Rimuovere ostacoli giuridici per coprire le carenze di personale. Mobilità sul Brennero, Fugatti: “Ridurre il traffico in un’ottica di gradualità”
Trento/Bolzano – L’assemblea dell’Euregio riunita a Riva del Garda, in Trentino, ha approvato all’unanimità la mozione firmata da Gudrun Kofler (Fpö, il partito della libertà austriaco, di destra) assieme a due colleghi della Sűdtiroler Freiheit bolzanina con cui si chiede il riconoscimento transfrontaliero e automatico dei titoli di studio in ambito sanitario e rimuovere gli ostacoli giuridici per favorire la copertura delle carenze di personale medico nel Land austriaco e anche per consentire che si lavori “alcuni giorni in un ospedale del Tirolo e alcuni altri in un ospedale della provincia di Bolzano”. Kofler, rivolta all’assemblea, ha ricordato come la pandemia abbia messo in luce i problemi che ci sono nell’ambito, tra cui la carenza di personale legata al sottopagamento dei dipendenti e alla difficoltà di riconoscimento di titoli esteri.
I titoli di studio non vengono riconosciuti automaticamente: servono quindi ulteriori esami e ulteriori attese. Ciò non è giusto, secondo Kofler, all’interno di una macroregione europea. Sven Knoll (Alto Adige-Süd-Tiroler Freiheit) ha parlato dell’istruzione come di una grandissima sfida. È ingiusto, secondo il consigliere, che i giovani che tanto hanno studiato perdano il loro titolo quando passano il confine. Paolo Zanella (Trentino-Futura) ha descritto come un problema fondamentale quello del riconoscimento dei titoli, soprattutto per il personale che vuole operare sia in Tirolo che in Sudtirolo.
Arno Kompatscher (presidente della Provincia di Bolzano) ha parlato dei colloqui intervenuti con il Ministero italiano in tal senso. Bisogna fare pressione, ha dichiarato, per il riconoscimento dei titoli di studio: un tema che deve essere delegato alle regioni. Il riconoscimento deve essere automatico. Ha espresso appoggio alla proposta di mozione. La parola è poi passata a Andrea Haselwanter-Schneider (Tirolo-Fritz) che ha affermato che, dal processo di Bologna, il problema non sono i titoli, è il fatto che manca un’omogeneizzazione del processo formativo. Beate Scheiber (Tirolo-Mattle) ha indicato la carenza di personale come una grande sfida dei territori: bisogna cambiare e adottare misure politiche che mirino al futuro.