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Dissesto idrogeologico, Zaia: “Unica soluzione per Renzi è attaccare Regioni”

“Se vuol agire prenda in mano il piano generale del Veneto. Costa solo il 10% delle tasse che vanno a Roma senza piu’ tornare”

Venezia – “Se la soluzione al dissesto idrogeologico italiano è quella di lanciare accuse alle Regioni e agli Enti Locali, come purtroppo sta facendo il Premier Renzi, vedo un futuro nerissimo, quando invece servirebbe lavorare sodo, progettando, finanziando, realizzando. In Veneto ogni euro disponibile è stato speso, tranne 21 milioni dei Comuni, bloccati non dalla mancanza di progetti ma da quell’assurdità del Patto di Stabilità. Renzi trovi argomenti migliori per perseguire il suo disegno neo centralista o ascolti il suo Sottosegretario Graziano Delrio, che proprio stamattina ha fatto importanti aperture proprio sulla possibilità di svincolare gli interventi di difesa del suolo dal Patto dell’iniquità”.”.

Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia respinge al mittente le critiche rivolte alle Regioni dal Presidente del Consiglio in alcuni commenti rispetto ai danni provocati dall’ultima ondata di maltempo.

“Dopo l’alluvione che devastò il Veneto nel 2010 – ricorda Zaia al Premier – gli unici soldi veri arrivati furono quelli dell’allora Governo del centrodestra, 300 milioni con i quali abbiamo realizzato e concluso 925 cantieri. In totale, utilizzando tutte le fonti possibili a cominciare dal bilancio regionale, abbiamo realizzato opere per 402 milioni e gli effetti si sono visti con il minor impatto verificatosi negli eventi calamitosi successivi”.

“Bisogna rottamare 20 anni di cattiva gestione del territorio? – si chiede Zaia – sono d’accordo, ma allora si predisponga e si attui una seria programmazione a lungo respiro degli interventi da fare, si metta a posto il territorio e si riparta su basi diverse. Non so gli altri – dice Zaia – ma il Veneto ha messo da tempo sul tavolo del Governo un Piano Generale di Messa in Sicurezza Idrogeologica, affidato a grandi specialisti con a capo un’autorità internazionale della materia come il professor Luigi D’Alpaos, da cui è emerso un fabbisogno di 2,7 miliardi di euro. A questo, che dovrebbe essere il cammino da intraprendere per tutta Italia, il Governo, stavolta, non ha risposto nemmeno a parole”.

“Se si vorrà aprire un confronto vero su cosa fare e come farlo – conclude il Presidente del Veneto – noi siamo pronti e disponibili. Potremmo e vorremmo persino far da soli, basterebbe che rimanesse in Veneto poco più del 10% delle tasse che da qui vanno a Roma senza più tornare indietro”.

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