Luciano Regolo, giornalista eclettico, scrittore e conferenziere, presenta le sue ultime fatiche letterarie e si racconta
di GianAngelo Pistoia
NordEst – «Ho iniziato la mia attività di giornalista come stagista presso il quotidiano “la Repubblica”. Era il 1993, anno in cui arrivarono i documenti dei Savoia all’Archivio di Stato di Torino e si scopriva che, in realtà, erano incompleti. Mi trovai, quasi per caso, a seguire la vicenda per la testata ed entrai in contatto con Maria José di Savoia che lesse i miei articoli e mi contattò ironizzando: “Non posso che parlare con ‘la Repubblica’ poiché io sono la regina”. La incontrai stringendo con lei un solido legame professionale. Questa fu l’opportunità che, ventiseienne, mi catapultò nel mondo dei reali. Anche su di lei per “Simonelli Editore” scrissi un libro “La regina incompresa. Tutto il racconto della vita di Maria José di Savoia”.
Da lì iniziai a incontrare e scrivere di reali: ho conosciuto gli allora principi di Galles, Carlo e lady Diana, Alberto di Monaco e tanti altri. Forse il rapporto privilegiato che instaurai con loro mi spianò la strada per lavorare dapprima nelle redazioni di riviste popolari quali “Oggi” e “Chi” e poi a dirigere, tra il 2005 e il 2011, “Novella 2000”, “Eva 3000” e “Vip”. In quegli anni ho frequentato non solo reali ma anche personaggi del patinato mondo dei “vip”, delle “celebrity”, dello spettacolo e della moda. Lavoravo infatti per delle riviste che necessariamente presupponevano rapporti con personaggi noti, ma non ho mai abbandonato l’idea che non bisogna perdere di vista la missione di informare, e quindi per quanto possibile anche allora ho cercato di essere obiettivo e di non farmi coinvolgere più di tanto in questo sfavillante mondo per non diventare strumento di qualcuno.
Poi dentro di me è scattato qualcosa. È stato un processo graduale che partì da un disagio inconscio, non metabolizzato forse, ma presente in me. Mi sono trovato a vivere in quel mondo, partecipavo a feste e serate di gala ma tornato a casa mi sentivo tutt’altro che bene. Sentivo che tutto questo non mi apparteneva e che per me rappresentava solo lavoro. Poi l’avvento nella mia vita di episodi drammatici come la morte di mio padre, le minacce subite come direttore di “Novella 2000” e un matrimonio finito. Molto provato, inizio a prendermi cura dei miei due figli da solo, a fargli da scudo, e loro se ne sono perfettamente resi conto; ho iniziato ad organizzare la mia vita in base alle loro esigenze. A quel punto cerco la mistica Natuzza Evolo, che avevo conosciuto già in passato, che mi era stata vicina spiritualmente, e mi aveva colpito, ma non coinvolto a fondo almeno fino a quel momento.
Avevo già avuto prova delle sue doti miracolistiche poiché aveva guarito mia cugina, inspiegabilmente, a detta dei medici. La ricerco nella primavera del 2009, le dedico una trasmissione in televisione e le faccio incontrare tante persone, tra cui Alfonso Signorini che voleva conoscerla da tempo. Ma io, in quella occasione, non andai a trovarla. Natuzza mi fece chiamare chiedendo di “chiddu che restau a Milanu”. Così scendo in Calabria per incontrarla. Quando la vedo lei mi descrive la mia stanza da letto senza averla mai vista, e mi dice delle cose che non avevo mai rivelato a nessuno: prima di uscire da casa, per fare un esempio, ero solito parlare con la foto del mio defunto padre, alle cui preghiere affidavo i miei figli. E Natuzza prosegue facendo riferimento a miei pensieri, mai rivelati ad alcuno. Dopo questo incontro ho cominciato a cambiare prospettiva. Prima ero un ribelle, oggi doso la forza e faccio estrema attenzione a chiedermi se parlo per orgoglio o per verità.
