Nata negli Usa 10 anni fa, in questi anni duemila eventi
NordEst – Ventiquattro ore senza smartphone, tablet, computer. Dall’1 al 2 marzo in diversi paesi del mondo è il National Day of Unplugging. La giornata è nata 10 anni fa, nel 2010, grazie a Sabbath Reboot, il progetto creativo americano pensato per “rallentare in un mondo frenetico”.
Tra i 10 principi fissati dal progetto – da seguire una volta alla settimana – c’era, appunto, “evitare la tecnologia”, ma anche “connettersi con i propri cari” e “trovare il silenzio”. Il National Day of Unplugging è nato proprio dalla prima considerazione.
“Ci perdiamo sempre di più momenti importanti della nostra vita mentre passiamo le ore sepolti nei nostri dispositivi. Unisciti a noi e scollegati”, spiega il sito dedicato alla giornata https://www.nationaldayofunplugging.com.
In questi anni Reboot ha organizzato quasi 2000 eventi di disconnessione, oltre 175.000 persone hanno aderito l’anno scorso ha aderito anche Richard Branson di Virgin.
Quest’anno alla giornata aderisce, paradossalmente OnePlus, azienda cinese di telefonia che invita ad un #NoPhoneDay il 2 marzo.