Dalle rilevazioni, la scossa avrebbe avuto epicentro nella zona di Erto e Casso (già punto di attenzione nei giorni scorsi), in provincia di Pordenone, con ipocentro posto a 5 chilometri di profondità. Il sisma è stato registrato alle ore 5.50.01 ora locale ed ha avuto una durata strumentale di circa un minuto.
Dopo il primo sopralluogo effettuato in emergenza – secondo le procedure d'intervento della Protezione civile – già nel pomeriggio di domenica 19 ottobre, al fine di verificare nell'immediatezza dell'evento l'eventuale presenza di danni a persone o strutture, il Servizio geologico della Provincia autonoma di Trento ha effettuato lunedì mattina un ulteriore sopralluogo con l'elicottero del Nucleo permanente dei Vigili del fuoco di Trento per verificare nel dettaglio l'entità del fenomeno.
Il sopralluogo, ha evidenziato come il crollo si sia verificato sul versante sud della Cima Canali, sul fianco sinistro dell'omonima valle, ad una quota di 2.600 metri, a circa un chilometro a sud est del Rifugio Pradidali.
La nicchia di distacco è costituita da una placca verticale allungata alta circa 35-40 metri, larga tra 10 e 15 metri e di spessore presumibile di 3-5 metri, per un volume stimato compreso tra 2.000 e 3000 metri cubi.
Il materiale crollato – costituito da roccia Dolomia dello Scilliar formatasi nel Triassico medio (210 milioni di anni fa) – si è in prevalenza polverizzato lungo il percorso. La roccia staccatasi dalla Cima Canali è precipitata lungo un canalone molto ripido per circa oltre 700-800 metri di dislivello. Il materiale roccioso si è sparpagliato lungo la parete della montagna, ha quindi oltrepassato il sentiero n. 711 Sat, denominato "Sedole", che parte dal Rifugio Pradidali, ed ha proseguito ancora la sua corsa per finire in parte in una profonda incisione posta alla base delle pareti dolomitiche.
Il sentiero Sedole, tra l'altro oggetto in queste settimane di lavori di sistemazione, è stato in parte ricoperto dai detriti. Eventi simili, anche di maggiore entità, si sono verificati nella stessa zona, in particolare sopra il Rifugio Pradidali, anche nel recente passato.
Il crollo che si è verificato nel primo pomeriggio di domenica rientra dunque nella ordinaria casistica di questi eventi riferita alla zona delle Dolomiti. Anche il periodo tardo autunnale, caratterizzato da forti escursioni termiche – fattore scatenante che può determinare variazioni di volume sia della roccia che dell'acqua presente nelle fratture, rientra nella normalità.
Negli ultimi dieci anni il Servizio Geologico ha registrato alcuni crolli rocciosi di significativa entità, simili a quello di domenica ed anche di maggiore ampiezza, e si sta attivando per realizzare un osservatorio per monitorare questi fenomeni.
Nonostante il crollo di domenica, l'aspetto morfologico della Cima Canali – cima inclusa nell'area delle Dolomiti candidata a Patrimonio mondiale dell'umanità dell'Unesco – non ha comunque subito sostanziali modifiche.