Pur quanto toccato nell’intimo dalla vicinanza spirituale con la mistica Natuzza Evolo e quindi coinvolto in un cammino di fede molto intenso, sono rimasto comunque sempre la stessa persona. Quando dirigevo “Novella 2000” sono finito sotto scorta per delle brutte minacce: anche nel “gossip” si può e si deve fare il proprio lavoro con rigore e serietà. Inoltre non mi occupo più del privato delle celebrità da tempo. Nell’ultimo decennio il mio lavoro ha spaziato dai quotidiani alle riviste scientifiche, senza contare tutti i libri di spiritualità che ho scritto.
Ma ogni esperienza per me è stata un arricchimento, anche i miei errori.
La svolta nella mia carriera di giornalista avvenne nel gennaio 2018 quando il gruppo editoriale “San Paolo” mi propose di diventare condirettore della prestigiosa rivista cattolica “Famiglia Cristiana” e su mia esplicita richiesta acconsentì anche alla pubblicazione di un nuovo settimanale “Maria con te” dedicato esclusivamente al culto della Madonna. “Famiglia Cristiana”, per stare al passo con i tempi, necessitava di un “restyling” sia nella forma che nei contenuti, lasciandone però intatta l’autorevolezza oltre ai valori, fondamento della rivista.
L’obiettivo del periodico era ed è la diffusione dei valori cristiani, motivo per cui è stata fondata nel 1931, rinunciando però all’aspetto sensazionalistico: lo slogan “informazione mai separata dai valori” rappresenta un messaggio bellissimo e una sfida. Sfida rivolta anche alle nuove generazioni poiché pure “Famiglia Cristiana” deve adattarsi al loro linguaggio e adeguarsi ai cambiamenti della famiglia contemporanea. Anche papa Francesco si è mostrato al passo con i tempi adottando una comunicazione moderna, parlando persino attraverso “twitter”. Dobbiamo prendere atto dei cambiamenti, non essere bigotti. Dobbiamo conservare i valori della dottrina, il che non deve significare restare indietro.
Rinnovare nella continuità: è stato questo l’obiettivo che il direttore, don Stefano Stimamiglio, e io ci siamo prefissi nel cambiare “Famiglia Cristiana”, un settimanale con una storia di oltre novant’anni alle spalle, un rapporto particolare con i lettori, in cui la tradizione ha un peso rilevante, e una “mission” chiaramente espressa dal sottotitolo della testata (“i fatti mai separati dai valori”), che continuerà sempre a orientarci. Il concetto di fondo che anima le modifiche e le aggiunte che abbiamo messo a punto coinvolgendo tutta la redazione vogliono rendere la rivista ancora più vicina alle famiglie, ai loro reali bisogni nel contesto attuale, tanto nei servizi – cercando di proporre chiavi di lettura, approfondimenti e riflessioni sui fatti di cronaca – quanto nelle rubriche ampliando e aggiornando i consigli pratici, quelli psicologico-affettivi e quelli legati alla dimensione spirituale per affrontare la quotidianità. I lettori trovano una grafica rinnovata, in copertina e all’interno: foto, immagini, titoli e altri elementi valorizzano i contenuti e stimolano una lettura dinamica in una formula gradevole e decisamente originale. I servizi di attualità e gli approfondimenti connessi, anche su temi scomodi, puntano a esprimere una posizione chiara, sempre nel segno dei valori con l’obiettivo di continuare a essere punto di riferimento per la comunità cristiana, in uno scenario spesso confuso e inquinato da fake news, polemiche e tormentoni mediatici.
Ogni numero contiene un’inchiesta di denuncia, focus su temi caldi che fanno discutere, riflessioni nel diario settimanale di attualità (“Come vanno le cose”) e altri servizi dal taglio critico ed emotivo, testimonianze e storie positive. Tutti gli articoli sono arricchiti da box e schede informative, per dare ancora di più ai lettori. Particolare attenzione è rivolta al “Sinodo delle comunità” raccontando, attraverso gli stessi protagonisti sul territorio, il cammino che la Chiesa sta affrontando in questo periodo. Spazio anche al dialogo con i giovani nella rubrica “Caro Don, le domande dei ragazzi”, al verde con l’educazione green, a opportunità e pericoli di Internet, alla salute con una nuova sezione dedicata, e a tutti gli aspetti relazionali e pratici della famiglia.
