Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, ha firmato le nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da lunedì 8 Marzo. Passano in area arancione le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto. La Campania e la Romagna passano in zona rossa da lunedì 8 marzo. Mattarella ha firmato dl per rinvio delle amministrative
NordEst (Adnkronos) – “Dieci regioni e province autonome hanno un Rt puntuale maggiore di 1“. Sono Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Trento, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. E’ il quadro che emerge dalla bozza del report Iss-ministero Salute con il monitoraggio dell’epidemia di Covid in Italia nella settimana 22-28 febbraio con aggiornamento al 3 marzo.
Di queste 10 regioni, “il Molise ha un Rt con il limite inferiore superiore a 1.25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Delle altre nove, sei hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/province autonome hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno”, si spiega.
“Sei Regioni (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Lombardia e Marche) hanno un livello di rischio alto” evidenzia la bozza del report. Inoltre, si registra “per la quinta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio. Solo una Regione, la Sardegna è a rischio basso“.
“Sono 14 le Regioni e province autonome con una classificazione di rischio moderato: Basilicata, Calabria, Lazio, Liguria, Molise, Piemonte, provincia di Bolzano, provincia di Trento, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto – prosegue il report – Di queste nove hanno una alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane: Calabria, Molise, Piemonte, la provincia di Trento, Puglia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto”.
Nel corso del 2020 – secondo ISS – le persone morte in Trentino per ogni tipo di causa sono state 6.626, il 29,9% in più rispetto alla media degli anni 2015-2019. In Provincia di Bolzano l’incremento è stato del 22,7% in più con 5.458 decessi per ogni tipo di causa. L’incremento maggiore in Lombardia (36,6%). Nel Nord la media è del 24,6%, in tutta Italia del 15,6%. Nel periodo dal 20 febbraio al 31 dicembre 2020 il tasso di incidenza del Covid in Trentino è stato del 4.056,7%, mentre in Alto Adige del 5.263,2. La media nazionale riferita allo stesso periodo è del 3.437,7, ma più alta al Nord ( 4.448,4), rispetto al Centro (2.917,4) e al Sud (2.365,6). Incidenza elevata anche in Valle d’Aosta (5.599,0), Veneto (5.252,0) e Friuli-Venezia Giulia (4.114,7). Lo rileva il quinto Rapporto prodotto dell’Istat) e dall’Iss sulla mortalità dell’anno 2020.
In Trentino, riferisce ancora il rapporto, l’eccesso di mortalità dell’ultimo trimestre del 2020 supera (65,4% contro 53,1%). quello della prima ondata Covid (marzo-maggio 2020). In Valle d’Aosta la percentuale è del 63,7% rispetto al +42,6% di marzo-maggio, in Piemonte +53% rispetto al +47,5%, in Veneto +44,4% rispetto al 19,4%, in Friuli +45,6% a fronte del +9,0%. Al contrario, l’eccesso di mortalità ottobre-dicembre sulla media dello stesso periodo per 2015-2019, è più basso di quello della prima ondata in Lombardia (+37,1% contro al +111,8%), E-R (+25,4% sul +43,6%), Liguria (+33,9 contro +42,2%) e nella Provincia autonoma di Bolzano (+39,1% rispetto a +45,4%).
TERAPIE INTENSIVE
“Si osserva un peggioramento anche nel numero di Regioni e Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e aree mediche sopra la soglia critica: sono 9, erano 8 la settimana precedente” è il dato che emerge.
“Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento (26% rispetto al 24% della scorsa settimana). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in netto aumento da 2.146 (23 febbraio) a 2.327 (02 marzo). Il numero di persone ricoverate in aree mediche è passato da 18.295 a 19.570”.
“DRASTICA RIDUZIONE INTERAZIONI FISICHE E MOBILITÀ”
Quindi “si ribadisce, anche alla luce dell’aumento sostenuto della prevalenza di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità, di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità”.
“Analogamente a quanto avviene in altri Paesi europei – si legge – si rende necessario un rafforzamento/innalzamento delle misure su tutto il territorio nazionale al fine di ottenere rapidamente una mitigazione del fenomeno”.
Inoltre, è l’indicazione, “in presenza di varianti che possono parzialmente ridurre l’efficacia dei vaccini attualmente disponibili, le Regioni/Province autonome sono invitate ad adottare, indipendentemente dai valori di incidenza, il livello di mitigazione massimo a scopo di contenimento”.