Sembrava si trattasse di un infarto: ad avvelenare e uccidere una coppia di anziani, invece, è stata un’erba velenosa raccolta in montagna, scambiata per zafferano e usata come condimento del risotto
NordEst – È questo il verdetto dell’autopsia di Giuseppe Agodi, 70 anni di Cona (Venezia), ex cancelliere del giudice di pace di Cavarzere e Cona, morto il primo settembre mentre era in vacanza a Folgaria (Trento) con la moglie Lorenza Frigatti, 69, colpita da un malore pochi giorni dopo e morta il 18 settembre. Quando la donna è arrivata in ospedale a Piove di Sacco, i medici hanno notato i sintomi dell’avvelenamento e hanno chiesto alla Procura di Padova di disporre l’autopsia del marito, deceduto poco tempo prima:
L’esame del medico legale Massimo Montisci ha dimostrato che Agodi aveva ingerito un’erba velenosa molto simile allo zafferano, con cui la coppia aveva preparato un risotto durante la vacanza in Trentino.
Le piante che uccidono
di Ervino Filippi Gilli
Capita abbastanza spesso di venir a conoscenza di persone che incautamente raccolgono funghi tossici e, nel migliore dei casi, finiscono all’ospedale; meno frequente è sentire che persone vengano avvelenate dall’ingestione di piante erbacee.
E’ quello che è successo alla coppia veneta che, pensando che il Colchico autunnale fosse lo stesso che produce lo zafferano commestibile (la pianta in questo caso è il Crocus sativus), ne deve aver ingerito una quantità importante.
Infatti il Colchico autunnale contiene la colchicina C22H25NO6, un composto della famiglia dei tropoloni, che è un alcaloide altamente tossico che se ingerito causa bruciore alla bocca, nausee, coliche, diarrea sanguinolenta, delirio e morte e non a caso viene definita come “arsenico vegetale”.
A volte la sola manipolazioni del fiore può causare danni alla pelle.
Esistono però molte altre piante che se ingerite causano intossicazioni: è di un paio d’anni fa la notizia della persona che nei pressi del rifugio Boz sulle Vette Feltrine ingerì i fiori del Maggiociondolo e finì all’ospedale in codice rosso.
Oltre al maggiociondolo è bene ricordare che sono estremamente pericolosi anche l’Acconito ed il Veratro.
L’ingestione accidentale di aconito provoca numerosi disturbi gravi: senso di angoscia, perdita di sensibilità, rallentamento della respirazione, indebolimento cardiaco, formicolìo al viso, sensazione che la pelle del viso si ritiri, ronzio alle orecchie, disturbi della vista, contrazione della gola che può provocare la morte per asfissia. Sono sufficienti quantità di aconitina – C34H47NO11 – anche inferiori a 6 mg per causare la morte di un uomo adulto.
Per finire è bene ricordare anche il Veratro (Veratrum album) che contiene la Jervina (C27H39NO3 ) e che viene spesso scambiato per la Gentiana Lutea (la cui radice per il gusto amaro ma profumato viene utilizzata in liquoreria).
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