NordEst (Adnkronos) – “La riapertura delle scuole è una priorità assoluta ma deve essere in sicurezza e per garantirla dobbiamo diminuire la curva dei contagi. Se questa risale la dobbiamo abbassare perché con l’aumento dei casi la riapertura delle scuole, come le elezioni regionali, sono a rischio“. Lo ha evidenziato all’Adnkronos Salute Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma.
Poi in una nota il chiarimento: “Non ho mai detto che la riapertura delle scuole ed elezioni sono a rischio in Italia. Le scuole riapriranno e si sta facendo di tutto per riaprirle in sicurezza. Parlavo di altri Paesi dove la curva dei contagi si è rialzata in modo preoccupante. In Italia, fortunatamente, non è ancora così e dobbiamo fare di tutto per tenere la situazione sotto controllo”.
Covid, Ippolito: “Medici di base dovranno fare tamponi e andare a casa dei pazienti”
In autunno servirà essere preparati per evitare nuove emergenze, “servirà fare i test a tutti quelli che hanno un’affezione respiratoria e cercare di portare il minor numero di pazienti in ospedale”. Per questo “i medici di famiglia dovranno andare a vedere le persone a casa, dovranno fare loro stessi i tamponi. Se non si ristabilisce questo sistema per cui le persone non si portano in ospedale, non riusciremo a farcela”. Lo ha detto Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma, intervenuto al Meeting 2020 di Rimini, all’incontro ‘Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla: dialogo sulla ripartenza’.
“I medici di base sono una categoria potente, una categoria che ha grande ‘appeal’ sulla politica. E quindi serve una politica per i medici di medicina generale, perché siano il primo riferimento”, ha sottolineato Ippolito ricordando che, “nei Paesi dove non c’è molto, il medico e il farmacista e il notaio sono le persone più rappresentative. Facciamo sì che il ruolo del medico di famiglia torni. Se non facciamo così su tutto il territorio nazionale, non riusciremo a fare quel passo avanti che garantisce la continuità della cura e il monitoraggio necessario”.
All’inizio della pandemia, ha detto Ippolito, “non ci aspettavamo tanti morti, soprattutto nei Paesi occidentali. Questa è la dimostrazione lampante che non si può giocare con le epidemie. Bisogna prepararsi. E questo significa fare ricerca sulla preparazione. Significa avere autorità sanitarie che investono in preparazione”.
“Spesso si è preparati a chiacchiere. Senza avere strutture dove vengono mantenuti i dispositivi di protezione, senza adeguata scorta di dispositivi, senza che si preveda il tipo di approvvigionamento”, ha spiegato Ippolito ribadendo che non saremo mai pronti ad affrontare queste emergenze senza “una ricerca sistematica su questi temi, senza investimenti su strutture nazionali e modelli nazionali in grado di mettere a punto, per esempio, un vaccino, un anticorpo invece di aspettare gli americani che poi bloccano la disponibilità per il loro Paese oppure sperando di farli produrre in Cina a basso costo”.
Ippolito ha sottolineato la necessità “di un modello nazionale, con una forte guida e uno Stato forte che metta l’epidemia e la salute al centro. Senza tutto questo non c’è futuro: passeremo questa, ma un’altra pandemia arriverà. Non so quando, ma arriverà”, ha concluso l’esperto evidenziando infine la necessità di finanziamenti e sistemi mirati sulla gestione delle infezioni.