Tasso mortalità da 9,3 a 12×1000, picco di 39×1000 a Nomi. Al 31 dicembre 2020 in Trentino si contano 542.166 residenti. Il 40% della popolazione vive nei 5 comuni più grandi (Trento, Rovereto, Pergine Valsugana, Arco e Riva del Garda)
Trento – Nel periodo della pandemia, tra il 2019 e il 2020, solo 56 dei 166 comuni del Trentino non hanno subito perdite di popolazione. Lo comunica Istat nel Censimento della popolazione relativo al 2020. I comuni che registrano il maggiore incremento di popolazione sono Andalo (+12,3%), Canazei (+6,2%) e Pinzolo (+3,1%). Sono invece 110 i comuni dove la popolazione diminuisce: il calo più consistente in termini relativi si riscontra nei piccoli comuni di Cis (-4,3%) e Sfruz (-3,6%), la cui popolazione è, rispettivamente, di 298 e di 364 abitanti nel 2020.
La riduzione di popolazione riguarda tutte le soglie demografiche: il 65,5% dei 58 comuni fino a 1.000 abitanti, il 65,9% degli 88 comuni con popolazione compresa tra 1.001 e 5.000 residenti, nove dei 15 comuni con popolazione tra 5.001 e 10.000 abitanti e i cinque comuni più grandi.
La dinamica demografica in atto da alcuni anni, con un esubero dei decessi rispetto alle nascite, è stata ulteriormente indebolita dalla pandemia da Covid-19. L’eccesso di decessi, direttamente o indirettamente riferibile alla pandemia – sottolinea l’Istituto di statistica – ha comportato nella provincia di Trento l’incremento del tasso di mortalità da 9,3 del 2019 a 12 per mille del 2020, con il picco di 39 per mille del comune di Nomi, dove è presente una rilevante componente anziana.
Sulla natalità gli effetti sono meno immediati e il calo delle nascite, registrato anche nel 2020, è riconducibile soprattutto a fattori pregressi, come la sistematica riduzione della popolazione in età feconda, la posticipazione nel progetto genitoriale e il clima di incertezza per il futuro. Tra il 2019 e il 2020 il tasso di natalità è sceso da 7,8 a 7,5 per mille, con un calo particolarmente accentuato nel comune di Garniga Terme (da 8,4 a 0,0 per mille).