Il leader indipendentista da Bruxelles dopo l’esito del voto di ieri: ‘La sua ricetta non ha funzionato, rispettare le urne’. Separatisti pronti a nuovo governo
Bruxelles – “Sono disposto a incontrare qui a Bruxelles o in qualsiasi altro posto, ma non in Spagna” il premier Mariano Rajoy, perché “dobbiamo iniziare questa nuova fase con soluzioni politiche e non giudiziarie, non con l’oppressione”. E’ quanto ha detto il presidente destituito della Catalogna, Carles Puigdemont, in una conferenza stampa a Bruxelles, commentando il risultato delle elezioni di ieri, che hanno visto gli indipendentisti ottenere la maggioranza dei voti. Ciudadanos, il partito di centrodestra nato nel 2005 proprio in Catalogna in reazione alle spinte indipendentiste, si è affermato come primo partito.
“La formula di Rajoy è fallita – ha scandito Puigdemont – non ci siamo fatti intimorire, abbiamo votato per l’indipendenza, l’articolo 155 è fallito“. Ora, ha aggiunto, bisogna “correggere l’ingiustizia” e fare in modo che “la Spagna non prenda più decisioni al posto nostro”.
“La proposta a Rajoy è una proposta sincera e in buona fede”, ha assicurato il presidente destituito della Generalitat. “Quello che conviene ora è il dialogo e la politica – ha aggiunto – come minimo ci siamo conquistati il diritto di essere ascoltati”. Puigdemont ha sottolineato che l’incontro che propone al premier spagnolo “dovrebbe svolgersi senza alcuna condizione”. E non ha mancato di rimarcare che in Catalogna “c’è una maggioranza indipendentista che vuole tornare a legittimare il governo. Gli oltre due milioni di voti indipendentisti non sono un ologramma, sono reali”.
I RISULTATI – Il successo di Ciudadanos assicura alla formazione della candidata Ines Arrimada 37 seggi, tre in più dei 34 ottenuti da Junts per Catalunya, il partito guidato da Puigdemont.
Al terzo posto l’altra formazione indipendente, Esquerra Repubblicana, che ha ottenuto 32 seggi ed ha fallito l’obiettivo al quale puntava di diventare il primo partito indipendentista. I socialisti hanno registrato un lieve avanzamento, passando da 16 a 17 deputati.
Mentre arretra Catalunya en Comù, il corrispettivo catalano di Podemos che sostiene la sindaca Ada Colau che ha cercato in questi mesi di passione di tenere una posizione di equidistanza tra i due fronti contrapposti, passando da 11 a 8 seggi.
Gli altri grandi sconfitti delle elezioni, oltre ai popolari, sono gli indipendentisti di estrema sinistra del Cup, che sono stati l’ala movimentista e radicale della coalizione di Puigdemont, che dimezzano il numero di seggi passando da otto a quattro seggi.
I risultati delle elezioni in Catalogna danno ai partiti indipendentisti “il mandato popolare per formare il governo e per continuare a lavorare per gli obiettivi politici del loro programma” ha dichiarato, in un’intervista radiofonica, Elsa Artadi, che ha guidato la campagna elettorale di JuntsxCat, esprimendo la fiducia nel fatto che questi risultati potranno permettere di “tornare a un governo legittimo” in Catalogna con “il ritorno e l’investitura del presidente”, Puigdemont.
La #RepúblicaCatalana ha derrotat la monarquia del 155. Ara cal una rectificació, una reparació i una restitució. La recepta que Rajoy va vendre a Europa ha fracassat. Que prenguin nota #JuntsxCat pic.twitter.com/ITzsYVXwZw
— Carles Puigdemont (@KRLS) December 21, 2017