Momento ufficiale – aperto anche alla cittadinanza – presso la caserma di viale Piave a Transacqua dalle 17
di Ervino Filippi Gilli
E’ difficile che pensiamo a loro come persone che dedicano il proprio tempo libero a prepararsi per ogni tipo di calamità e che intervengono prontamente in caso di necessità, abbandonando lavoro e affetti.
Per noi delle generazioni del dopoguerra i Vigili del Fuoco sono un qualche cosa che è “normale” che esista e che sembra sia sempre esistita: ma non è così e questo libro, voluto dal Consorzio Servizi Antincendio di Primiero, ne racconta la storia.
E’ una storia di uomini che con una notevole lungimiranza quasi centoquarant’anni fa hanno voluto mettersi assieme per spirito di servizio e non altro. E’ la storia di come, nonostante qualche normale dissidio, le amministrazioni comunali del Sopra Pieve siano riuscite a creare una struttura che ha resistito a due Guerre Mondiali e addirittura ad uno spostamento dei confini nazionali. E’ la storia di uomini, come Giacomo Simoni, che hanno corso pericoli in mezzo agli incendi o alle alluvioni, sono accorsi anche lontano per prestare aiuto a popolazioni terremotate o alluvionate, hanno rischiato la vita fino al sacrificio estremo per aiutare gli altri non badando a sé stessi.
E’ un tributo a tanti uomini, come si diceva, ma è anche un libro di storia: si è voluto ripercorrere quasi un secolo e mezzo di eventi ricercando negli archivi i documenti dell’epoca per ricostruire la vita del Consorzio nel modo più corretto possibile; si sono ricercate le fotografie d’epoca perché l’immagine di un pompiere arrampicato su una scala a pioli a quasi venti metri d’altezza è più chiara di mille parole.
Nel libro si racconta il susseguirsi degli avvenimenti ma anche storie di persone, come quella di Antonio Tavernaro che durante l’incendio di Pieve del 3 gennaio 1899 “… alterato dallo spavento a vedere la propria casa in fiamme, girava come un ossesso, tentando di entrare nella sua abitazione per portar fuori le cose sue …”, o quella di Francesco Boldachin, spazzacamino, richiamato dal Capitano Distrettuale nel 1888 perché negligente “Lo spazzacamino che conosce il suo mestiere, non si accontenta di tirar su e giù pel camino il cimale di un pino … ma entra esso stesso nel camino e vi si arrampica e se il foro è stretto vi fa salire un ragazzo che colla raspa stacca la caliggine.”
La storia del Corpo
Si è cercato di fornire un quadro, il più esaustivo possibile, della vita del Corpo; questo sforzo è stato fatto anche raccogliendo dai testimoni che gli eventi hanno vissuto in prima persona, i loro ricordi.
La storia è una rete a maglie molto strette che si sviluppa su quattro dimensioni (tre dello spazio, una del tempo): solo ricomponendo quell’intreccio tra storia documentaria ed esperienze personali si può pensare di ricostruire il susseguirsi degli avvenimenti in modo corretto non guardando solo ai grandi fatti che hanno dato origine il nostro essere attuale, ma cercando quelle piccole esperienze personali (che per chi le ha vissute così piccole poi non sono) che rappresentano i nodi della rete della storia.
Su questa idea, e su quella di rendere onore a quelli che sono DA SEMPRE PRONTI, si è scritto questo libro. Al lettore il compito di dire se lo sforzo ha raggiunto il suo scopo.