un primo workshop sarà organizzato ad inizio maggio a Primiero. L’obiettivo è quello di lanciare il progetto Communitas, illustrandone ai cittadini e alla popolazione locale le potenzialità, gli obiettivi e gli attori in gioco. 

Le comunità energetiche in Italia

Secondo il rapporto Comunità rinnovabili 2021 di Legambiente, in Italia erano attive o in corso di attivazione sulla base della normativa 20 comunità energetiche rinnovabili. A maggio 2022 le Comunità presenti in Italia effettivamente operative sono salite a 35, 41 in progetto e 24 che stanno muovendo i primi passi verso la costituzione di Energy Community: si trovano principalmente in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. Gli impianti di autoproduzione risultano essere per lo più di taglia compresa tra i 20 e i 60 kW, ma con significative eccezioni.

Le comunità energetiche esistenti vedono coinvolti Comuni, famiglie, imprese private, enti pubblici, cooperative e anche aziende agricole, come nel caso della prima comunità energetica agricola costituita a Ragusa con il supporto di Enel X. Per il futuro è attesa una crescita esponenziale del loro numero. Uno studio del Politecnico di Milano (Electricity Market Report) stima che entro il 2025 le energy community italiane saranno circa 40mila e coinvolgeranno circa 1,2 milioni di famiglie, 200mila uffici e 10mila PMI.

Altri esempi nel mondo

Le comunità energetiche rinnovabili sono una realtà ormai diffusa in molti Paesi del Nord Europa. Tra i migliori esempi c’è il Bioenergy Village di Jühnde, in Germania. A partire dal 2004 la comunità si è dotata di un impianto di cogenerazione a biogas da 700 kW e di una caldaia a cippato da 550 kW, con i quali genera il 70% del calore e il doppio dell’energia elettrica di cui abbisogna. Secondo la guida ENEA alle comunità energetiche, per il 2050 si stima che 264 milioni di cittadini dell’Unione Europea si uniranno al mercato dell’energia come prosumer, generando fino al 45% dell’elettricità rinnovabile complessiva. Tra le comunità energetiche esistenti nel mondo, due esempi emblematici sono:

  • Grupo Creluz, Rio Grande do Sul (Brasile): creato nel 1999, il gruppo è arrivato a possedere e gestire 6 impianti idroelettrici, rifornendo di energia i 20.000 soci residenti nella zona.
  • BMG – The Brooklyn Microgrid, New York (Usa): fondata in tempi recenti (2016), consiste in una rete energetica comunale in cui i cittadini di Brooklyn possono acquistare e vendere attraverso un’App energia rinnovabile generata localmente.

Energia condivisa: i territori lungimiranti

La nascita delle comunità energetiche è recentissima, ma in Italia i primi prototipi risalgono addirittura a fine Ottocento. Si tratta spesso di cooperative sorte in località di montagna per garantirsi, attraverso la produzione locale, il necessario approvvigionamento energetico.

Per quanto riguarda il Trentino, il  Consorzio Elettrico di Storo Soc. Coop. – Cedis ha promosso già nel 2021 la costituzione della prima comunità energetica trentina nella frazione di Riccomassimo, un borgo di montagna di 51 abitanti, di cui 13 bambini e ragazzi, all’interno del proprio territorio sociale.

Ma prima comunità energetica in assoluto in Italia, si può considerare la SEM – Società Elettrica in Morbegno, fondata in Valtellina nel 1897. Ancora oggi la società cooperativa produce energia elettrica attraverso otto impianti idroelettrici della potenza installata di 11 MW e rifornisce 13.000 utenti. Altri esempi di comunità energetiche rinnovabili sono la Cooperativa Elettrica Alto But, costituita in Friuli nel 1911, la Società Elettrica Santa Maddalena, sorta nel 1921 per promuovere lo sviluppo sostenibile della Val di Funes, in Alto Adige, l’Azienda Energetica Prato Società Cooperativa, fondata nel 1926 in Val Venosta, sempre in Alto Adige, e la CEG – Società Cooperativa Elettrica Gignod di Saint-Christophe, in Valle d’Aosta, nata nel 1927.


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