Il capo dello Stato al termine del secondo giro: “Aspetterò alcuni giorni e poi valuterò”. Intanto Gentiloni ribadisce: “Italia dice no a raid in Siria“
Roma (Adnkronos) – Si è concluso con le alte cariche istituzionali il secondo giro di consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarellaper la formazione del nuovo governo. Primo a salire al Quirinale il presidente emerito Giorgio Napolitano. “Come rappresentanti istituzionali siamo tutti accanto al presidente Mattarella nella ricerca di soluzioni. Il suo è un compito estremamente difficile”, ha detto Napolitano al termine del colloquio.
Dopo Napolitano sono saliti sul Colle il presidente della Camera Roberto Fico e a seguire il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati. “Dall’andamento delle consultazioni di questi giorni emerge con evidenza che il confronto tra i partiti politici per dar vita in Parlamento a una maggioranza che sostenga un governo non ha fatto progressi“. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine del secondo giro di consultazioni. “Ho fatto presente alle varie forze politiche la necessità per il nostro Paese di avere un governo nella pienezza delle sue funzioni” ha aggiunto Mattarella. “Attenderò alcuni giorni per decidere come procedere per uscire dallo stallo” ha concluso il capo dello Stato parlando della necessità di dare vita a un governo.
#Quirinale: le dichiarazioni alla stampa del Presidente #Mattarella al termine delle #consultazioni pic.twitter.com/YdGtgx7Xcf
— Quirinale (@Quirinale) April 13, 2018
Secondo giro di consultazioni
All’insegna del braccio di ferro tra Forza Italia e M5S, con l’intesa tra Di Maio e Salvini che sembra vacillare di nuovo. Perché il no dei 5 Stelle a Berlusconi, ribadito anche oggi sia prima che dopo il colloquio con il presidente della Repubblica, non può andar giù al centrodestra che sottolinea di aver “trovato una condivisione invidiabile e invidiata dalle altre forze politiche che stanno animatamente discutendo al loro interno”.
M5S
“Non vediamo possibile un governo del M5S con Forza Italia“, ha detto al Quirinale il leader M5S Luigi Di Maio dopo l’incontro con Mattarella, sottolineando “la sinergia istituzionale” che c’è con la Lega, “che ha permesso di rendere operativo il parlamento immediatamente. C’è anche una sinergia tra i nostri gruppi all’interno degli uffici di presidenza e nei lavori della commissione speciale”. Ma “la Lega deve prendersi le sue responsabilità”, perché in questo momento “sta dicendo che vuole fare un governissimo” o che vuole “il ritorno al voto, ipotesi che noi scongiuriamo ma di cui non abbiamo paura”. Insomma, “noi vediamo solo una soluzione, che investe Silvio Berlusconi”: il leader di Fi “dovrebbe fare un passo di lato e consentire la partenza di un governo del cambiamento”. Lo schema del centrodestra “proposto dalla Lega” è “un ostacolo al governo del cambiamento – ha continuato Di Maio – E’ una coalizione che per noi è nata solamente per adattarsi alla legge elettorale. E’ una posizione che io non comprendo”. Quanto al Pd, “ho apprezzato l’apertura di autorevoli esponenti – ha sottolineato DI Maio – ma invece di fare passi avanti è fermo su posizioni che non aiutano. Nessuno può dirsi esente dalla responsabilità di dare un governo al paese, soprattutto chi ha progettato la legge elettorale”.
Centrodestra
Dobbiamo “formare un governo sulle cose da fare non sui veti e l’arroganza dei singoli. Il centrodestra è pronto a farsi carico della responsabilità” di dar vita a un governo “unitariamente con la partecipazione di tutte le forze del centrodestra: Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia”. Così Matteo Salvini, al termine delle consultazioni del centrodestra al Quirinale, ha chiarito la posizione della coalizione dopo che ancora una volta i 5 Stelle hanno ribadito il no a Berlusconi. “Un governo di alto profilo e di lunga durata, credibile in Europa e nel mondo, guidato da una personalità indicata dalla Lega”, ha aggiunto. E rivolgendosi al M5S: “Se continuasse un gioco di tattiche politiche o veti, mentre gli italiani soffrono e aspettano soluzioni, vorrebbe dire che la richiesta di cambiamento espressa dalle urne sarebbe stata già disattesa”. “Ci attendiamo dalle altre forze politiche, a partire dal M5S, lo stesso senso di responsabilità verso il Paese”, ha poi sottolineato il leader del Carroccio mettendo in evidenza il fatto di aver “trovato una condivisione invidiabile e invidiata dalle altre forze politiche che stanno animatamente discutendo al loro interno”. “Siamo andati dal capo dello Stato con Berlusconi e Meloni e i nostri capigruppo per esprimere in modo ancora più forte l’unità di intenti e di programma della coalizione che ha vinto le elezioni“, ha continuato Salvini. “Per quanto riguarda la crisi in Siria, pur ribadendo l’obbligo di lealtà all’Alleanza atlantica, siamo fermamente contrari a qualsiasi azione unilaterale. La via maestra alla soluzione della crisi sia quello dello spirito di Pratica di Mare”, ha concluso.
Alla fine della dichiarazione congiunta del centrodestra letta da Matteo Salvini, Silvio Berlusconi si è avvicinato ai microfoni e, rivolto ai giornalisti, ha detto: “Mi raccomando, fate i bravi: sappiate distinguere chi è un democratico e chi non conosce neppure l’Abc della democrazia. Sarebbe ora di dirlo chiaramente a tutti gli italiani”.
Pd
“Per noi occorre che le forze che hanno prevalso il 4 marzo smettano il tira e molla visto fin qui, con tattiche, tatticismi e personalismi e con la grande incertezza che stanno generando”. Così Maurizio Martina, al termine delle consultazioni al Quirinale con la delegazione Pd. “Il Paese ha bisogno di scelte chiare: chi ha prevalso il 4 marzo ha il dovere di dire cosa intende fare senza continuare con balletti che poi nascondono solide intese di occupazione delle istituzioni”, ha aggiunto il reggente del Pd. “Noi consideriamo inaccettabile il rinvio di questo sforzo di responsabilità” ovvero dare un governo al Paese da parte delle forze “che hanno prevalso il 4 marzo” perché “c’è da aspettare le elezioni regionali come se il tema fosse il regolamento di conti tra questo o quel partito. Occorre essere all’altezza delle responsabilità tanto più se si dice di aver vinto le elezioni“, ha detto ancora Martina al termine delle consultazioni. “Per quel che ci riguarda noi con coerenza e tenacia continueremo il nostro impegno e il nostro lavoro innanzitutto in Parlamento e continueremo a supportare l’azione del presidente della Repubblica. Noi ci siamo a lavorare e a ragionare sulle priorità del Paese da minoranza parlamentare”, ha continuato Martina sottolineando: “Da una parte screzi e polemiche pubbliche a non finire e dall’altra sistematica occupazione di responsabilità parlamentari come accaduto anche in queste per le commissioni speciali. Non c’è stato spazio per un confronto che rendesse possibile una nostra corresponsabilità in questi incarichi importanti”. “Quindi finiscano per il bene del Paese tatticismi, personalismi e litigi e le forze che hanno prevalso il 4 marzo ci dicano chiaramente se sono nelle condizioni di formare un governo all’altezza della situazione. Questo è il punto che va sciolto ed è un punto di responsabilità politica”, ha sottolinea il reggente dem.
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