NordEst

Influenza A, Dopo il secondo caso di Bolzano altri cinque in Veneto

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Cinque casi in Veneto – Si tratta di pazienti a rischio affetti da influenza A segnalati in Veneto, ma per due di questi – una bambina di 10 anni ed una turista di 28 – il decorso si è già concluso. Lo ha confermato il Dipartimento prevenzione e screening della Regione Veneto.

Restano invece ricoverati, in condizioni non gravi, due bambini, di 7 e 8 anni. Per entrambi l’accertamento virologico aveva confermato la presenza del virus dell’influenza A. Il più piccolo dei due, ricoverato all’ospedale all’Angelo di Mestre, in netto miglioramento. Il bimbo di 8 anni si trova invece nell’ospedale di Bussolengo (Verona).

Il nuovo caso a Bolzano –
Una bimba di Bolzano – con altri problemi di salute molto seri – è stata ricoverata all’ospedale di Rovereto per gravi problemi respiratori, successivamente è stata trasferita a Verona per precauzione. Sarebbe sotto controllo.


Martina ha smesso di vivere – E’ morta lunedì sera alle 19 la bambina bolzanina di 11 anni ricoverata per l’influenza a nella clinica universitaria di Innsbruck. Era stata tenuta in vita per 10 giorni con la macchina cuore-polmone nel reparto di rianimazione e le erano stati somministrati farmaci antivirali ed antibatterici. Le condizioni della bambina erano apparse assai gravi gia’ al momento del suo ricovero a Bolzano. Il vicepreside della scuola frequentata dalla piccola, Giuliano Gobbetti, ha reso noto che che la piccola non era l’unica allieva colpita dal virus e che altri ragazzi sono rimasti a casa per l’influenza A.

La situazione a Trento –
L’Azienda sanitaria trentina precisa intanto in un comunicato stampa che: "la nuova influenza non è più grave di quella stagionale e che, a fronte di numerosi casi di malattia lieve o moderata, vi possono essere pochi casi che necessitano di ricovero ospedaliero. L’APSS raccomanda di non affollare i servizi di pronto soccorso degli ospedali ai primi sintomi di influenza, ma di rivolgersi ai propri medici e pediatri di famiglia. Per quanto riguarda il personale dell’APSS, sono iniziate all’ospedale di Trento le prime vaccinazioni contro il virus della nuova influenza (dalle ore 9.30 alle ore 11.00 e dalle ore 13.00 alle ore 14.30, dal lunedì al venerdì).

Nei prossimi giorni la vaccinazione sarà estesa a tutto il personale sanitario delle strutture aziendali. I volontari appartenenti alle associazioni convenzionate con Trentino Emergenza 118, come gli altri operatori del trasporto infermi, rientrano nelle categorie prioritarie. Per loro la vaccinazione inizierà lunedì 9 novembre e sarà effettuata negli ambulatori di igiene dei distretti sanitari".

La situazione a Nordest – Il viceministro: "La popolazione contatti il medico e non prenda d’assalto il Pronto Soccorso. Consigliamo il vaccino alle donne incinte". In Veneto un alunno su 3 è a casa da scuola, colpito da sintomi influenzali. In queste ore, sono state consegnate 1,4 milioni di dosi in tutta Italia: 114 mila in Veneto, 30 mila in Friuli Venezia Giulia e a Trento sono arrivate 12mila delle 140mila delle dosi di vaccino promesse. Lunedì ci sono state le le prime vaccinazioni in tutto il Nordest.

Martedì la Croce Rossa consegnerà altre 1,2 milioni dosi di vaccino. Fino ad oggi sono state 14 le vittime in Italia, otto a Napoli. In Friuli è stata istituita persino una unità di crisi e un numero verde per i cttadini.

