L’enorme arretrato di casi pendenti offre molte sorprese. Il 90% del contenzioso è scaturito negli ultimi 5 anni. Un caso su dieci, tuttavia, si riferisce a periodi dal 1997 in poi. E il 4% delle vertenze riguarda addirittura contestazioni che risalgono ad oltre 15 anni fa. "Nonostante i recenti progressi, la litigiosità fiscale vede l’Italia primeggiare in Europa con circa 5 cause ogni 1.000 abitanti – osserva Piero Mastrapasqua, amministratore delegato di Synergia Consulting Group . Nel Vecchio Continente in genere il contenzioso è assai più limitato, grazie al ridotto numero di norme e alla semplicità della loro applicazione che non si presta a interpretazioni arbitrarie di questo e quell’ufficio". Per quanto riguarda i motivi delle liti fra contribuenti e Fisco, quasi due casi su tre (60%) riguardano atti dell’Agenzia delle Entrate. Oltre un quarto (27%) derivano da enti territoriali, come Regioni, Province, Comuni e Consorzi. I soggetti impegnati in questo braccio di ferro con il Fisco sono in prevalenza persone fisiche, che rappresentano il 70% dei ricorsi pendenti nei primi due gradi di giudizio. Il restante 30% son persone giuridiche: società ed enti.
Nel complesso, a fine 2011 la giustizia tributaria annoverava circa 6,8 vertenze pendenti ogni 1.000 abitanti. Le Regioni con il più alto indice di litigiosità fiscale si trovano al Sud: 10 casi pendenti ogni 1.000 abitanti in Sicilia, oltre 9 in Calabria e Campania. Sopra la media anche il Lazio con 6 pratiche ogni 1.000 residenti. Le Regioni più virtuose sono Trentino (1), Valle d’Aosta (1) e Piemonte (2).