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Diga del Vanoi, un anno dopo le delibere nel Bellunese e dopo la diffida di Fugatti arriva il no da Comunità e Comuni Primiero Vanoi Mis

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Al via da ponte Serra (dopo la prima raccolta firme del Pd Bellunese) anche quella del Comitato difesa del torrente Vanoi. Dal Pd Trentino, pieno sostegno alle delibere dei Comuni di Primiero e Tesino, contro l’invaso


 

Primiro (Treto) – Proprio in questi giorni arriva dal Bellunese la conferma: “Pronti i fondi per l’intervento di sghiaiamento al lago del Corlo. Disponibili 107 milioni per gli interventi anti siccità, dal bacino di Arsiè sarà possibile ottenere 7 milioni di metri cubi di acqua in più”. Stessa operazione sarebbe possibile anche a Lamon.

Intanto, è partita sabato 3 agosto dal Feltrino (Ponte Serra) – territorio molto più attivo del Trentino, sul fronte no diga – la seconda raccolta firme contro l’invaso. A promuoverla il Comitato per la difesa del torrente Vanoi.  Proprio in questi giorni è arrivata anche la seconda diffida al Consorzio di bonifica del Brenta, da parte della Comunità di Primiero e dai Comuni di Primiero Vanoi Mis.

Un anno dopo le prime prese di posizioni molto nette del Bellunese, contro le amministrazioni del Vicentino favorevoli al serbatoio. Ma soprattutto, con un territorio Bellunese, pronto anche ad iniziative importanti di protesta, come bloccare lo Schenèr, senza dimenticare l’incontro pubblico molto partecipato a Lamon.

Dopo la recente diffida della Provincia di Trento, nel Vanoi, terra direttamente interessata dal progetto, nessun incontro pubblico per spiegare l’opera alla popolazione e una seduta di consiglio comunale di Canal San Bovo, che approva il no alla diga con il voto di 10 consiglieri su 14 (ben 4 assenti), senza alcun dibattito, davanti ad una sala gremita.

La seconda diffida contro la diga

In questi giorni, la seconda diffida dalla Comunità e dei Comuni di Primiero Vanoi Mis (in basso il documento integrale ndr) esprime: “Contrarietà all’iniziativa del Consorzio di Bonifica Brenta, di avviare il dibattito pubblico relativo al progetto in oggetto. La Comunità di Primiero, in qualità di Ente con competenza nella pianificazione territoriale sovracomunale, ai sensi del. art. 6 L.P. n. 15/2015 (Legge di Autogoverno del Territorio), rappresenta una sintesi delle progettualità e programmazioni locali attraverso i comuni che la compongono.

Dopo un formale passaggio nel Consiglio dei Sindaci, facciamo nostre le istanze dei rispettivi cinque consigli comunali del territorio, rappresentandole congiuntamente in segno di unità territoriale. Alle contrarietà espresse dai rispettivi consigli comunali, attraverso i documenti approvati che alleghiamo, aggiungiamo la piena condivisione e il sostegno alla scelta della Provincia Autonoma di Trento di diffidare il Consorzio di Bonifica Brenta dal proseguire ulteriormente con la progettazione.

La mancanza di legittimazione è evidente rispetto alla necessità di un’intesa preventiva con la Provincia Autonoma di Trento per l’utilizzo del bene pubblico “acqua”. Insistere sulla strada intrapresa compromette i rapporti tra istituzioni, non rispetta le leggi democratiche e, in ultima analisi, manca di rispetto verso i cittadini del territorio. Proporre e poi voler imporre opere pubbliche su territorio altrui, senza averne la titolarità, è inaccettabile e censurabile. Per quanto sopra esposto, la Comunità di Primiero si riserva il diritto di unirsi, ad adiuvandum, ad eventuali azioni legali insieme alla Provincia Autonoma di Trento, per tutelare gli strumenti legislativi vigenti, i propri cittadini e l’ordinamento democratico. Il nostro auspicio – conclude il documento – è che, preso atto della netta contrarietà politica e territoriale e del deficit di legittimazione nel proseguire, si fermino le attuali iniziative e si considerino alternative possibili e ragionevoli, dirottando in tal senso le risorse pubbliche previste”.

Plaude il PD Trentino al no dei Comuni

Il PD Veneto non ha perso tempo sulla nuova diga. Prima con una raccolta firme, poi con diverse iniziative. Ora anche il PD Trentino alza la voce e annuncia pieno sostegno alle comunità contrarie al progetto. Meglio tardi che mai si potrebbe dire. Il Partito democratico del Trentino plaude e sostiene la posizione assunta dai consigli comunali di Canal San Bovo, della valle di Primiero e del comune di Cinte Tesino.

“Riteniamo – si legge in una nota di Alessio Manica capogruppo provinciale PD del Trentino e  Antonio Zanetel, segreteria provinciale PD – che sia una forte presa di posizione da parte delle amministrazioni locali che siglano, con un coro unanime, l’assoluta e piena contrarietà” delle comunità che rappresentano al progetto della diga sul torrente Vanoi. Nelle delibere, che ricalcano quella votata dal Consiglio comunale di Canal San Bovo il 23 luglio, traspare a chiare lettere il forte disagio e l’umiliazione subita dalle comunità locali per i passaggi compiuti da Regione Veneto e dal Consorzio di Bonifica del Brenta.

Non è stato riservato alcun coinvolgimento diretto e nessun ascolto preventivo nei confronti dei territori che dovrebbero ospitare la costruzione dello sbarramento. Tutti atti, questi, che stanno a denotare un’arroganza istituzionale inaudita e la ricerca, da parte dei proponenti del progetto, di uno scontro frontale per un motivo chiaro: far pagare le conseguenze di una mala gestione del territorio e delle sue risorse alle “lontane comunità di montagna”, senza assumersi le proprie responsabilità e agire di conseguenza.

Il Documento di fattibilità delle alternative progettuali (DOCFAP) non prende minimamente in considerazione i rischi e le criticità che dovranno subire i territori a monte e sbandiera esclusivamente i benefici per i territori a valle, cercando di proporre come compensazione alla costruzione dello sbarramento la messa in sicurezza della SP 80 per la costruzione di una pista ciclopedonale, in un luogo in cui negli ultimi cent’anni sono state quattro le importanti frane, l’ultima delle quali, nel 2010, ha mobilitato circa 100.000 metri cubi di materiale distruggendo un tratto di 240 metri della strada ed infine la possibilità di produrre energia elettrica, in una valle in cui l’energia creata ogni anno è dieci volte superiore al fabbisogno.

Alternative altrettanto efficaci, se non di più, alla costruzione di un’opera di questo tipo, con i rischi fisici e ambientali connessi, ci sono. Regione Veneto – conclude la nota del PD Trentino – e il Consorzio del Brenta si arrendano all’idea che la montagna non è un luogo da sfruttare a proprio piacimento per sopperire alle mancanze e alla mala gestione di altri territori. Come Partito democratico del Trentino riteniamo grave il tentativo della maggioranza a Venezia e a Roma di fare scaricabarile sui tecnici che si occupano di fornire pareri e raccomandazioni. Le decisioni spettano alla politica, perché solo essa ha il ruolo di occuparsi del bene dei cittadini che rappresenta”.

 

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