Caso confermato a Trieste ma non è grave – E’ stato confermato dai controlli clinici – ma viene valutato non grave – il caso di influenza A in una donna straniera ricoverata all’Ospedale Maggiore di Trieste. La donna, 37 anni, era stata ricoverata domenica nel reparto malattie infettive manifestando i sintomi classici dell’influenza. La situazione – riferisce l’Azienda ospedaliero-sanitaria triestina – e’ sotto controllo, ma la donna resta ricoverata perche’ affetta da problemi respiratori e curata con antibiotici e antivirali. Secondo quanto riferito dai responsabili di reparto, non si contano i casi di influenza A riscontrati dall’inizio del contagio, trattati per via ambulatoriale, mentre quelli piu’ complicati – comunque risolti positivamente – sono stati uno o due.

locandina della campagna di informazione
 

Le precisazioni del ministero – Alla data del 30 ottobre scorso, tutte le Regioni sono state in grado di iniziare l’offerta vaccinale: il ministero del Welfare, con una nota ufficiale, fa il punto sulla disponibilità di vaccino alle regioni dopo le polemiche sui tempi per avviare l’immunizzazione della popolazione. Una terza quota di vaccino sarà distribuita nei prossimi giorni.

Complessivamente, con queste prime tre consegne, alle Regioni sono distribuite più di 2 milioni di dosi di vaccino, ripartite proporzionalmente alla popolazione residente di ciascuna. Il 25 settembre l’EMEA ha autorizzato l’uso del vaccino della azienda farmaceutica con la quale il governo italiano aveva stipulato il contratto d’acquisto; questa autorizzazione é stata formalizzata dalla Commissione Europea il 29 settembre. La stessa azienda ha comunicato di poter anticipare le consegne dei primi lotti e per questo, precisa il ministro, è stato deciso di anticipare l’inizio della campagna vaccinale che era stata fissata al 15 novembre.

Mano a mano che le prime due quote di vaccino sono state rese disponibili dalla Azienda produttrice, queste sono state immediatamente distribuite a tutte le Regioni, isole comprese, attraverso la Croce Rossa Italiana in percentuale proporzionale alla popolazione residente. In tutto è stato stabilito, sulla scorta delle indicazioni fornite dall’Unità di Crisi, che il 40% della popolazione italiana (circa 24 milioni di persone) fosse vaccinata contro l’influenza AH1N1.

La polemica sui vaccini – Secondo telefono Blu, sono molti i medici di base che hanno denunciato all’associazione, come l’anticipo di somministrazione, dovuto alle maggior dosi già pronte, stia comportando disagi ai cittadini consumatori .

"Molte Asl – secondo Teòlefono Blu – hanno imposto ai medici di famiglia di somministrare i due vaccini contemporaneamente e i medici non paiono entusiasti di questa scelta, a dire il vero anche noi (non siamo certi sul beneficio per intenderci ), per cui in molte zone d’Italia hanno rinviato alle Asl , le quali con grande orgoglio ma pochi mezzi, hanno deciso di fare tutto loro, con un problemino ovvio che non hanno sufficiente personale per assumersi un impegno che deve vedere al centro il medico di base. E per chiarire i rapporti di forza  hanno inviato ad ogni medico (nelle situazioni piu’ efficienti) l’elenco per fare i vaccini , che prevede da protocollo solo agli over 65 per la tradizionale e 60 per l’altra. Ovviamente molti sono ricorsi al medico per la tradizionale e si sono sentiti dire che occorre andare all’Asl con l’immaginabile disappunto e spesso costretti a recarsi presso le farmacie (che fanno esse stesse la puntura su richiesta ) ovviamente con i relativi costi.

Telefono Blu Consumatori , insiste perché si trovi al piu’ presto un accordo , in questi casi piu’ che mai occorre la collaborazione fra pubblico e privato e fra servizio sanitario e medici di famiglia , altrimenti i denari spesi per fare convegni , incontri per riempire la bocca di politici e soloni vari , potremmo essere costretti a chiedere che siano restituiti alla gente come risarcimento danni".

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