Il Governatore denuncia: “Serve più autonomia decisionale, da Roma stanno paralizzando l’economia”
Venezia – “Il governo ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale alcune norme contenute nella legge finanziaria della Regione del Veneto. Noi ci opporremo con tutte le forze e gli strumenti giuridici, ma il problema di fondo resta: ogni qualvolta cerchiamo di introdurre elementi di semplificazione a favore delle economie dei territori e dei cittadini il governo ci si mette di mezzo. Hanno già sfasciato le Province, stanno riducendo sul lastrico i comuni. Vogliono azzerare anche le Regioni, vogliono distruggere definitivamente il nostro tessuto imprenditoriale? Lo dicano apertamente, così potremo mandarli a quel paese una volta per tutte…. ”
A scendere sul piede di guerra sul tema dell’attribuzione di competenze tra Stato e Regioni è il presidente veneto, dopo che il Consiglio dei Ministri ha deciso l’impugnazione di alcuni articoli della legge finanziaria regionale in materia ambientale. In particolare, viene contestato l’art. 19 che prevede la possibilità di realizzare opere di regimazione idraulica con il sistema della compensazione, il che consentirebbe alla Regione di dare un valore economico al materiale scavato riutilizzabile e detrarlo quindi dall’importo da pagare alle aziende appaltatrici che eseguono i lavori. L’art. 56, commi 1 e 4, riguarda invece una semplificazione della disciplina relativa alla combustione controllata sul luogo di produzione di residui vegetali non più funzionali all’uso agricolo. Infine, è oggetto di impugnazione anche l’art. 65, comma 2 (tutela della rete ecologica regionale “Natura 2000”) con specifico riferimento alle disposizioni che consentono a determinati interventi di non essere assoggettati a valutazione di incidenza ambientale (VINCA).
“Tutte norme – aggiunge il presidente – basate su principi di buon senso, semplificazione burocratica e utilità pratica ed economica per la Regione e i cittadini, senza minimamente danneggiare l’ambiente né eludere norme di legge imposte dallo Stato. Ma come in precedenti occasioni il governo mette i bastoni tra le ruote e aggiunge un altro tassello alla già lunga catena (a partire dall’abnorme pressione fiscale) di norme destinate a paralizzare l’economia. Siamo di fronte ad uno Stato che si sente antagonista delle Regioni”.
“La verità – conclude il presidente veneto – è che in questi ultimi dieci anni abbiamo chiesto lo Statuto speciale, l’applicazione degli articoli 116, 117 e 119 della Costituzione, si arriverà a chiedere l’indipendenza… ma finora a Roma non sono riusciti nemmeno a definire con chiarezza fino a dove lo Stato può intervenire. Vedo nei comportamenti di questo governo e nei progetti di riforma solo un disegno neocentralista che disgrega il Paese e punisce chi, come il Veneto, ha saputo dimostrare come si fa buona amministrazione, assumendosene responsabilità e rischi. Pretendiamo autonomia decisionale, operativa e finanziaria. Qualcuno pensa che lo Stato, a parità di condizione, riuscirebbe a fare meglio? Si accomodi pure. Io però qualche dubbio – più che legittimo – ce l’ho….”.