Ai collaboratori storici (Andrea Riccardi, don Antonio Mazzi, il cardinale Gianfranco Ravasi, Maria Pia Bonanate, Terry Sarcina e Adriano Sansa) si aggiungono Catena Fiorello, autrice di romanzi di successo, che ogni settimana racconterà “Una bella storia”, tratta dal suo vissuto, Mara Venier, con la rubrica “In cucina con la zia”, in cui presenta le sue ricette con simpatiche dritte, il massmediologo Massimo Scaglioni, che commenta i programmi televisivi, e padre Roberto Pasolini, in un’originale spazio di spiritualità dal titolo “La grammatica della fede”. Una nuova rubrica, infine, “Chiesa in uscita”, propone un commento di laici e religiosi impegnati nel sociale sull’attualità alla luce del magistero di Papa Francesco.
Credo che il gruppo editoriale “San Paolo” mi abbia scelto per le mie passate esperienze in giornali popolari quali “Oggi”, “Chi”, “Bella” e “Gioia”. Sono felice per questa nuova opportunità e non solo per un aspetto professionale. Questa nomina significa per me poter mettere le mie competenze al servizio della fede. È una sfida sul piano lavorativo, ma anche umano perché si tratta di coinvolgere il pubblico nei valori cristiani, a volte dimenticati o trascurati per i tanti messaggi superficiali da cui siamo “bombardati”. La redazione di “Famiglia Cristiana” ha tre obiettivi precipui: incontrare, rispettare ed ascoltare. Questo stile di ascolto mi ricorda quello che ha detto anche il Pontefice nell’ultimo messaggio ai giornalisti: ‘tornate a consumare la scarpe’. È quello che fa “Famiglia Cristiana”.
Spesso noi per primi ci emozioniamo nel ricevere e pubblicare le storie dei lettori da cui traiamo insegnamenti. Sentiamo, infine la necessità di dialogare nelle forme nuove. Le famiglie sono cambiate e non si può ignorare questo. Bisogna cambiare i modi di approcciarsi e raccontare. “Famiglia Cristiana” ha sempre raccontato le trasformazioni (per esempio è stata tra i primi a denunciare il calo demografico), ma anche ad accompagnare le famiglie nel tempo libero. La sfida del nostro settimanale oggi è di essere in ascolto e interpretare le esigenze; in questa direzione va anche il “Family Act”, una vera rivoluzione.
C’è ancora tanto da fare, “Famiglia Cristiana” vuole essere la voce delle famiglie e il supporto alla loro esistenza. Con l’attuale direttore don Stefano Stimamiglio vogliamo continuare ad arricchire questo nostro impegno. Questa è sempre stata la linea editoriale principale dei Paolini: essere attenti alle relazioni come chiave della pratica comunicativa, e alle “reti” come luoghi di creazione collaborativa di significati e contenuti; protesi a cercare nuove forme di presenza e di azione, legate non tanto ai mezzi ma piuttosto alla cultura e alla nuova grammatica della comunicazione; e a servizio di tutto il popolo di Dio, specialmente agli uomini e alle donne che abitano le odierne periferie. Questa linea è sempre valida, e naturalmente va aggiornata secondo i grandi orientamenti dell’evangelizzazione; oggi si aprono davanti a noi soprattutto due strade: la strada della fraternità e la strada dell’ecologia integrale. Dobbiamo percorre queste strade ma il metodo rimane quello: il dialogo e l’ascolto, che permettono di coltivare le relazioni».
