Lo rende noto l’assessore regionale alla sanità del Veneto, Sandro Sandri. Si tratta del terzo decesso collegato all’H1N1 avvenuto in Veneto dall’inizio dell’epidemia. “La morte di un bambino – dice Sandri – colpisce sempre ognuno di noi nel profondo, ma a maggior ragione in questi casi è necessario mantenere la razionalità: ancora una volta perciò raccomando alla popolazione di non allarmarsi, ma di aderire senza timori alla campagna vaccinale in atto. Purtroppo la patologia pregressa della bimba la esponeva ad un alto rischio, che si è verificato”. Rispetto alle notizie di mutazione del virus riscontrata in alcuni casi nel mondo, Sandri tiene a precisare che “i nostri esperti lavorano a stretto contatto con i loro colleghi dell’OMS e ci hanno comunicato che la mutazione riscontrata non inficia l’efficacia del vaccino, perché non riguarda l’antigene, una sorta di targa che i nostri anticorpi riconoscono.
Continuare a vaccinarsi è quindi di fondamentale importanza, anche perché, a prescindere da quello che sarà l’andamento dell’epidemia, non si può escludere che il virus possa ripresentarsi il prossimo autunno o anche prima, ed è quindi importantissimo creare una copertura il più ampia possibile nella popolazione”. Ad oggi, con l’arrivo di un nuovo stock di 60.800 vaccini, la dotazione in Veneto è salita a 303 mila dosi complessive. Il 27 novembre tornerà a riunirsi l’Unità di Crisi Regionale che valuterà tra l’altro l’opportunità di attuare ulteriori allargamenti delle fascie vaccinabili, dopo la decisione della scorsa settimana di aprire ai giovani sani tra sei mesi e 27 anni di età. “Ai primi di dicembre – conclude Sandri – faremo anche, di concerto con la collega all’istruzione Elena Donazzan, l’annunciata valutazione sull’opportunità o meno di anticipare di qualche giorno la chiusura selettiva rispetto alle vacanze di Natale di quelle scuole che non fossero ancora state ampiamente toccate dal virus, in modo da poter vaccinare i ragazzi e farli rientrare immunizzati alla ripresa di gennaio”.
Padova/La seconda vittima – La seconda vittima in Veneto è un paziente padovano con pluripatologie croniche pregresse, era ricoverato da una settimana nella sala di rianimazione dell’Azienda ospedaliera. Il cinquantanovenne domiciliato nel territorio dell’Ulss 16 era già ricoverato da quattro giorni nel reparto di Medicina per una sintomatologia che si protraeva da tempo. Pare soffrisse di leucemia, insufficienza renale e respiratoria. Sempre in Veneto, una donna di 44 anni, residente nel trevigiano, che ha contratto l’influenza A, e’ stata ricoverata all’ospedale all’Angelo, a Mestre. La donna soffre di problemi respiratori e a quanto risulta dai primi accertamenti medici, non aveva malattie pregresse.
Merano (Bolzano) – Si sono aggravate le condizioni di una bambina di 7 anni ricoverata all’ospedale di Merano per influenza A. A causa dell’aggravarsi della situazione clinica polmonare che ha compromesso l’ossigenazione degli organi vitali, la piccola paziente, riferisce l’azienda sanitaria dell’Alto Adige, e’ stata trasferita al policlinico di Verona. Nel frattempo, e’ invece migliorata la situazione clinica di altri due pazienti affetti da nuova influenza ricoverati sempre a Merano.
Trento/Prima vittima e la famiglia accusa – I famigliari di Fulvio Leonardelli, l’uomo di Sporminore che è morto a causa dell’influenza A, accusa dalle pagine del Corriere del Trentino: “E’ stato sepolto senza conoscere la causa reale, potremmo essere stati contagiati”.
Il sessantenne trentino, risultato positivo al virus dell’influenza a, e’ morto all’ospedale Santa Chiara di Trento.
Il decesso, che risale alla fine della scorsa settimana ma che le autorita’ sanitarie hanno comunicato solo in queste ore, e’ avvenuto nel reparto di pneumologia.
La causa diretta della morte dell’uomo, affetto da altre gravi patologie, sarebbe una polmonite. Si tratta del primo decesso in Trentino legato al virus dell’influenza A, dopo i casi segnlati in Alto Adige.
Intanto, in provincia di Trento sono 15mila le persone contagiate, non si è assistito a una corsa al vaccino. Lunedì prossimo parte la seconda fase dei vaccini in provincia.
Padova/Muore dopo il vaccino – L’uomo di 42 anni abitava a Ponte San Nicolò, nel padovano, aveva poche piastrine nel sangue. Sul caso è stata aperta un’inchiesta e la famiglia vuole capire che cosa è realmente accaduto. Si trattava di un uomo sano che non sffriva di particolari patologie. È deceduto lunedì nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale civile, dopo nove giorni di ricovero, sette dei quali trascorsi in un letto nel reparto di Medicina interna.
Il quarantaduenne, residente a Ponte San Nicolò, pochi giorni prima di avvertire i sintomi che l’hanno portato al Pronto soccorso aveva fatto il normale vaccino anti-influenzale e preso un antibiotico. Ora per capire le cause del decesso i familiari hanno presentato un esposto alla Procura di Padova.