Giovani e minoranze linguistiche: a loro è dedicata questa Giornata dell’Autonomia. Un ricco programma di eventi, mostri, appuntamenti ha scandito la giornata
Trento – Alle 10, in sala Depero, l’inizio della cerimonia ufficiale con i discorsi pronunciati dalle autorità provinciali, Bruno Dorigatti, Paride Gianmoena, Nicola Pifferi e Ugo Rossi.
Dorigatti in particolare ha spiegato come “la nostra è, senza dubbio, una identità complessa. Nulla è mai stato semplice, nello scorrere dei secoli, fra queste vallate, percorse dai flussi della storia europea. Ciò nonostante, il Trentino ha sempre assolto ad una funzione di ponte fra la cultura latina ed il mondo germanico, pur soffrendo lacerazioni profonde, soprattutto in quel ventesimo secolo che ha ridisegnato la mappa del mondo intero. In questo scenario difficile e per molti versi drammatico, si staglia la forza politica e l’intuizione prospettica del Patto Degasperi – Gruber, strumento che ha sempre avuto il raro pregio di sapersi adattare al mutamento delle condizioni politiche e storiche, figlie del progresso e della crescita. Questa vocazione dell’autonomia appare oggi ancor più attuale, in un tempo in cui l’evidente vuoto, lasciato dall’abdicazione delle ideologie e delle loro rappresentanze, non può essere abbandonato al saccheggio dei populismi ed alla sola ricerca del consenso, ma va invece riempito di nuovi contenuti propositivi”.
Gianmoena ha ricordato come “anche quest’anno celebriamo la Giornata dell’Autonomia in tempi che non sono di certo normali”. Un riferimento è andato alla situazione sociale, economica, politica. ”Ed è proprio per questo che lo strumento della nostra autonomia può e deve rappresentare un valore aggiunto, un’opportunità straordinaria sulla quale costruire il futuro della nostra terra. L’auspicio – ha concluso il presidente del Consiglio delle autonomie locali – è che ciascuno di noi abbia sempre a cuore il valore della nostra autonomia e contribuisca a rafforzarla”.
Il presidente della Consulta provinciale degli studenti di Trento Nicola Pifferi che ha portato il saluto di Gabriele Schmid ha spiegato come “questa giornata non debba essere solo un momento nel quale la nostra regione ricorda i fondamenti della sua autonomia, e nemmeno solo una giornata in cui le istituzioni provinciali si aprono alla cittadinanza.
“Consapevolezza, orgoglio, coraggio e futuro. Sono queste le parole che mi vengono in mente quanto penso alla nostra Autonomia” ha invece sottolineato il governatore del Trentino Ugo Rossi, dopo aver ringraziato il sottosegretario Bressa e il professor Paolo Mieli. Il governatore ha voluto rimarcare come “questa giornata non è mai stata e mai dovrà essere una semplice manifestazione di orgoglio, ma piuttosto un’occasione per ritornare al significato originario della parola autonomia, nella sua accezione più autentica e vera, quella di autogoverno e libertà. L’Autonomia non è una bandiera o uno slogan retorico, utile a dare legittimazione alle classi politiche, ma è un concetto che si lega alle pratiche, ai legami sociali ed ai riferimenti concreti che ne fanno un elemento costitutivo e specifico di questa terra e della sua popolazione. L’Autonomia quindi si difende giorno dopo giorno, impegnandosi per premiare il merito, sostenere chi rischia in prima persona, valorizzare competenze e professionalità, aprirci di più all’internazionalizzazione, proseguire sul cammino dell’innovazione, delle nuove tecnologie e dell’incentivazione delle capacità di intrapresa dei giovani”.
È seguita la lectio magistralis di Paolo Mieli che ha parlato di “Confini di ieri e di oggi. Il ruolo delle Autonomie speciali nell’Europa che cambia”.
“Il mancato rispetto delle autonomia – ha spiegato Mieli – sta portando l’Europa su un orlo della guerra. Quello che l’Italia ha saputo fare coraggiosamente, grazie anche alla figura di Alcide Degasperi, è stato firmare un accordo che ha portato a risolvere una situazione che poteva portarci ad un conflitto violento. L’accordo sull’Autonomia è una delle gemme che tiene in piedi questo Paese. La concessione dell’autonomia ma soprattutto il modo in cui la state usando. Ho usato il termine di concessione dell’autonomia in quanto essa delinea la costruzione di una identità che sia rispettosa delle differenze. Concessione però che può mettere in discussione una concezione statica dell’autonomia. Ho però ascoltato i vostri discorsi. Voi sapete meglio di me che l’autonomia è una cosa che si ricostruisce sempre. È una cosa molto complicata perché non può esistere una volta per tutte. Sempre ci sarà qualcosa che la metterà in discussione. Per questo bisogna saperla costruire ogni giorno”.
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