Chi si esprime così in questa lunga prolusione è Luciano Regolo, un giornalista eclettico e scrittore di successo di origini calabresi ma che vive e lavora da molti anni a Milano. Luciano Regolo, è nato a Catanzaro il 12 settembre 1966, si è laureato alla Luiss di Roma in scienze politiche con il massimo dei voti nel 1989 e nello stesso ateneo si è specializzato in giornalismo e comunicazioni di massa due anni dopo. Ha lavorato per diverse testate come la “Nuova Venezia”, “la Repubblica”, “A”, “Oggi” e “Chi” di cui è stato vicecaporedattore e poi caporedattore. È esperto di famiglie reali e ha intervistato molte celebrità del jet-set internazionale. Tra il 2005 e il 2011 ha diretto “Novella 2000”, poi “Eva 3000” e “Vip”, collaborando, anche negli anni a venire, con varie trasmissioni televisive, come “La vita in diretta” e “Domenica In”.
Ha diretto anche il quotidiano “l’Ora della Calabria”, ricevendo una menzione speciale al Premio Ischia 2014 per l’impegno profuso nella difesa della libertà di stampa. È stato dal maggio al dicembre 2016 pure direttore di “Mate”, rivista dedicata alla divulgazione della matematica. Dal gennaio 2018 è condirettore di “Famiglia Cristiana” e dal maggio 2018, cioè dalla fondazione, è condirettore di “Maria con te”, primo settimanale mariano d’Italia; riviste entrambe pubblicate da “Edizioni San Paolo”.
Ha scritto numerosi saggi sulla storia dei Savoia, e sul rapporto tra Corona e fascismo, consultando gli archivi inediti di Maria José, l’ultima regina italiana, e di altre personalità legate alla dinastia sabauda. É autore di “La regina incompresa” (tre edizioni, tradotto in francese dalle “Editions Racine”), “Il Re signore”, “La Reginella Santa e Jelena”, le biografie di Maria José, Umberto II, Maria Cristina ed Elena di Savoia, pubblicati da “Simonelli Editore”. Per “Mondadori” ha scritto i best sellers “Natuzza Evolo. Il miracolo di una vita” (2010), “Natuzza amica mia” (2011), “Il dolore si fa gioia: Padre Pio e Natuzza. Due vite, un messaggio” (2013), “Le lacrime della Vergine” (2014) e “Paravati, dove la Madonna parlò a Natuzza” (2014). Sempre per “Mondadori” ha scritto con padre Raffaele Talmelli “Il diavolo” (2014) e con Luigi Maria Epicoco “Dove terra e cielo si incontrano. Padre Pio, Madre Speranza e Natuzza Evolo” (2024). Con “Edizioni Ares” ha pubblicato “Margherita di Savoia. I segreti di una regina” (2019), “Maria José. Regina indomita” (2022), “La Regina Elena. Una vita all’insegna dell’amore” (2024).
Sempre per “Edizioni Ares” ha pubblicato con Grazia Ruotolo il libro “Gesù pensaci tu. Vita, opere, scritti & eredità spirituale di don Dolindo Ruotolo nel ricordo della nipote” (2020). È autore per “Edizioni San Paolo” dei saggi “L’ultimo segreto di Lady Diana. Il mistero del rapporto tra la principessa più amata e Madre Teresa” (2017), “Storia di Christian. Ogni vita è per sempre” (2018), “Il Gesù di Natuzza” (2019) e “O Maria, mamma dolcissima. Padre Pio e la Madonna” (2020).
Luciano Regolo è anche un affabile conferenziere che gira spesso l’Italia per promuovere i suoi libri. Quest’estate presenterà in diverse località balneari e montane i saggi “La Regina Elena. Una vita all’insegna dell’amore” (Ares – 2024) e “Dove terra e cielo si incontrano. Padre Pio, Madre Speranza e Natuzza Evolo” (Mondadori – 2024); libro quest’ultimo scritto assieme a don Luigi Maria Epicoco. Sarebbe felice di poter includere nel suo “tour promozionale” anche la valle di Primiero che conosce solo indirettamente per aver pubblicato su “Famiglia Cristiana” e “Maria con te” degli esaustivi articoli su Chiara Lubich e sulla “Mariapoli Europea 2019” ed anche per le sue ricerche bibliografiche propedeutiche alla stesura dei libri riguardanti i Savoia che in talune occasioni scelsero San Martino di Castrozza quale luogo di villeggiatura estiva.