In un mese più di 300 mila cittadini si sono fatti portare la spesa a casa con il sito gratuito che raccoglie le botteghe che fanno servizio al domicilio. Grande riscontro in Lombardia per il progetto sviluppato da Ennevolte e Loud Digital: a Milano presente un negozio su quattro
NordEst – Prima ancora che inizi la fase 2, la voglia di ripartire nonostante il lockdown si fa sentire dalle piccole e medie realtà commerciali. È la voce dei quasi 5 mila negozi che in poco meno di un mese hanno risposto all’appello di iorestoacasa.delivery e si sono registrati gratuitamente sul portale che si offre di essere un punto di riferimento per tutti i commercianti che fanno la consegna al domicilio. Panetterie, lavanderie, fruttivendoli, negozi di abbigliamento e persino officine hanno rimodulato la loro operatività, inserendo la necessaria – quanto indispensabile – consegna (o servizio) al domicilio; la risposta è negli oltre 300 mila cittadini che hanno usato il servizio.
Forse perché area più colpita dall’emergenza sanitaria, forse perché è stata quella che ha visto la nascita del portale, la regione più reattiva è stata la Lombardia: quasi due negozi su cinque sono infatti lombardi. Nella sola città di Milano, si sono registrati su iorestoacasa.delivery circa un quarto delle attività commerciali presenti.
«Il successo non è determinato solamente dai numeri dei negozi che si sono registrati, ma anche dal volume di interazioni che sono state generate – afferma Corrado Tonello, ideatore dell’iniziativa e CEO di Ennevolte, società che opera nel settore del welfare aziendale e che insieme con Loud Digital Studio ha dato vita a iorestoacasa.delivery – parliamo di oltre 35 mila telefonate verso i negozi che sono partite dal portale e di quasi 5 mila messaggi via whatsapp, funzione che abbiamo introdotto solamente un paio di settimane fa».
L’obiettivo non cambia: «iorestoacasa.delivery è un servizio gratuito nato con la volontà di far incontrare la domanda di quanti, anziani e non, si sono visti chiusi in casa con l’impossibilità di andare a fare la spesa, e l’offerta di un mondo commerciali locale che, messo in ginocchio dal lockdown poteva dare risposte ai loro bisogni trovando anche un po’ di respiro». Un punto di incontro basato però su una rete territoriale.
«L’ottica è quella glocale – prosegue Tonello -. Ovvero, la valorizzazione del mondo locale così da coinvolgere il tradizionale negozio sotto casa, quello che rappresenta spesso l’ossatura di un quartiere o di un piccolo paese; il tutto inserito in un canale nazionale così da dare risposta per chi vive da Milano a
Palermo».
Nell’attraversare tutto lo Stivale, iorestoacasa.delivery ha intercettato negozi di ogni genere e di ogni tipologia, capaci di dare risposte in termini locali anche alle più banali esigenze. Del resto, ci troviamo ancora in una situazione dove la grande distribuzione fatica a tenere il passo delle richieste online e la paura di uscire è ancora elevata. «Guardiamo alla cosiddetta fase 2 senza però che vi siano aperture: l’obiettivo è mettere nelle condizioni i commercianti di proseguire, per quanto con fatica, nel loro lavoro e al contempo dare risposte a chi è in casa».
L’iniziativa che ha avuto una partenza decisamente sprint, arrivando a oltre 200 mila utenti unici, è destinata a crescere ancora e a mantenere la sua gratuità di servizio, senza alcuna commissione.
Registrarsi è semplice e non costa nulla: ogni negoziante inserisce la sua tipologia merceologica, la propria sede e un recapito telefonico per essere contattato. Il contatto tra domanda e offerta, così come ogni genere di
transazione, è lasciato interamente agli utilizzatori del portale. Nell’ottica di rete, più realtà ci sono e più opportunità potranno essere offerte. Per questo, i Comuni, le circoscrizioni e i gruppi di vicinato che hanno dato vita a elenchi di negozi disposti a portare a casa la spesa sono invitati a popolare il sito con le
informazioni in loro possesso così da ampliare il più possibile il servizio offerto. «Con il contributo di tutti non solamente è possibile dare delle risposte a quanti sono ancora in casa, ma anche vedere uno spiraglio da questa complessa – quanto difficile – situazione. L’invito è quindi a iscriversi e iscrivere i negozi della
propria città sul portale per farne una grande rete di servizio locale».