Secondo l’Istat, i figli assistono al 62,4% dei casi di violenza domestica subita dalle donne
Dopo la formazione in 5 scuole superiori dell’Alto Adige sul tema della “Violenza domestica: La Violenza assistita è…” realizzata dalle operatrici dei servizi Casa delle donne, la Rip. Politiche sociali ha scelto i manifesti per la campagna di sensibilizzazione delle prossime settimane sulle pensiline degli autobus, in due cinema e su internet, con lo slogan “Violenza assitita è…”
In base ai dati Istat del 2006, nel 62,4% di violenza domestica contro le donne i figli hanno assistito direttamente ad uno o più episodi di violenza. L’OMS nel 2010 ha rilevato che tra il 40% e il 60% degli uomini violenti è violento coi bambini senza che ciò sia rilevato.
Le donne rivoltesi ai servizi Casa delle donne della provincia nel 2014 sono state 578; il 78% aveva figli. Nelle strutture residenziali protette dei servizi Casa delle donne provinciali nel 2014 sono stati accolti e seguiti 114 bambini insieme alle loro 124 madri (dati ASTAT).
“Ritengo sia importante sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti della violenza contro le donne ed in particolare nei confronti della violenza che in questo modo viene esercitata anche nei confronti dei minori” ha dichiarato l’assessora provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Martha Stocker.
“I lavori presentati sono stati tanti e testimoniano la sensibilità e la comprensione del fenomeno da parte dei ragazzi e delle ragazze” afferma il direttore della Ripartizione politiche sociali, Luca Critelli ed aggiunge “la disponibilità a partecipare al progetto anche da parte degli insegnanti è stata davvero lodevole”.
“L’obiettivo del progetto era duplice”, spiega Petra Frei, direttrice dell’Ufficio per la Tutela dei minori e l’inclusione sociale “da una parte sensibilizzare i ragazzi e le ragazze stessi che sono i soggetti coinvolti in questo fenomeno, e dall’altra dare a loro la possibilità di spiegare alla popolazione, ciò che per loro rappresenta e esprimere con le immagini i sentimenti che provoca loro e ai loro coetanei, come attori che partecipano al cambiamento culturale che contrastano tali forme di violenza.
Coinvolgere i ragazzi e le ragazze nell’analisi delle questioni che li riguardano direttamente permette di avere una rappresentazione più realistica del problema.”
Se infatti la violenza domestica contro le donne soprattutto in questi ultimi anni sta avendo grande risalto sui media nazionali, la piaga della violenza assistita non solo non è conosciuta dall’opinione pubblica, ma purtroppo spesso non viene neanche riconosciuta da tutti gli operatori e operatrici professionali.
La ‘Violenza assistita’ è quella violenza fisica, psicologica, sessuale, economica compiuta sulle figure di riferimento di un minore e/o su altre figure significative – adulte o minori. Di questa violenza il minore può fare esperienza direttamente (quando viene vista e sentita) o indirettamente (quando è a conoscenza della violenza) e/o percependone gli effetti.
Vivere in continua situazione di stress, tensione ed ansia, assistere regolarmente alla violenza esercitata da uno dei due genitori contro l’altro, produce conseguenze negative di varia natura. Per un bambino essere testimone della violenza subita dalla madre è un’esperienza devastante.
I minori che assistono alla violenza sono bambini traumatizzati, che spesso manifestano il proprio disagio con reazioni e comportamenti difficili da comprendere per chi vive loro accanto (parenti, amici, insegnanti, ecc.). Questi bambini corrono il rischio di diventare adulti in difficoltà a trovare un proprio equilibrio ed a costruire relazioni sane.