Sono 15 i deceduti in poche ore: due di questi in terapia intensiva all’Ospedale di Trento, 13 nelle Rsa del Trentino
Trento – Giornata tragica dall’inizio dell’emergenza per la provincia di Trento. Le persone decedute a causa del coronavirus salgono complessivamente a quota 28. Nelle ultime ore si sono registrati 15 morti, due di questi in terapia intensiva all’ospedale di Trento, mentre gli altri 13 nelle Case di riposo.
Il presidente Maurizio Fugatti ha sottolineato che “I numeri sono così alti oggi perché sono arrivati solo in queste ore gli esiti dei tamponi di persone scomparse alcuni giorni fa”. Il totale dei contagiati sale a 1306 persone.
La conferenza della Provincia
I dati nel dettaglio
I deceduti nelle Rsa
Secondo quanto ha confermato la Provincia, i deceduti sono: 3 nella Rsa di Bezzecca, 5 a Pergine, 1 a Villa Regina, 1 Rsa Eremo, 2 a Dro, 1 a Gardolo). L’età media dei deceduti è di 86 anni.
Non è invece imputabile a Covid19 la morte del ragazzo di 23 anni deceduto nei giorni scorsi. Era stato sottoposto a tampone nei giorni scorsi al Pronto soccorso di Arco con esisto negativo. Esito negativo anche per il secondo tampone, quello realizzato dopo il decesso.
Richiamo alla responsabilità
Il presidente della Provincia di Trento, Fugatti, ha difeso la scelta di far chiudere la domenica la distribuzione alimentare. “Non c’è un problema di approvvigionamento – ha detto – e molte catene avevano già deciso per la chiusura”. Ha ripetuto l’invito ad andare a fare la spesa nei negozi più vicini e solo quando effettivamente serve, ed inoltre ad evitare, anche nella scelta dell’orario, gli assembramenti e diluire la presenza nei punti vendita. “Fatelo anche per chi nei negozi lavora”: ha detto Fugatti.
L’assessore alla salute Stefania Segnana ha ricordato che l’attività della Provincia prosegue. “Ieri – ha sottolineato – è stato predisposto il pagamento degli assegni di accompagnamento, per dare continuità ad uno strumento così importante e atteso dalle famiglie”.
Ha ribadito quanto sia forte e tempestiva la collaborazione con la Procura della Repubblica sul tema della prevenzione della violenza domestica. “Mi auguro – ha aggiunto – che le donne, anche in questo periodo in cui non ci si può allontanare dalle proprie abitazioni, trovino il coraggio e l’opportunità di denunciare eventuali violenze, che eventualmente vedrebbero l’allontanamento degli uomini”.
Un forte appello alla responsabilità è stato indirizzato dal presidente Fugatti anche a chi è in quarantena e deve rispettare con particolare attenzione le norme di prudenza per evitare il diffondersi del contagio. Il presidente ha espresso inoltre apprezzamento per l’invito dell’Associazione Artigiani a interrompere le attività nei cantieri tranne quelli di pubblica utilità.
Quanto alla durata delle disposizioni impartite in Trentino, il governatore ha spiegato che una decisione sull’eventuale proroga a dopo il 25 marzo sarà adottata anche una volta verificato quello che il Governo intenderà fare a livello nazionale.
“I numeri – ha detto Fugatti – sono crudi e testimoniano quanto sia giustificata la decisione di chiudere le vie al contagio attraverso divieti e controlli. Ringrazio i trentini per il sacrificio che stanno facendo per il bene di tutti e perché in larga maggioranza dimostrano di avere coscienza civica. Stiamo lavorando alla ricerca spasmodica di dispositivi di protezione individuale ma, come detto anche ieri, il problema dell’approvvigionamento non è locale ma nazionale e internazionale. La nostra prima preoccupazione, voglio sottolinearlo, è per chi lavora, come i sanitari che sono in prima linea e che ringrazio.
Nelle ultime ore abbiamo avuto qualche disponibilità ma stiamo lavorando ancora per risolvere questo problema. Vogliamo inoltre aumentare di molto il numero dei tamponi da fare, arrivando a mille al giorno dalla prossima settimana. Alle aziende che ancora lavorano raccomando il rispetto delle regole poste a tutela della salute di chi lavora”.
Il dirigente generale del Dipartimento Protezione Civile Raffaele De Col, parlando di mobilità, ha sottolineato quanto si sia ridotta e di come la situazione sia mantenuta sotto osservazione, per eventualmente adottare ulteriori restrizioni. Ma i segnali che arrivano, ha precisato, sono confortanti.
Il direttore generale dell’Apss Paolo Bordon ha confermato che gli esami effettuati escludono che il giovane deceduto a Torbole fosse stato contagiato da Coronavirus. “Il tasso di occupazione dei nostri posti letto sta crescendo – ha spiegato inoltre – ieri eravamo a 247 occupati, oggi siamo a 288 e 43 ne abbiamo in terapia intensiva”.
Il dirigente generale del Dipartimento Salute Giancarlo Ruscitti, ha ricordato che nelle Rsa del Trentino sono circa 280 gli ospiti contagiati dal Coronavirus.
Diocesi trentina in lutto
L’addio della Diocesi di Trento a soli 46 anni al cappuccino padre Giampietro, anima della mensa dei poveri. Vescovo Lauro: “testimone del Vangelo degli ultimi”. La comunità diocesana trentina esprime il proprio cordoglio per la scomparsa a soli 46 anni di padre Giampietro Vignandel, vittima
E’ una sofferenza che tocca tutta la nostra comunità diocesana, che in lui ha visto realizzarsi concretamente il Vangelo degli ultimi. Ora quel testimone passa a noi, chiamati a riempire il vuoto che lui ha lasciato. Se questa drammatica epidemia lo ha strappato prematuramente alla vita, non sarà mai in grado – aggiunge monsignor Tisi – di cancellarne l’esempio. Con la sua vita, sulle orme del Poverello d’Assisi, padre Giampietro ha tracciato un altro pezzo di quella strada che è via per l’eternità: la strada dell’amore e della gratuità”. Anche consacrate e consacrati si “uniscono – scrivono – alle lacrime e alle preghiere dei fratelli cappuccini per la perdita di un uomo di Dio fraterno e buono”.