Nel Paese nordafricano restano un centinaio di connazionali che hanno scelto di restare
Roma (Adnkronos) – Il rientro verso la Siciliasu un mercantile maltese. Gentiloni: “Il governo riferirà in Parlamento il 19”. Sabato la conferma sui rischi: “So che la situazione si sta deteriorando “. Il titolare degli Esteri citato da una radio dello Stato Islamico. Pinotti: “Pronti a inviare almeno 5mila uomini”. Berlusconi: “Intervento militare un’opzione da considerare”. M5S: “Noi contro ogni intervento militare”.
L’ambasciata d’Italia a Tripoli ha sospeso le sue attività in relazione al peggioramento delle condizioni di sicurezza. Lo rende noto la Farnesina, precisando che il personale è stato temporaneamente rimpatriato via mare. I servizi essenziali saranno comunque assicurati.
Sono circa 60 gli italiani rimpatriati dalla Libia, imbarcati su un mercantile maltese. La nave, su cui sono stati imbarcati anche una ventina di mezzi, tra auto e camion, uscita dalle acque territoriali libiche, è sorvegliata dall’alto da un aereo senza pilota Predator.
Secondo quanto si legge sulla stampa maltese, gli italiani rimpatriati a bordo del catamarano ‘San Gwann’, della società di navigazione maltese Virtu Ferries noleggiato dal governo italiano, sono salpati da Tripoli intorno alle 12:15 ed è attesa a Malta. Da lì ripartirà in direzione del porto siciliano di Augusta. Gli italiani arriveranno lunedì in mattinata a Roma a bordo di un C-130 dell’Aeronautica militare, è quanto apprende l’Adnkronos.
Tra loro c’è anche l’ambasciatore a Tripoli, Giuseppe Buccino. Restano intanto in Libia un centinaio di italiani, invitati ripetutamente dall’ambasciata a lasciare il Paese, ma che per il momento hanno scelto di rimanere.
E’ stato il peggioramento della situazione a richiedere “un impegno straordinario e una maggiore assunzione di responsabilità, secondo linee che il governo discuterà in Parlamento a partire dal prossimo giovedì 19 febbraio”, ha affermato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Che ha aggiunto: “L’Italia promuove questo impegno politico straordinario ed è pronta a fare la sua parte in Libia nel quadro delle decisioni dell’Onu”.
Nelle ultime settimane, e fino a poche ore fa, la Farnesina e l’ambasciata a Tripoli hanno nuovamente e direttamente ribadito la raccomandazione agli italiani, in particolare a chi è in Libia per lavoro, a lasciare temporaneamente il Paese alla luce della crescente instabilità.
In mattinata fonti della Farnesina hanno ricordato che in un avviso pubblicato il primo febbraio scorso sul sito ‘Viaggiare sicuri’ del ministero degli Esteri si ribadiva, “a fronte del progressivo deterioramento della situazione di sicurezza” e “a seguito dell’attacco terroristico che si è recentemente verificato all’Hotel Corinthia, il pressante invito ai connazionali a non recarsi in Libia e a quelli presenti di lasciare temporaneamente il Paese”.