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Diga del Vanoi, incontro con molti favorevoli a Cittadella: Belluno chiede confronto locale

Ultimo incontro in presenza lunedì 16 settembre a Cittadella, relativo al nuovo bacino artificiale sul torrente Vanoi. Il dibattito termina il 23 settembre con una riunione da remoto (richiesta iscrizione)


 

NordEst – In una sala a forte maggioranza di favorevoli alla nuova opera – ma con il Comitato del no che ha fatto sentire la sua voce -, anche la Provincia di Beluno ha espresso nuovamente la propria posizione, mettendo in ordine le motivazioni di contrarietà alla diga del Vanoi (già indicate nelle due delibere di consiglio approvate all’unanimità nell’ottobre 2023 e nel maggio 2024). Innanzitutto la sicurezza per gli abitati a valle dell’invaso, quindi Fonzaso, Lamon, Sovramonte e Arsiè. Poi l’impatto sociale e ambientale dell’opera. E infine lo sfruttamento della risorsa idrica e del paesaggio, in una delle poche valli rimaste incontaminate.

Il consigliere bellunese Massimo Bortoluzzi ha chiesto espressamente che il dibattito pubblico in via di conclusione possa ampliare il calendario, inserendo anche una data in provincia di Belluno, magari nel Feltrino. E proprio in queste ore, gli uffici hanno preparato la lettera con la richiesta ufficiale al Consorzio di Bonifica Brenta (proponente del progetto) e al responsabile del dibattito pubblico.

«Non è possibile che finora il nostro territorio sia rimasto completamente escluso – ha detto il consigliere delegato nella serata di Cittadella – i cittadini bellunesi devono avere il diritto di conoscere lo stato di fatto relativamente allo studio progettuale e anche di poter esprimere la loro opinione. Nel frattempo, i nostri uffici stanno preparando un vasto impianto di osservazioni per intervenire tecnicamente nel dibattito e ribadire la necessità di individuare alternative alle esigenze espresse dalla pianura e dal Consorzio di Bonifica Brenta. Serve acqua, è vero, ma la diga non può essere l’unica risposta».

«Evitiamo la contrapposizione tra montagna e pianura: non possiamo dividere i territori – aggiunge il presidente della Provincia, Roberto Padrin – la montagna, che ha già dato ampiamente in termini di sfruttamento idroelettrico, in questi anni ha preso consapevolezza della ricchezza che ha nella risorsa idrica. Una ricchezza di cui non è gelosa, ma che va riconosciuta e gestita in maniera oculata e coordinata tra le terre alte e le terre basse».

«Ringrazio il consigliere Bortoluzzi e la struttura tecnica che da mesi sono impegnati nell’importante questione del Vanoi – conclude il presidente Padrin.  – spiace constatare che in questa partita qualcuno sul territorio bellunese voglia intestarsi la paternità dell’essere contrario. Credo che l’atteggiamento giusto sia quello di lavorare insieme per trovare una soluzione vera e concreta. E più voci si uniscono, meglio è. Non ci sono vincitori, ma tutto il territorio ha espresso una posizione univoca. Le due delibere all’unanimità approvate dalla Provincia ne sono la prova».

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