Dipendenti delle autonomie locali, della sanità e della scuola in corteo. La pubblica amministrazione trentina avrebbe bisogno di 67 milioni di investimenti e i sindacati guardano con apprensione all’imminente manovra di bilancio
Trento – Centinaia di persone hanno partecipato all’assemblea e poi alla manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil a Trento per chiedere alla Provincia autonoma il rinnovo dei contratti del pubblico impiego e nuove assunzioni.
Sono scesi in piazza a Trento in modo unitario per chiedere al presidente della Provincia il rinnovo dei contratti pubblici, bloccato dal 2019. Ma anche assunzioni, stabilizzazioni e innovazione per una pubblica amministrazione che si è dimostrata resiliente durante la pandemia.
Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, non ha incontrato i delegati sindacali, delegando invece l’assessore all’economia Achille Spinelli. Una mossa vissuta come uno sgarbo istituzionale dai manifestanti, che ora non escludono lo sciopero
“Siamo all’anno zero perché questa Giunta ad oggi non ha stanziato un euro. La partecipazione di tante lavoratrici e lavoratori oggi dimostra che non è più possibile attendere – commenta il segretario Fp Cgil Luigi Diaspro -. A livello nazionale i contratti sono in via di arrivo, qui le risorse ci è stato detto che non c’erano. Noi riteniamo che sia invece una scelta politica che va contrastata in quanto non è possibile non sostenere il lavoro di tante lavoratrici e lavoratori che in questi anni hanno dato il massimo per assicurare i servizi”, prosegue Diaspro.
L’ampia adesione allo sciopero e alla mobilitazione, a cui hanno aderito anche Nursing Up e Fenalt con centinaia di manifestanti radunati sotto il palazzo della Provincia in piazza Dante, ha avuto conseguenze sulle scuola, da quella dell’infanzia alle superiori, con lezioni annullate o riduzioni di orario. Disservizi anche nella sanità – non per le urgenze, che sono garantite – ma ad esempio per visite o prelievi del sangue. “Da questa piazza noi ci attendiamo un segnale che venga recepito dal presidente Fugatti, che ha già dichiarato di voler cambiare rotta ma che se non seguono fatti concreti continueranno le iniziative di mobilitazione”.
“Attualmente scontiamo due problemi: da una parte mancano le assunzioni, dall’altra vi è la questione del rinnovo contrattuale. La nostra provincia non è più attrattiva, mentre Alto Adige e l’estero lo sono di più, è molto colleghi scelgono di trasferirsi altrove, impoverendo il nostro territorio e il servizio sanitario. Noi chiediamo di rendere il Trentino nuovamente attrattivo per i lavoratori della sanità”, è l’appello del segretario di Nursing Up del Trentino, Cesare Hoffer.