Il consigliere provinciale Marino Simoni (Pt) interviene nel question time: “Si difendano le stalle di piccole dimensioni”. Passamani (Upt) è intervenuto invece sulle malghe
Trento – Il consigliere Marino Simoni ha chiesto all’assessore provinciale Michele Dellapiccola se sia a conoscenza del fatto che alcuni Comuni non applicano la normativa, che consente a chi non esercita attività agricola in forma imprenditoriale di realizzare, per il ricovero di bovini, equini e ovicaprini, manufatti di limitate dimensioni (entro i 35 mq di copertura e i 100 mc, disposizioni restrittive del piano regolatore), obbligando a chiedere ugualmente i permessi.
E’ intervenuto l’assessore Carlo Daldoss affermando che il regolamento attuativo della legge urbanistica dà la possibilità di realizzare piccole strutture destinate all’allevamento, almeno che i comuni non vogliano applicare, nei piani regolatori, prescrizioni più restrittive. Fino ad oggi non ci sono segnalazioni di non applicabilità della norma della legge urbanistica. L’alternativa per il cittadini, ha detto ancora Daldoss, contro le scelte dei comuni, è il ricorso al Tar. Ma meglio sarebbe spiegare ai comuni i contenuti delle norme provinciali. Nella replica in aula, Simoni si è detto soddisfatto della risposta, evidenziando che ci sono problemi di interpretazione e una carenza di conoscenza della norma provinciale.
Malghe trentine, trattativa privata
Il consigliere provinciale Gianpiero Passamani (Upt) è intervenuto invece su “Gestione malghe, ipotesi affidamento con trattativa privata”. Visto l’aumento negli ultimi anni del numero di bandi in particolare per la gestione delle malghe vinti da soggetti provenienti da fuori provincia, che non garantiscono una continuità e mirano al solo aspetto economico, Passamani vuole sapere se non sia possibile, anche tramite il Consorzio dei Comuni, introdurre una modifica della legge provinciale 23 del 1990 per consentire l’utilizzo dello strumento della trattativa privata previo confronto concorrenziale, al posto della procedura di gara oggi prevista.
L’assessore Dallapiccola ha citato la legge 23/90, norma quadro che governa l’ambito del quale ci occupiamo. Tutto starebbe a suo avviso in una scarsa competitività tra il livello Trentino e il livello nazionale: a livello nazionale il valore medio del pascolo era calcolato in 370 euro, mentre a livello trentino 80 euro. Dunque il confronto non regge. Le amministrazioni comunali nel pieno della legittima competenza, avevano il diritto di scegliere la strada dei soldi anziché l’assegnazione ai locali. Proprio anche grazie alle sollecitazioni dei consiglieri si è tentato di ovviare a questo, facendo valere, nell’assegnazione delle strutture, anche l’esperienza nella lavorazione dei prodotti locali e non solo il vantaggio economico. Si è dunque attuato quello che l’assessore ha chiamato il “meccanismo di convergenza”: d’ora in poi i titoli trentini passeranno da 80 a 180, e si assisterà contemporaneamente anche ad una riduzione della competitività di chi viene da fuori. Il valore economico varrà dunque molto meno: poi starà ai comuni, ha concluso Dallapiccola, far valere in proporzione gli altri aspetti. Nella replica, il consigliere Passamani ha ringraziato della risposta che tuttavia non lo ha del tutto convinto: nessun comune ha a suo avviso l’intenzione di non dare risposta all’economia del proprio territorio e fare esclusivamente un ragionamento di cassa. Realmente, pensare di intervenire nella legge citata, potrebbe a suo parere garantire quanto sollevato dall’interrogazione.